Seminario dell'Assemblea parlamentare Nato, il sindaco Nardella: "Il terrorismo non vince dove i valori e la cultura sono saldi e le civiltà sono forti"
“La ricerca e il mantenimento della pace è un obiettivo così grande che non deve e non può essere realizzato a discapito della nostra identità, di un pezzo della nostra storia e cultura: incontrare l’altro non significa rinunciare a qualcosa di noi, non vuol dire cambiare il nostro modo di vivere, né tanto meno cedere al terrore e alla paura. Il terrorismo non vince dove i valori e la cultura sono saldi e le civiltà sono forti”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella intervenendo in apertura del seminario dell’Assemblea parlamentare della Nato organizzato dal Gruppo speciale per il Mediterraneo e il Medio Oriente, che ha preso il via stamani nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
“Noi possiamo e dobbiamo condividere tali valori con tutti i popoli attraverso un confronto basato sul rispetto reciproco - ha continuato il sindaco -, perché solo così sarà possibile vivere in nuove comunità. Proprio perché la cultura, come le vite umane, è l’obiettivo privilegiato del terrorismo del nostro tempo, essa è dunque anche l’antidoto a quella violenza”.
“In occasione del convegno ‘Unity in diversity’, che si è tenuto a Palazzo Vecchio dal 5 all’8 novembre scorsi, in ricordo dell’analoga iniziativa realizzata nel 1955 dall’allora sindaco Giorgio La Pira - ha proseguito Nardella -, i sindaci di oltre ottanta città di cinquanta Paesi del mondo hanno ricordato che sono le città e le comunità cittadine a pagare il prezzo più alto alla guerra e al terrorismo. Come è stato poi tragicamente confermato dai fatti di Parigi o da quanto avvenuto in seguito in un’altra grande capitale europea come Bruxelles. Perciò, anche le autorità e le comunità locali sono chiamate a giocare un ruolo e ad assumersi responsabilità nuove, nel tentativo di promuovere la sicurezza, la legalità, il dialogo e il progresso civile”. “Lo scopo con cui abbiamo organizzato ‘Unity in diversity’ - ha spiegato il sindaco - è stato proprio quello di compiere un passo in avanti forte e deciso nel segno della cooperazione tra tante città, alcune recentemente teatri di guerra o di attentati terroristici come Kobane, Baghdad, Diabarkyr, Herat, Mostar, Nazareth, Tunisi, per mostrare che è possibile discutere di pace e garantire la sicurezza comune delle popolazioni locali”.
“Oggi ci troviamo di fronte a minacce ‘ibride’, come sono le organizzazioni terroristiche che hanno organizzato i grandi attentati sia in Occidente che in Medio Oriente negli ultimi anni. Minacce ‘ibride’ e complesse che hanno una matrice ideologica, culturale, religiosa, politica - ha concluso Nardella - e mirano a stravolgere l’ordine sociale che si è instaurato nelle democrazie occidentali, sfruttandone alcuni elementi e valori contraddistintivi come la libertà di circolazione di persone e beni, i sistemi di comunicazione, i media diffusi e le innovazioni tecnologiche, Internet su tutti. Non sono Stati riconoscibili, ma hanno comunque una capacità d’azione molto forte ed estesa a livello internazionale. Il nemico comune è, quindi, oggi più difficile da individuare, ne sono dimostrazione palese gli eventi dei giorni e dei mesi passati. A causa della complessità di queste sfide che dobbiamo affrontare, non possiamo pensare di poter operare in solitudine ma dobbiamo coordinare la nostra azione con quelle dei partner e degli altri grandi attori ‘produttori di sicurezza’, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’OSCE e l’Unione europea”. (fp)