Oriana Fallaci commemorata in Palazzo Vecchio. Il sindaco Domenici: "Una Fondazione in suo nome. A lei il merito di averci messo di fronte ai problemi reali del nostro tempo"
Una Fondazione intitolata ad Oriana Fallaci: questa è la proposta scaturita stamani e fatta propria del sindaco Leonardo Domenici, durante la solenne cerimonia di commemorazione che si è tenuta nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio nel trigesimo della scomparsa della grande giornalista e scrittrice. Erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, il regista Franco Zeffirelli, il direttore editoriale di Mediaset Enrico Mentana e il condirettore del Corriere della sera Paolo Ermini. "Come avevo annunciato, organizzeremo un importante convegno sull'opera e la figura di Oriana Fallaci nei prossimi mesi, lo abbiamo concordato con la famiglia ha detto Domenici chiudendo la manifestazione Spero che quello potrà essere il presupposto concreto per far nascere una Fondazione in suo nome, che raccolga tutte le opere e i suoi scritti".Nell'intervento di apertura della cerimonia, il sindaco aveva per prima cosa ringraziato i fiorentini che affollavano il salone ed in particolare i parenti di Oriana Fallaci: la sorella Paola ed i nipoti Edoardo ed Antonio. "Vogliamo rendere omaggio ad una fiorentina illustre ha detto Domenici grande giornalista, inviata di guerra temeraria, scrittrice, una donna con un temperamento non facile, si potrebbe dire un caratteraccio fiorentino; ma soprattutto una donna che combatteva in nome delle proprie idee, delle proprie passioni. Aldilà del fatto che si potessero condividerle in toto, in parte o per niente. Credo quindi sia giusto che Firenze le renda omaggio, stamani e non solo stamani. Anche per il legame profondo, direi viscerale che Oriana aveva con la sua città". E a questo proposito il sindaco ha ricordato sia la sua proposta, fatta all'indomani della morte, di dedicarle un grande convegno organizzato con l'Istituto Vieusseux e la Fondazione Corriere della Sera; sia la delibera approvata dal consiglio comunale fiorentino per individuare lo strumento più adeguato per ricordare la scrittrice, intitolando con in suo nome un edificio, una strada o una piazza, o realizzando una statua in suo onore, o dedicandole un corso di laurea e formazione in giornalismo. "Credo sia importante sottolineare questo ha sottolineato il sindaco - anche perché ci sono state molte polemiche, scontri anche aspri. Però io credo che noi oggi si debba non cancellare le differenze e gli scontri, ma avere una visione più complessiva e collocare in una visione più generale anche gli elementi più negativi che ci sono stati. Sarebbe sbagliato, sciocco e miope considerare solo alcuni aspetti della vita di Oriana Fallaci; perché la sua è stata una vita intensa, complessa, una vita che ha dato molto"."Se posso fare una considerazione di carattere personale ha continuato il sindaco devo dire che nel leggere le pagine delle ultime opere di Oriana, sono rimasto colpito più volte da affermazioni molto rudi, brusche, determinate, che sono presenti in quei lavori e che io non mi sento di condividere. Ma in quei lavori io ho trovato e sentito la presenza di una preoccupazione profonda, reale, di quella che è la realtà del mondo in cui viviamo e dei rischi che corriamo noi, dei rischi che corre la nostra civiltà. Questi sono problemi reali. Sui quali possiamo discutere, da posizioni distinte, per capire quali risposte dare: ma sono problemi che esistono. Ad Oriana Fallaci va dato il merito di averli sollevati, di averli messi di fronte a tutti. Anche se con brutalità, lei ha fatto qualcosa che merita una riflessione, un approfondimento continuo. E la possibilità, nello svilupparsi del confronto, di mantenere quelli che sono i tratti caratterizzanti il nostro mondo e la nostra realtà: la libertà la democrazia, il pluralismo, la tolleranza. E' proprio di questo che mi sarebbe piaciuto discutere con Oriana". "Io credo che ci siano dei nemici di questi nostri valori ha proseguito il sindaco - Ma credo anche che l'obiettivo fondamentale di questi nemici (che non penso siano tutti gli islamici o i tutti musulmani) sia quello di farci cadere in una trappola. La trappola di negare noi stessi e questi nostri valori. Noi dobbiamo essere capaci di rispondere, ma al tempo spesso dobbiamo essere capaci di non negare questo nostro tratto identitario. Ciò che vogliono è cercare di disvelare questi valori. E noi abbiamo sì bisogno di trovare risposte adeguate, ma abbiamo bisogno anche di rimanere noi stessi."A questo proposito, in chiusura il sindaco Domenici ha citato un racconto dello scrittore anglo-pakistano Harif Kureishi, tratto dal suo recente libro "La parola e la bomba". La storia di un uomo, un pakistano che vive da anni in Inghilterrra, che vede a poco a poco il proprio figlio ventenne abbandonare le caratteristiche di un ragazzo occidentale, per trasformarsi in un fanatico fondamentalista. E alla fine non ce la fa più: lo prende, lo picchia, lo massacra di botte. E dopo il pestaggio il figlio, con il volto coperto di sangue, senza reagire chiede al padre: Allora, chi è il fanatico adesso? "Ebbene ha concluso Domenici io non voglio diventare un fanatico. Ma riconosco che il merito di Oriana Fallaci è stato quello di porre davanti a tutti noi il problema. Di come si risponde, nel mondo in cui viviamo, al fanatismo che ci minaccia". (ag)