Celebrazioni 150 anni della Rivista Nuova Antologia, l'intervento del sindaco Nardella
Questo il testo dell'intervento del sindaco Dario Nardella in occasione del convegno a Palazzo Vecchio per le celebrazioni dei 150 anni della Rivista Nuova Antologia:
"Illustre Presidente della Repubblica, autorità tutte, gentilissimi ospiti,
vi porto il saluto della città di Firenze in occasione di questa importantissima iniziativa per i 150 anni della nascita della rivista Nuova Antologia.
Presidente, La ringrazio per essere tornato nel nostro Salone dei Cinquecento dopo l’appuntamento per i festeggiamenti del 150° anniversario di Firenze capitale d’Italia del 18 novembre scorso. I due eventi sono tra loro collegati, poiché, la nascita di una così prestigiosa pubblicazione come la Nuova Antologia è senza dubbio collegata alla proclamazione di Firenze capitale e al fermento intellettuale che si diffuse nella nostra città in quegli anni. Rappresenta, anzi, uno dei principali contributi alla formazione dello Stato Italiano, che, oltre all’unificazione istituzionale e amministrativa, necessitava di un’unificazione nei valori, nella cultura e nella lingua. Tutti i più grandi scrittori, storici, scienziati e uomini delle istituzioni italiani di questi 150 anni hanno contribuito, attraverso le pagine della Nuova Antologia, allo sviluppo dell’Italia e alla sua configurazione attuale.
Ringrazio per questo la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, e in particolare il Prof. Cosimo Ceccuti, per l’instancabile lavoro di promozione culturale, scientifica e storica, così utile alla realtà di Firenze e dell’Italia intera.
Non posso però non ricordare il contributo decisivo di Giovanni Spadolini in questo grande percorso: Spadolini diresse la Rivista per 40 anni, fino alla sua prematura scomparsa nel 1994. Ne riportò la pubblicazione a Firenze, dopo lo spostamento a Roma per circa 100 anni. Questo fondamentale impegno fu riconosciuto anche dal Presidente della Repubblica Pertini che nel 1980 costituì, con apposito Decreto, la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, proprio per assicurare la continuità di pubblicazione della rivista.
Spadolini è stato sicuramente uno dei più grandi fiorentini del secolo scorso. Un uomo profondamente impegnato in tutti gli aspetti della vita, come dimostrano i tanti campi di attività in cui si è cimentato - dal giornalismo, all’insegnamento universitario, fino all’attività politica e istituzionale - raggiungendo sempre i più alti livelli.
Un grande fiorentino che ha aiutato tutti noi a comprendere di più la nostra storia e la nostra tradizione: ”il miracolo di Firenze è stato quello di contemperare una naturale disposizione alla poesia, una grazia e un'eleganza innate, un insuperabile amore della bellezza con un attaccamento alla natura, con una disciplina del mondo, con una coscienza severa degli obblighi e dei doveri della vita…” credo che questa sua citazione sia perfettamente dimostrativa del carattere unico di Firenze.
E Spadolini è anche stato un grande precursore in tema di riforme istituzionali e innovazione dello Stato. Nel suo discorso di insediamento come Presidente del Senato nel 1987 parlava della necessità di ”riforme istituzionali che ricongiungano i tempi della politica a quelli della società civile, di riforme che diano al Governo certezza della sua maggioranza, […] e la capacità di attuazione del programma solennemente approvato”. Possiamo dire che, finalmente, il percorso che Spadolini evocava nel 1987 sta giungendo a pieno compimento: la riforma costituzionale approvata dal Parlamento in prima lettura – in attesa del referendum confermativo che permetterà a tutta la popolazione di esprimersi – rappresenta un equilibrato punto di arrivo proprio nel ricongiungere i tempi di azione della politica a quelli della società civile.
Voglio poi dare un breve spunto al tema scelto per il convegno di oggi. Mi riferisco, in particolare, al contributo positivo delle città nello scenario del XXI secolo. Sono convinto, infatti, che sempre di più le città possano - e debbano - essere protagoniste del mutamento sociale, economico e culturale, italiano e internazionale. Spesso, invece, ci dimentichiamo della dimensione cittadina, del ruolo delle città in dinamiche e politiche che trattiamo a livello nazionale o regionale.
Un esempio positivo in questo senso è stata la recente introduzione nel nostro ordinamento delle Città metropolitane. Le Città metropolitane possono rappresentare una grande possibilità di sviluppo della qualità della vita dei nostri cittadini, grazie alle numerose capacità in tema di ricerca scientifica, innovazione tecnologica, sviluppo sociale, sistema dei trasporti... Proprio in questi giorni tutte le Città metropolitane sono riunite qui in Palazzo Vecchio per condividere strategie e visioni sulla città del futuro, su come favorire sviluppo e progresso.
Porto poi l’esempio della nostra Firenze: grazie al suo immenso patrimonio storico e artistico è diventata nel corso dei secoli un attrattore di persone da tutto il mondo, un luogo di incontro e di scambio. Questo patrimonio immateriale è una delle più grandi ricchezze di Firenze, riconosciuto in tutto il mondo. Grazie a ciò è stato possibile iniziare un percorso di dialogo con tante altre città, incominciato nel novembre scorso con Unity in Diversity, che ha riunito in questo Salone più di 80 sindaci da tutto il mondo, e che proseguirà anche quest’anno, mettendo a tema la capacità di resilienza delle città e le attività per la salvaguardia dai rischi idraulici, nel 50° anniversario della tragica alluvione di Firenze.
Presidente, La ringrazio nuovamente di essere qui per festeggiare insieme il 150° anniversario di una nostra eccellenza culturale come la rivista Nuova Antologia, e do a tutti voi intervenuti il benvenuto a Firenze".