Dal 13 al 17 settembre al via in Oltrarno la prima edizione del Firenze Jazz Fringe festival

Il sindaco Nardella: "Bellissima opportunità per tutta la città e per la cultura italiana"

Arriva il grande jazz a Firenze nella I edizione del Firenze Jazz Fringe festival (FJFF) che scorre dalle piazze e nelle strade dell’Oltrarno con performance aperte a tutti dal 13 al 17 settembre, progetto speciale dell’Estate Fiorentina, prodotto dalla cooperativa Zenart, diretto dal contrabbassista jazz Furio Di Castri, coinvolge oltre 200 artisti, in 52 performance e 21 luoghi per riscoprire l’originalità della musica grazie anche a nuove produzioni e progetti speciali con artisti di fama internazionale.
FJFF è una manifestazione innovativa e coinvolgente in cui domina la voglia di inventare e di mescolarsi con la folla, di proporre un’alternativa culturale. A partire dalla forza espressiva di musicisti del calibro di Bojan Z, Giovanni Falzone, Gianluca Petrella e Gavino Murgia, il FJFF animerà le sponde del fiume creando un vero e proprio percorso attraverso il quartiere Oltrarno.
Ogni giorno, per cinque giorni consecutivi, ci saranno eventi a ingresso libero da Torre San Niccolò al Torrino Santa Rosa, da piazza Santo Spirito alla spiaggia sull’Arno. Un viaggio musicale in compagnia di Nguyen Le, Francesco Bearzatti, Philippe Garcia, Achille Succi, Alonso Guillem, Alessandro Galati, Simone Graziano e di centinaia di altri artisti che dimostreranno lo stato di salute e la creatività del jazz italiano ed europeo di oggi. Un viaggio intriso di contaminazioni all’insegna del jazz e della musica del mondo con incuriosi nella danza – dalla compagnia di danza verticale CafeLulé al trio Bobo, da Cheik Fall con la sua Back Yaye Family Diam allo stratosferico trio Andy Music.
Il festival è stato presentato oggi in Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella, dal curatore dell’Estate Fiorentina Tommaso Sacchi e dal direttore artistico del FJFF Furio Di Castri.
“Il festival è una bellissima opportunità per tutta la città e per la cultura italiana - ha detto il sindaco Dario Nardella -. Quando abbiamo saputo che la manifestazione stava per vivere un momento di grande crisi con il rischio di chiudere siamo stati ben contenti di aprire le porte di Firenze perché si tratta di un progetto che ha alle spalle un patrimonio di qualità di artisti e di esperienza”. “Questo festival nasce con caratteristiche del tutto nuove a Firenze con il concetto del festival diffuso perché non ha un palcoscenico chiuso - ha spiegato -: il palcoscenico è Firenze con il suo quartiere dell’Oltrarno. Questo progetto rappresenta anche una risposta ai problemi di convivenza, degrado esicurezza dal momento che la cultura è il più grande antidoto che possiamo mettere in campo per riqualificare e valorizzare i nostri quartieri”.
“L’Estate Fiorentina diventa davvero un contenitore di festival e iniziative che valorizzano i luoghi cittadini - ha detto Tommaso Sacchi -. La filosofia con cui nasce il Firenze Jazz Fringe festival è quella di creare una rassegna orizzontale che si occupa di un quartiere, lo anima e lo fa vivere attraverso i linguaggi della cultura e della musica. La cultura, oltre ad essere l’antidoto migliore contro il degrado, è una modalità per sottolineare la bellezza e l’importanza di vivere i monumenti e i luoghi d’arte della città anche attraverso un linguaggio multidisciplinare. E la musica è un minimo comune denominatore importante per valorizzare questi luoghi”.
Cuore del festival sarà piazza Santo Spirito capitale delle marching band con performance dalle 19, la musica si riverserà nei locali, nelle piazze, nelle chiese e nei musei fino al fiume, dove, nella spiaggia sull’Arno saranno allestite le Night Towers: 3 torri alte 8 metri poste a 21 metri di distanza fra loro, accolgono band di 3 elementi che suonano a distanza. Tale allestimento rivoluziona il vecchio concetto di palco frontale, per mettere al centro della performance il pubblico, una proposta innovativa che inverte il rapporto fra i musicisti e gli spettatori. Con le torri che definiscono un triangolo equilatero in pianta, lo spettatore al centro e i musicisti attorno, la figura geometrica perfetta permette al pubblico di usufruire di un suono avvolgente. Mentre l’uso di impianti di nuova generazione consente di abbattere al massimo l’impatto sonoro, salvaguardando la quiete dei residenti. Soluzioni simili hanno radici profonde nella storia della musica: se si pensa che lo stesso Stonehenge è risultato essere un luogo dove si ascoltava al centro la musica prodotta dalle pietre in era preistorica, così le Night Towers ospiteranno concerti che in parte saranno una originale esperienza musicale.
Gli artisti ospiti delle Night Towers rappresentano l’eccellenza e l’energia del jazz contemporaneo: dal trio Bobo in cui Faso e Meyer, la possente ritmica di Elio e le Storie Tese, e Alessio Menconi, uno dei chitarristi più apprezzati sulla scena internazionale, riverseranno sul pubblico energia e groove con una miscela esplosiva di jazz, rock e funky (14/9); al Gianluca Petrella trio 70’s che in un concerto ispirato alla Black Music, sfumerà dall’afro-beat al nu-jazz e all’hip hop, con incursioni nella musica elettronica e nel free, il virtuoso trombonista Gianluca Petrella conduce due dei musicisti più creativi della nuova generazione, Michele Papadia e Stefano Tamborrino (15/9); Giovanni Falzone sarà artista residente del festival e con il suo Border Trio travolgerà il pubblico con un concerto originale in cui jazz e punk si mescolano al groove in una energia contagiosa (16/9); per poi arrivare al gran finale con I Feel Good Productions e le loro atmosfere funk, swing, jazz e soul. Già definiti alfieri del vintage-remix per la loro capacità di mescolare techno, house, break con i suoni vintage dell’epoca, questo nuovo groove è diventato negli ultimi mesi una delle tendenze più interessanti della scena europea (17/9).
I progetti speciali sono lo spirito del festival che si arricchisce di sperimentazioni originali. Dall’incontro tra danza e musica nascono due progetti: la coreografia site specific per il cortile del Museo della Specola di Simona Bucci, assistente di Carolyn Carlson, più volte ospite alla Biennale di Venezia (14/9), e una prima assoluta, dove il nuovo talento della tap dance catalano Alonso Guillem incontra il trio del pianista fiorentino Alessandro Galati, eccellenza nostrana, la cui fama valica i confini, l’album del trio Seal è stato infatti nominato dalla prestigiosa rivista ‘Jazz Critique’ migliore cd strumentale del 2014 (15/9, sala Vanni). Un omaggio alla originalità è il tributo al pianista Luca Flores da parte di due dei sui partner storici, Alessandro Di Puccio e Alessandro Fabbri che, in For those I never knew, vogliono riportare la musica di Flores al centro dell’attenzione, scoprendone l’attualità e la lungimirante modernità. Il titolo deriva dalla title track dell’omonimo album del 1995. A vent’anni dalla sua scomparsa, i due musicisti fiorentini hanno raccolto spartiti originali e appunti musicali, pernarrare con la musica la difficile vicenda umana del pianista, che giunse a togliersi la vita a Montevarchi nel 1995, vicenda analizzata nel libro Il disco del mondo di Walter Veltroni (Rizzoli 2003) e ripresa poi nel film Piano Solo, con Kim Rossi Stuart e Michele Placido (14/9, sala Vanni).
Con l’Officium Divinum di Gavino Murgia e l’ensemble Cantar lontano rivive un capolavoro che ha segnato un momento di svolta epocale nel mondo della musica contemporanea, primo progetto crossover tra la musica cosiddetta colta ed il jazz, fu prodotto da Manfred Eicher nel 1994 per la ECM records e creato dall’Hilliard Ensemble e Jan Garbarek: uno straordinario repertorio comprendente canti liturgici in latino arrangiati per sassofono e quartetto vocale (15/9, Chiesa di San Felice).
Mentre con l’incontro inedito di musicisti come Nguyen Le, Philippe Garcia e Giovanni Falzone nasce un set trascinante tra groove ed elettronica (15/9, Santa Rosa bistrot).
Info e programma su www.fjff.it