25 aprile, il sindaco Nardella: "Lo dedico alle 60mila donne che si sono date alla causa della Liberazione"

“La lotta di liberazione dal nazifascismo è patrimonio di tutti: non è stata solo una guerra di trincea combattuta da soldati professionisti, ma un conflitto che ha coinvolto anche uomini e donne comuni, dipanandosi all’interno delle città, in mezzo ad una quotidianità fatta di lavoro, di normalità familiare, di monotone consuetudini”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella, intervenendo alle celebrazioni ufficiali organizzate in occasione del 71esimo anniversario della Liberazione, alle quali ha partecipato tra gli altri anche il sottosegretario al ministero della Giustizia Gennaro Migliore.
“Ogni anno questa festa ha un significato forte e nuovo, che dobbiamo rinnovare con la passione, l’energia e la determinazione, ricordando i partigiani che oggi non ci sono più e coloro che ancora vivono - ha affermato il sindaco - e testimoniano la straordinaria grandezza del sacrificio che uomini e donne hanno sopportato per darci la libertà”.
Nel suo intervento sull’Arengario di Palazzo Vecchio il sindaco ha condannato con forza chi ancora oggi usa la violenza per affermare le proprie ragioni e oltraggia la legge e le Istituzioni come è accaduto a Firenze lo scorso mercoledì notte, con l’aggressione alla caserma dei Carabinieri di Rovezzano, nata come reazione ai tre arresti avvenuti nella stessa notte: “Chi ha compiuto quell’aggressione ha oltraggiato la democrazia e il senso della missione di migliaia di agenti delle forze dell’ordine che hanno lottato e continuano a battersi per essa. Nella solennità di questo momento esprimiamo tutti la vicinanza e il sostegno alle forze dell’ordine e in particolare ai Carabinieri che sono stati vittime di questo attacco, affinché episodi del genere non si ripetano”. Il sindaco ha ricordato poi come anche le forze dell’ordine sono state protagoniste della Liberazione: “Erano carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, i ‘martiri di Fiesole’ che il 12 agosto 1944 si consegnarono alle truppe naziste a Fiesole per salvare dieci ostaggi e subito dopo furono fucilati”.
Nardella nel suo intervento ha fatto riferimento anche alle vicende attuali che interessano il nostro continente: “L’Europa di oggi è un’Europa in cui si torna a parlare di muri e fili spinati. Un’Europa che assomiglia per tanti aspetti, troppo, all’Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Coloro che pensano che erigendo nuovi muri e mettendo nuovi fili spinati si possa dare più libertà sbagliano, dove si erige un muro perde l’umanità. Dobbiamo ricordarci che chi fugge dal dolore della repressione non lo fa per trovare più denaro e ricchezza, ma lo fa perché scappa dall’odio e dalla violenza. Io non voglio vivere in un’Europa che chiude le porte a chi fugge per disperazione dalla repressione e da morte sicura. Questa Europa assomiglia troppa a quella per la quale i partigiani hanno dato la vita. Questa Europa dei populismi assomiglia troppo a quell’Europa e non va bene. Sta ad ognuno di noi celebrare ogni giorno il 25 aprile perché la liberazione è patrimonio comune e va coltivata”. “Io vorrei dedicare questo 25 aprile soprattutto alle 60mila donne che si sono date alla causa della Liberazione: alle donne di cui ricordiamo ancora i nomi e alle donne di cui non sappiamo nulla, donne comuni, partigiane e infermiere, madri e lavoratici, che non si sono piegate all’oppressione e all’ingiustizia e che hanno dato spesso la loro vita per la Liberazione, rappresentando l’esempio più di alto di come l’Italia abbia conquistato il valore della libertà con le proprie forze”.
Le celebrazioni sono iniziate alle 9.30 in piazza dell’Unità italiana, dove sono state deposte corone al monumento ai Caduti di tutte le guerre, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, con i gonfaloni del Comune di Firenze, della Regione Toscana e della Città metropolitana di Firenze, la bandiera del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale del Corpo Volontari della Libertà e i labari delle associazioni dei partigiani. Al termine della cerimonia si è formato un corteo che ha raggiunto l’Arengario di Palazzo Vecchio, dove la Filarmonica ‘Gioacchino Rossini’ ha eseguito l’Inno d’Italia. A seguire, l’orazione ufficiale della presidente della Corte di appello di Firenze Margherita Cassano e gli interventi del presidente del Parlamento degli studenti della Toscana Bernard Dika, del presidente dell’Anpi provinciale di Firenze Silvano Sarti e del sindaco Dario Nardella. Gli interventi sono stati intervallati dalle letture tratte dai ‘Sentieri di nidi di ragno’ di Italo Calvino interpretate dai giovani del Teatro della Toscana.
Le celebrazioni si concluderanno alle 17,30 sull’Arengario di Palazzo Vecchio dove si terrà il concerto per la cittadinanza della Filarmonica Rossini. (fp)