Unity in Diversity, firmato il "Manifesto di Firenze". Il sindaco Nardella: "Un impegno concreto delle città sulla resilienza ai disastri naturali"

Un impegno comune delle città sulla resilienza ai disastri naturali e a quelli causati dall’uomo, in particolar modo su quelli legati al rischio idraulico e idrogeologico. È quello che prevede il “Manifesto di Firenze” firmato questa mattina dai sindaci nell’ambito della seconda edizione di Unity in Diversity, la conferenza internazionale che da ieri riunisce a Palazzo Vecchio cinquanta delegazioni provenienti da quattro continenti. All’ordine del giorno dei lavori la tutela del patrimonio culturale delle città che quotidianamente devono affrontare problematiche legate alla convivenza con i corsi d’acqua, ma non solo: cambiamento climatico, risorse energetiche, protezione del patrimonio culturale e naturale in pericolo sono i temi affrontati dai sindaci con esperti e relatori internazionali di alto profilo.
“Questo manifesto rappresenta uno sviluppo della ‘Carta di Firenze’ firmata l’anno scorso ed è la conclusione della seconda edizione di Unity in Diversity – sottolinea il sindaco Dario Nardella –. Vuole ampliare la collaborazione e l’impegno delle città sulla resilienza, ovvero sulla capacità di adattarsi alle situazioni difficili causate dai disastri naturali e di organizzarsi per la prevenzione e la gestione post emergenza. E contiene impegni molto concreti e operativi su questo fronte. Per questo è di grande rilievo che le città presenti alla conferenza abbiamo sottoscritto uno strumento così innovativo: si tratta infatti di un impegno importante per la protezione e la tutela del patrimonio culturale dal rischio idraulico e idrogeologico”.
Tra le azioni concrete previste dal manifesto la mappatura dettagliata delle zone di rischio, analisi puntuali degli interventi da fare, iniziative mirate all’informazione della popolazione. Significativo anche l’impegno dei sindaci ad una collaborazione attiva con scambi continui di esperienze in modo da migliorare gli interventi nel campo della prevenzione dei rischi idraulico e idrogeologico.
Nell’ambito della seconda giornata di “Unity in Diversity” è stata anche scoperta la targa in marmo realizzata dall’artista Erica Tamborini in ricordo della prima edizione di “Unity in Diversity”. (mf)

Ecco il testo del manifesto firmato dai sindaci.


Manifesto di Firenze sulla resilienza e sulla mitigazione
del rischio idraulico ed idrogeologico

Novembre 2016


Noi, Sindaci riuniti a Firenze, in occasione del Forum internazionale “Unity in Diversity” – The Road to Resilience (2-4 novembre 2016), a cinquanta anni di distanza dell’alluvione dell’Arno del 1966

Avendo partecipato all’edizione “Unity in Diversity 2016” ed avendo contribuito al dibattito sui temi della resilienza delle Città davanti alle catastrofi naturali e a quelle causate dall’uomo nonché della mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico nel mese di novembre 2016


Riconoscendo

• La piattaforma “Unity in Diversity” quale strumento di collaborazione tra le Città firmatarie della Carta di Firenze 2015 e dei successivi manifesti, come pure di riflessione sul futuro delle Città e del loro ruolo nella comunità internazionale, nonché di dialogo ed interazione con gli Stati e gli organismi internazionali in particolare per la promozione della pace e per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e di quello culturale materiale ed immateriale, come pure dell’impegno civico per la promozione del dialogo sociale al fine di favorire l’equità e l’unità

• La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell'Umanità, adottata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, quale impegno assunto dalle istituzioni internazionali a preservare e a tutelare il patrimonio culturale e quello naturale, minacciati dalla distruzione indotta non solo da cause tradizionali di deterioramento ma anche da fattori antropici derivanti dall'evoluzione della vita sociale ed economica che aggravano la situazione con fenomeni di alterazione o di distruzione ancor più pericolosi

• La salvaguardia del patrimonio culturale come impegno rinnovato dell’Unione Europea e dei suoi Stati Membri in quanto dimensione rilevante per la riduzione del rischio e, come tale, nell’ambito del Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Catastrofi 2015-2030, ai fini della riduzione del rischio ed alla promozione della resilienza rispetto ai disastri con nuovo senso di urgenza nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eliminazione della povertà

• La “Charter of Rome on the Resilience of Art Cities on Natural Catastrophes” (2016) sulla resilienza delle Città d’arte dinanzi alle catastrofi naturali quale invito ad assicurare che alle Città d’arte ed ai relativi patrimoni culturali sia garantito uno status speciale, nonché l’attivazione di politiche innovative e l’efficacia di meccanismi finanziari rinnovati in termini di tax funding e/o donazioni

• L’alluvione dell’Arno del 1966 quale evento fondamentale che ha segnato le coscienze ed attivato forme di mobilitazione e solidarietà internazionali a favore della salvaguardia di Firenze e, da qui, delle Città ad elevato valore artistico, per far fronte ai danni subiti a seguito di inondazioni, alluvioni, esondazioni, tsunami e terremoti

• La resilienza quale investimento sul futuro delle Città e per il benessere delle popolazioni e, pertanto, la necessità di una politica della resilienza e della prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico che veda protagoniste le Città, in particolare per la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale da minacce ambientali quali inondazioni, alluvioni, esondazioni, tsunami e terremoti

• Le analisi e le indicazioni dell’“International Technical and Scientific Committee (ITSC) on the Protection of Florence from Flooding” quali utili strumenti sia per accrescere la consapevolezza e la responsabilità delle istituzioni nonché dei cittadini nella prevenzione dei disastri naturali ed antropici sia per favorire politiche ed azioni volte a mitigarne i rischi e gli effetti, sia per riconoscere il ruolo e la responsabilità delle Città nell’ambito delle attività di sviluppo e promozione della consapevolezza culturale e del senso di appartenenza necessari alla prevenzione di disastri naturali ed antropici e alle successive azioni di risposta. Ciò si estende anche alla costante tutela del patrimonio storico e culturale,

Comprendendo

• Che la presenza di corsi d’acqua espone le Città e gli agglomerati urbani al rischio di eventi potenzialmente pericolosi e alla molteplicità degli impatti che questi possono generare

• Che efficaci politiche, strategie ed azioni volte alla mitigazione e alla prevenzione del rischio possono essere adottate al fine di contenere gli effetti di inondazioni, alluvioni, esondazioni, tsunami e terremoti

• Che i comportamenti resilienti devono trovare una applicazione coerente con le specificità ambientali, sociali, economiche nonché culturali delle realtà urbane, anche per la conservazione, il recupero e la valorizzazione dei saperi e del saper fare delle maestranze che costituiscono i principali ingredienti delle strutture socio-economiche territoriali

• Che la maggior parte dei Paesi che comprendono mercati emergenti sono soggetti a fenomeni di urbanizzazione – le Nazioni Unite stimano che entro il 2050 il 66% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane – e vi si rileva altresì la propensione a sviluppare le aree urbane centrali a discapito delle aree periferiche, che sovente determina fenomeni di povertà urbana


Ci impegniamo

• All’adozione di politiche, strategie graduali e piani integrati per la tutela delle nostre Città dal rischio idraulico ed idrogeologico che si fondino su

 Rilevazioni e mappature delle nostre Città attraversate da corsi d’acqua, nonché dei relativi edifici storici ed opere culturali, come pure del rispettivo grado di rischio, per l’identificazione, la gestione, il controllo e la messa in sicurezza degli stessi, anche attraverso coperture assicurative adeguate alla rilevanza delle opere culturali e degli edifici storici, sia a livello di prevenzione sia di intervento mirato a seguito di disastro naturale

 Sistemi di monitoraggio e di gestione corretta delle informazioni a garanzia della precoce attivazione di segnali d’allarme

 Valutazioni economiche e gestioni finanziarie del rischio idraulico ed idrogeologico rispetto ai possibili danni e alle risorse necessarie per eventuali azioni di recupero, restauro e/o ricostruzione

 Azioni finalizzate a pianificare il trasferimento del rischio idraulico ed idrogeologico verso aree non urbanizzate ed interventi finalizzati a migliorare i sistemi di drenaggio urbano

 Modelli ed elaborazioni di scenari di rischio in grado di prevedere i relativi effetti, individuare le azioni necessarie e stimarne i costi

 Metodologie sperimentali di partecipazione che si avvalgano delle forme espressive dell’arte, anche audiovisive, per la realizzazione e l’adozione di piani integrati di gestione del rischio

 Azioni di rafforzamento ed ampliamento della rete “Unity in Diversity” anche ai fini del suo riconoscimento da parte di istituzioni sovranazionali

 Programmi condivisi di attività mirate a promuovere il confronto su esperienze, pratiche, ricerche, sperimentazioni, politiche e strumenti operativi adottati per mitigare sia i rischi legati ad eventi naturali sia quelli indotti da fattori antropici, quali cambiamenti climatici, fenomeni di sfruttamento ambientale nonché conflitti


• All’adozione di comportamenti resilienti finalizzati a

 Valorizzare e promuovere il ruolo delle Città – in quanto espressione della volontà dei singoli cittadini – nell’elaborazione delle agende e degli accordi internazionali rispetto alle politiche locali

 Garantire alle organizzazioni internazionali un ruolo di facilitazione favorendo la collaborazione tra i livelli territoriali e gli attori coinvolti nella risposta all’emergenza

 Far sì che gli Stati nazionali non siano gli unici attori fondamentali nelle attività di prevenzione del rischio e di risposta alle situazioni di crisi, nonché favorire la partecipazione attiva dei cittadini al fine di generare consapevolezza e promuovere comportamenti virtuosi nella prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico

 Stimolare investimenti pubblici e privati per la prevenzione e la mitigazione del rischio attraverso interventi materiali ed immateriali che si ritengono essenziali per sviluppare la resilienza economica, sociale, fisica e culturale dei cittadini, delle comunità e degli Stati, nonché dei rispettivi patrimoni naturali, paesaggistici e culturali

 Accrescere la consapevolezza del patrimonio sia culturale sia artistico quale elemento di identità dei singoli popoli e, al contempo, patrimonio dell’intera umanità, anche in riferimento alle strutture del sapere e della conoscenza delle Città quali ambienti preposti all’istruzione, alla formazione, all’educazione, alla ricerca e alla tecnologia, nonché ad attività di aggregazione


Sulla base di tale riconoscimento, riteniamo fondamentale

 Incoraggiare, nell’ambito delle rispettive politiche, l’integrazione tra sistemi, settori ed organizzazioni – pubbliche e private – legati allo sviluppo sostenibile e alla riduzione del rischio di disastri, nonché di piani, programmi e processi volti alla tutela, al recupero, al restauro e/o alla ricostruzione del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale materiale ed immateriale, per trasformare il rischio o il verificarsi di disastri in opportunità di mobilitazione, coesione, solidarietà, e sviluppo economico

 Promuovere la cultura della prevenzione e della valutazione del rischio, potenziando lo scambio di informazioni, conoscenze e migliori pratiche tra le Città che sono state vittima di disastri naturali, al fine di rafforzare la consapevolezza dei relativi effetti sugli aspetti umani, psicologici, culturali, economici, sociali ed artistici delle comunità colpite
 Rafforzare il tratto identitario delle Città legato alla presenza di un fiume o di un corso d’acqua, valorizzandone gli argini – nel rispetto delle norme di sicurezza – anche attraverso le forme espressive dell’arte e nuove forme di socialità

 Promuovere tutte le azioni necessarie perché la piattaforma “Unity in Diversity” diventi operativa presso l’UNESCO quale strumento di collaborazione tra le Città firmatarie della Carta di Firenze 2015 e del Manifesto di Firenze 2016, come pure di riflessione sul futuro delle Città e del rispettivo ruolo nella comunità internazionale, nonché di dialogo ed interazione con gli Stati e gli organismi internazionali


Firenze, lì 3 novembre 2016