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"La sfera pubblica e politica ha una sua autonomia che deve essere rispettata. E il punto di partenza per tutti devono sempre rimanere gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione, che regolano i rapporti fra lo Stato e la Chiesa e le altre confessioni religiose. Ma credo anche sia importante il riconoscimento della non residualità del pensiero religioso, in particolare quello cristiano, nel mondo contemporaneo, e della rilevanza della religione nella sfera pubblica. Poichè anche dall'esperienza religiosa, così come da altre esperienze etiche, ideali e culturali, possono scaturire delle energie morali che servono e che sono utili alla vita pubblica, intesa in termini più generali". Sono le parole del sindaco Leonardo Domenici, nel suo intervento di stamani in occasione della visita del cardinale Ennio Antonelli in Palazzo Vecchio per la tradizione consegna del messaggio papale sulla pace. Oltre al sindaco e al cardinale Antonelli, in Sala di Lorenzo erano presenti il vescovo Maniago, don Momigli, il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini, la presidente del consiglio degli stranieri Capalad, assessori, consiglieri comunali e dirigenti di Palazzo Vecchio."Il nostro è un appuntamento consueto, che quest'anno avviene in un momento particolare e difficile per la vita del nostro paese ha esordito il sindaco in cui si inserisce anche una vicenda che credo renda molto tristi tutti noi, credenti, non credenti, laici e cattolici: la rinuncia della visita del Papa all'Università la Sapienza. Non vorrei tornare sulla vicenda, ma credo sia giusto dire che si deve garantire il massimo pluralismo e il massimo confronto nel nostro paese e nelle nostre istituzioni politiche e culturali. Rispettando il punto di vista di tutti, garantendo la possibilità di manifestare il dissenso, ma anche l'agibilità per tutti delle occasioni di dialogo. E soprattutto contribuendo ad allentare il clima di intolleranza che sembra aumentare nel nostro paese. Come sindaco e come persona che ha una sua curiosità intellettuale, trovo sia stato molto giusto che il discorso del Papa sia stato comunque letto alla Sapienza. Personalmente l'ho trovato un discorso importante, ricco di stimoli e di spunti di riflessione. Naturalmente ciascuno può esprimersi a seconda del proprio punto di vista, ma credo che quell'intervento si possa considerare una forma di arricchimento del nostro dibattito politico, culturale ed etico. Credo che in quelle parole, così come nell'intervento del cardinale Antonelli che stamani viene distribuito, noi ritroviamo un punto, un principio che credo sia giusto sottolineare e che personalmente condivido: il riconoscimento della non residualità della religione, del pensiero religioso e in particolare del messaggio cristiano, nel mondo contemporaneo. Lo dico da un punto di vista laico, da uomo delle istituzioni. Credo che sia importante oggi riconoscere la rilevanza della religione nella sfera pubblica; e credo che questo possa anche contribuire ad una forma di riconoscimento reciproco, che attenua il clima che si è creato. Del resto, anche nel discorso del Papa ci sono dei punti importanti in questo senso"."Dobbiamo tornare a costruire quel senso comune, su cui poi sia possibile garantire quel pluralismo di cui non possiamo fare a meno ha detto ancora Domenici - Il punto delicato è naturalmente il rapporto con la sfera pubblica e politica, che hanno la loro autonomia che deve essere rispettata. E il punto di partenza per tutti devono sempre rimanere gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione. Ma se riusciamo a ritradurre nello spazio politico-istituzionale, le tensioni etiche e le convinzioni religiose e ideali, possiamo dare un contributo alla ricostruzione di un senso comune, inteso come senso che fonda la comunità. Se riusciamo in questo senso ad esercitare la nostra responsabilità, trovando anche spazi parapolitici', ovvero vicini alla politica, in istituzioni culturali che possano essere occasioni di confronto pubblico, forse possiamo dare un contributo fondamentale alla vita del nostro paese". (ag)