Il sindaco Domenici al seminario "Firenze Docet" parla di citt, innovazione e referendum. "Necessario un dibattito plu

Categoria
Il futuro delle città, lo scontro fra innovazione e conservazione, il referendum sulla tramvia e il dibattito "aperto, libero e plurale" che ne deve scaturire anche in ambito accademico, l'impegno e il lavoro di questa amministrazione fino al termine del mandato. Sono questi i temi toccati dal sindaco Leonardo Domenici nel suo intervento di apertura del seminario preparatorio del convegno "Firenze Docet. Città dell'alta formazione e ricerca" che si è tenuto stamani nel salone dei Dugento, organizzato da Comune e Università."Il lavoro che viene impostato stamani è di grande interesse per la città – ha esordito il sindaco, ricordando l'impegno comune di realtà e soggetti diversi dell'area cittadina, compresi Università e mondo della ricerca, che si associano per condividere obiettivi strategici di medio e lungo periodo – Credo che ora noi stiamo entrando in una fase nuova nel processo di trasformazione della città. Ma a questo proposito, c'è un problema di carattere generale, che riguarda tutto il nostro paese. Ed è un problema legato alle nostre città. Le città stanno attraversando un momento molto difficile e delicato, ma al tempo stesso sono anche l'elemento essenziale per la crescita, lo sviluppo e il rilancio del sistema Italia. E se c'è stato un limite alle politiche nazionali portate avanti negli anni nel nostro paese, è stato proprio quello di non aver perseguito politiche urbane di tipo strategico in modo organico e condiviso, al contrario di quanto hanno fatto con successo altri stati europei"."In questo quadro – ha proseguito il sindaco - le città hanno cercato di ‘arrangiarsi', di impostare piani e progetti particolarmente impegnativi. Penso che oggi in qusto senso si debba fare uno sforzo non solo per riflettere di più tra di noi, ma anche perché queste trasformazioni urbane, e dunque anche della nostra città, diventino sempre di più casi di carattere europeo: altrimenti rischiamo di avvitarci in un dibattito molto chiuso e provinciale". Domenici si è detto "profondamente convinto del fatto che a Firenze il messaggio e l'impegno per questa trasformazione sia passato, sia stato capito; anche se la dialettica e in confronto fra cambiamento e conservazione è ancora molto vivo. E porta a dei paradossi: come ad esempio il fatto che faremo un referendum sulla realizzazione della nuova tramvia, nel momento in cui i lavori sono già in corso". Soffermandosi su questo tema il sindaco ha sottolineato che "in questo momento mi interessa poco il dibattito che qualcuno fa, se sia giusto o meno fare un referendum di questo tipo. Il realismo politico impone di prendere atto che questo referendum c'è. E nonostante ci sia la tendenza da parte di qualcuno a cercare di ‘uscire' da questo confronto, io credo invece che il referendum si componga da una tavola di verità formata soltanto da un sì o da un no. E quindi credo sia giusto, importante e necessario esprimersi in questa direzione". "Penso che in questo momento sia essenziale far emergere che si deve dire chiaramente ‘no' a chi comunque, senza proposte alternative concrete, intende bloccare e impedire di portare avanti l'innovazione della città, che passa anche attraverso la messa in opera del nuovo sistema di trasporto che è la tramvia. Si può discutere molto degli aspetti di carattere tecnico, del fatto che le cose di possano fare meglio; ma qui siamo a un livello diverso, siamo a discutere se vogliamo veicolare un'idea astrattamente conservatrice della città o se vogliamo invece continuare a trasformarla". E su questo punto il sindaco non ha dubbi: "Sono profondamente convinto che le città sono come organi viventi: se non si trasformano, prima o poi muoiono. Ed è importante capire quali sono i problemi fondamentali, per cercare e offrire delle risposte. Nel caso specifico, uno dei problemi delle città e quindi anche di Firenze è l'inquinamento atmosferico e dei troppi veicoli privati che circolano. Ed a questo problema noi stiamo cercando di dare risposta".Domenici ha poi allargato il suo ragionamento: "Più in generale, credo che questo confronto tra cambiamento e conservazione sia interessante anche per i risvolti di natura economica, sociale, culturale e civile. E anche per il riflesso che ha sul piano politico-amministrativo. Sono sempre stato convinto, ancor di più con l'esperienza di sindaco, che lo schema per cui conservazione e innovazione coincidono con due precisi schieramenti politici non sia più proponibile. Il tema dell'innovazione oggi percorre orizzontalmente gli schieramenti politici, li scompone e li ricompone di volta in volta, a seconda di quelli che sono gli obiettivi da perseguire. Questo è un tema attuale anche in una città come la nostra, dove penso che la conservazione non sia solamente a destra, ancorché sia evidente che questa battaglia contro al tramvia si è deciso di cavalcarla soprattutto da un certo schieramento; in realtà uno schema di tipo conservativo proviene da più parti. E questo è un punto che merita una riflessione attenta, almeno dal punto di vista dell'evoluzione dei rapporti e delle culture".Ha proseguito il sindaco: "Cosa c'entra tutto questo con la cultura? C'entra molto, in una città che ha visto svilupparsi negli anni passati, anche grazie a un consistente supporto di una parte della stampa, il cosiddetto ‘movimento dei professori'. Ma io penso anche la scomposizione, così come esiste nella politica, esista anche nel mondo dei professori e degli intellettuali. Per cui è difficile pensare che ci si possa fregiare di un termine che qualifica professionalmente l'attività di una persona, ‘traducendolo' a livello politico. In realtà, quello che è importante è che ci sia un dibattito aperto, in cui tutti i punti di vista scendano in campo e si esprimano, senza dare l'impressione che in certi mondi, più o meno vicini alla cultura e alla ricerca, la si pensi più o meno tutti allo stesso modo. La condizione di un dibattito aperto, libero e plurale, è essenziale per poter consentire la formazione di opinioni altrettanto aperte e libere". Proprio per questo, per Domenici nei prossimi mesi "sarà molto importante riuscire a sviluppare nel modo più trasparente e rigoroso il dibattito pubblico, anche in vista della scadenza del referendum. Auspico un impegno civile forte da parte di tutti per un dibattito serio e soprattutto ancorato ai fatti. Cosa che spesso negli ultimi tempi non avviene: dobbiamo evitare dibattiti virtuali, dibattiti attraverso la ‘produzione di titoli a mezzo titoli' che non entrano mai nel merito delle questioni e che, di fatto, prescindono rigorosamente dalla realtà dei fatti".Concludendo, Domenici ha ricordato che "se noi parliamo di alta formazione e di cultura, ne parliamo anche in riferimento ai piani di sviluppo di Firenze: e questo ci può aiutare a vedere prima di tutto come stanno le cose, e a cercare di interpretare nel mondo più autentico le scelte che vengono fatte sulla base della concretezza dei dati. Abbandonando, mi auguro, gli schematismi che non ci concedono di avvicinarsi ai problemi e alle soluzioni che proponiamo". "E' vero che manca ormai un anno e mezzo alla fine di questo mandato amministrativo e quindi anche alla fine di mia esperienza di sindaco – ha aggiunto Domenici - Ma è importante che tutti sappiano che in questo periodo, anche se si potranno fare sul futuro tutti i dibattiti che vogliamo, c'è comunque un sindaco e un'amministrazione che andranno fino al compimento del loro impegno. E sarà bene che tutti coloro che guardano al futuro, magari con qualche aspirazione personale, pensino anche al presente: perché si vedrà a partire dal presente se hanno le carte in regola per poter realizzare le loro ambizioni. Questo è un discorso che riguarda tutti, il presente, il futuro, la tramvia, gli altri progetti: perché è a partire dall'oggi che si misurano le capacità di ciascuno per il domani. Noi intanto continueremo a fare il nostro lavoro fino in fondo". (ag)