Programma di mandato, l'intervento del sindaco Domenici in consiglio comunale. "Oggi si apre il confronto con la citt"

Categoria
"Con questa seduta del consiglio comunale è intenzione dell'amministrazione aprire un percorso di confronto, partecipazione, discussione con la città sul tema del programma di mandato 2004-2009. E'un percorso complesso, che sperimentiamo per la prima volta, in cui si darà particolare attenzione anche agli strumenti con cui sarà portato avanti". Con queste parole il sindaco Leonardo Domenici ha aperto il suo intervento ieri sera in consiglio comunale, nella seduta dedicata alla presentazione del programma di mandato della giunta. "Il documento che indica le linee programmatiche del mandato e che sarà alla base del percorso partecipativo indica il terreno di confronto e le politiche sulle quali si tratterà di aggiungere, arricchire, correggere, in un arco di tempo che da stasera arriverà fino a metà dicembre – ha proseguito Domenici - Contemporaneamente, abbiamo fatto la scelta di affiancare a questo il percorso sul bilancio di previsione 2005. Questo per un motivo semplice: perché dobbiamo avere la consapevolezza che il problema principale per i Comuni italiani (e dunque anche il nostro, che pure è sano e stabile dal punto di vista finanziario) è rappresentato dalle risorse. E quindi anche dal confronto con la Legge finanziaria 2005. Va tenuto presente comunque che si tratta di due questioni correlate ma distinte: da un lato il programma per i prossimi cinque anni, dall'altro le risorse per il prossimo anno. Se pensassimo che tutte le proposte che indichiamo possano essere realizzate in poco tempo, sarebbe assolutamente irrealistico: molti obiettivi hanno prospettive ben più lunghe"."Tuttavia, sono convinto che sia molto importante utilizzare lo strumento della partecipazione per rendere i cittadini consapevoli anche dei problemi che dobbiamo affrontare – ha detto ancora il sindaco - Viviamo in un momento in cui i bisogni sociali, le aspettative dei cittadini, le contraddizioni delle città sono crescenti; ma a fronte di questo, ci troviamo in grande difficoltà per la assoluta discrepanza fra le necessità e le risorse disponibili per affrontarle. In questi anni è andata avanti una politica che ha penalizzato gli enti locali con vincoli, tagli, mancata autonomia fiscale; e se personalmente ha ancora fiducia che le cose possano cambiare in meglio, è vero anche che siamo in una fase in cui il condizionamento che deriva dalle scelte nazionali è diventato molto pesante, ed incide più che nel passato. Pensiamo anche alla riforma costituzionale: mentre si dice che vogliano una riforma in senso federalistico, si va avanti invece con processi di ri-centralizzazione; invece di attuare un indirizzo riformatore del nostro ordinamento che stabilisca pari dignità fra i diversi livelli istituzionali, viene riproposto un ordinamento gerarchico piramidale, con i Comuni che stanno in fondo". "Questa è una fase politica acuta e particolare E' reale il rischio di essere entrati in una campagna elettorale che durerà fino alle politiche del 2006; sarà importante come si porranno le varie forze politiche, anche a livello locale. Mi auguro che sia possibile costruire un'ampia convergenza di forze, seria e non litigiosa, per una reale alternativa di governo; questo sarà interessante anche dal punto di vista della realtà istituzionale del nostro paese"."Tornando al tema delle risorse, credo che il percorso partecipativo che avviamo oggi sia importante anche per operare una ‘demistificazione' e parlare in modo serio, senza alterare la realtà dei fatti. Giudico infatti inquietante che si sia sviluppata una campagna che tende a presentare i Comuni come realtà in cui si sprecano le risorse. Non si può produrre l'equazione ‘spese uguale sprechi'. Non si può pensare che se la spesa aumenta, questo sia un fatto necessariamente negativo. Un Comune non è equiparabile a un ministero, un Comune ha funzioni diverse, eroga servizi e risponde ai bisogni dei cittadini. Per quanto riguarda il bilancio del Comune di Firenze, si può rappresentare in quattro punti. Le spese per il personale ammontano al 36%; quelle per le politiche sociali ‘allargate' al 34%; il pagamento degli interessi sui mutui al 10%; resta una parte cosiddetta variabile (dove comunque esistono spese fisse) che ammonta al 20%. Questo fa comprendere anche il problema dell'eccessiva rigidità dei bilanci comunale, che non hanno strumenti per operare politiche fiscali"."Questo programma non nasce oggi, ma deriva dalle scelte che abbiano fatto nei cinque anni passati. Abbiamo forse sbagliato ad aprire 12 nuovi asili nido? O ad offrire maggiore assistenza alle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani? O ad organizzare nuovi centri di alfabetizzazione per i minori stranieri? O ad affrontare le emergenze sociali senza mai lasciare nessuno per strada, come è stato per gli sfratti, i senza fissa dimora, i rom alle Draghe o gli immigrati somali? Se si fanno politiche sociali, le appese aumentano. Ed io le politiche di coesione e inclusione sociale le considero linee fondamentali del mio operare, e le ho messe anche come primo punto del nuovo programma. Certo oggi dobbiamo anche porci il problema della scarsità delle risorse e vedere come si può operare una razionalizzazione, tenendo anche conto che la nostra città, proprio per le sue politiche sociali avanzate, è esposta e può diventare un polo di attrazione.Dobbiamo riflettere sul fatto che siamo ad un punto nodale ed aprire una riflessione sulle entrate e sulle spese"."Il dato tendenziale della nostra spesa corrente è di un incremento annuo del 4,67%, una media perfettamente in linea con gli altri Comuni italiani, tendendo conto anche della inflazione. Sugli investimenti la situazione è diversa: l'incremento è stato del 13,67% , soprattutto derivante dalle opere pubbliche del biennio 2002-2003. Questo dimostra però come sia sbagliato inserire gli investimenti nel patto di spesa, come prevede questa finanziaria: il caso di Firenze conferma quanto gli investimenti pubblici siano importanti in termini di sviluppo economico, a fronte anche della scarsità di investimenti privati"."In realtà noi avevamo puntato ad ampliare gli strumenti sul fronte delle entrate, senza gravare sui residenti. E a questo proposito mi chiedo perchè si sia guardato con sufficienza al cosiddetto ‘contributo di scopo', che potrebbe mettere fine ad una vera iniquità fiscale oggi in atto, con i residenti che pagano i servizi pubblici anche per chi viene da fuori. Questa è una stortura da correggere. Se avessimo potuto introdurre il contributo di scopo, oggi il nostro bilancio avrebbe molti meno problemi e si sarebbe potuto alleggerire la pressione fiscale sui cittadini. Negli ultimi cinque anni, le risorse trasferite dallo Stato al Comune di Firenze sono costantemente diminuite e complessivamente sono state di 6 milioni di euro in meno. Quest'anno inoltre scomparirà anche il contributo del cosiddetto fondo Burlando per il trasporto pubblico locale: 6 milioni e 800mila euro in meno. Sono numeri che dobbiamo tenere presenti. Come dobbiamo tenere presenti i servizi che Firenze offre al territorio fiorentino: prendiamo per esempio l'Iti, l'istituto Leonardo da Vinci, punto di orgoglio della città: ma si deve sapere che costa al Comune decine di milioni di euro l'anno e che è fiorentino il 35% degli studenti. E' un esempio concreto su come, in una logica di concorso nel governo integrato del territorio, si possano affrontare questi problemi. "Noi abbiamo la necessità di continuare la nostra azione di governo coniugando due aspetti: la coesione sociale con l'innovazione e lo sviluppo. Da Firenze e la Toscana deve arrivare un contributo importante in questo senso. Non esiste la possibilità di sviluppare lo stato sociale senza porci il problema dell'innovazione e dello sviluppo: che deve essere sostenibile, equilibrato, equo, ma deve comunque fare i conti con le risposte da dare per rendere competitivo il nostro territorio in questa epoca di globalizzazione"."Per questo dobbiamo offrire risposte nuove con nuovi strumenti: come quello del Piano strategico. Il principio che sta alla base del Piano strategico è semplice: non un patto neocorporativo calato dall'alto, che controlla la città come qualcuno ha voluto far credere; ma uno strumento che si pone l'obiettivo di individuare progetti concreti e condivisi per reperire nuove risorse e rispondere ai bisogni dei cittadini. Ed è uno strumento che dobbiamo usare bene, con un dibattito partecipato e fuori dai soliti stereotipi su Firenze e la sua area, che tenga conto della rapida trasformazione che sta vivendo il nostro territorio. I quattro punti su cui abbiamo organizzato il nostro programma sono dunque coesione e inclusione sociale, trasformazione urbanistica e infrastrutturale, cultura e sviluppo, città metropolitana. Terreni su cui si svilupperà il dibattito con la città, dibattito che poi si concluderà in questa sede, in consiglio comunale, con un voto ed una espressione politica. E nel dibattito dei prossimi due mesi potranno emergere anche temi mobilitanti che facciano essere co-protagonisti i cittadini: penso al tema dei rifiuti, dove ritengo che il coinvolgimento che tenda all' ‘opzione zero' non sia contraddittorio con lo sviluppo delle tecnologie; penso ad un piano energetico che riduca i costi e i livelli di inquinamento; penso alla mobilità alternativa ed in particolare ala città ciclabile. Perché dal percorso che abbiamo intrapreso devono emergere anche iniziative di coinvolgimento attivo e di corresponsabilizzazione diretta dei cittadini"."Ci sono altri temi importanti di questo dibattito che voglio citare; quello della dimensione internazionale, di operatrice di pace e di modello di inclusione della nostra città, con il rilancio dell'iniziativa per il diritto di voto alle elezioni amministrative dei cittadini stranieri che vi risiedano da tempo; quello della realizzazione della Fondazione per la cultura sulla quale si è già aperto un interessante dibattito; il rilancio dell'idea dell'osservatorio sui grandi lavori; un intervento sull'efficienza e le funzionalità delle società partecipate"."Mi auguro che si capisca che aprire un percorso di questo tipo è già di per sé un fatto politico; io non distinguo molto fra modalità e contenuti che spesso, come in questo caso, credo siano inscindibili – ha concluso Domenici - Promuovere questo confronto è anche una scommessa, che porta qualche rischio, ma credo sia interesse di tutti farlo funzionare al meglio; se vogliamo produrre innovazione anche nell'ambito del governo locale, è legittimo sperimentare modalità nuove. E' una sperimentazione politica; e per me la politica è una parola nobile, mentre credo che l'antipolitica non paghi. E se riusciremo ad avvicinare di più la politica ai cittadini, avremo fatto la cosa giusta". (ag)