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Questo il testo della lettera che il Presidente del Consiglio comunale Alberto Brasca ha inviato ai consiglieri della casa delle Libertà:«Ai Consiglieri Comunali dei GruppiForza ItaliaAlleanza NazionaleC.C.D.Azione per Firenzeloro SediÈ la prima volta, dopo quasi due anni, che la mia conduzione dei lavori consiliari è oggetto di contestazione.Ringrazio in primo luogo i consiglieri di minoranza per la franchezza ed anche per il tono civile della protesta rivoltami. E veniamo ai chiarimenti.In generale credo sia ingiusto affermare che la mia impostazione dei rapporti tra maggioranza e minoranza è improntata alla prassi del "sanare sempre le vertenze a tarallucci e vino".È vero che talvolta tendo a sdrammatizzare alcune asprezze del confronto in aula. Fa parte del mio carattere e sono convinto peraltro che favorisca un confronto di merito più vero e meno viziato da cadute propagandistiche. Credo però di aver tenuto sempre ben salda la barra del rispetto delle regole e della salvaguardia del diritto di ognuno ad esprimere sino in fondo le proprie posizioni.Nello specifico delle due contestazioni rivoltemi:Quanto all'episodio della collega Giocoli non credo di essere stato pilatesco. I consiglieri, di maggioranza e di minoranza, sono direttamente responsabili delle loro affermazioni e non voglio essere io a mettere i voti in pagella. Di fronte a minacce di querela francamente non me la sento di erigermi a giudice. Nel caso in esame ho ritenuto opportuno rivolgere un appello al consigliere Fittante perché andasse ad un chiarimento con la collega Giocoli. Sta poi alla sua sensibilità e alla sua responsabilità accettare o meno il mio invito.L'episodio più contestato è quello dell'ultima seduta consiliare. Mio compito primario, durante i lavori del Consiglio, è quello di garantire il corretto svolgimento degli stessi. Non compete a me fissare incontri di assessori o consiglieri con cittadini singoli o in gruppo. Ed è soprattutto per garantire un ordinato svolgimento dei lavori in aula che talvolta mi sono permesso di invitare qualche assessore e/o i capigruppo ad incontrare gruppi di cittadini presenti tra il pubblico in qualche saletta attigua. Così è accaduto nell'ultima seduta consiliare. Proprio per consentire condizioni accettabili durante la relazione dell'assessore Giani sullo sport ho rassicurato la delegazione della Confcommercio che avrei provveduto direttamente a consegnare a tutti i gruppi le lettere da loro consegnatemi; ed ho invitato gli ambulanti di piazza Bernardino Pio a portarsi nella Sala Incontri dove avrebbero potuto incontrare l'assessore Colonna ed i capigruppo.Non mi ero accorto, in verità, che l'assessore Colona era fuori dall'aula ed aveva già iniziato il suo confronto con un gruppo di ambulanti, da lui convocati come mi ha precisato dopo. Di fronte alle proteste del Capogruppo di Forza Italia, lo confesso, sono rimasto sorpreso e spiazzato ma avrei risposto subito che l'incontro tra ambulanti e capigruppo si sarebbe svolto subito, con priorità su ogni altro incontro.Ma in realtà i rappresentanti della minoranza non mi hanno dato il tempo di replicare, preferendo abbandonare subito e con clamore l'aula, senza concedermi nessuno spazio di risposta.Non ho fatto "finta di niente". Ho sospeso subito il Consiglio per dieci minuti, inseguendo i consiglieri di minoranza, cercando di convincerli a rientrare e assicurando che l'incontro tra capigruppo e ambulanti si sarebbe fatto subito.Non sono stato preso neanche in considerazione. Compatti avevate già deciso di andarvene. Mi rimproverate di aver ripreso i lavori del Consiglio. Ma è mio dovere tenere aperta la seduta finchè c'è il numero legale. Dichiarare chiusa la seduta non sarebbe stato un segno di "terzietà" ma un'adesione aperta alla "protesta" della minoranza.E questa, francamente, mi pare una richiesta eccessiva.Confido che la prossima riunione dei capigruppo possa essere l'occasione per un corretto confronto sull'episodio e per un chiarimento più sereno e disteso.Cordialmente.Alberto BrascaPalazzo Vecchio, 14/2/2001»(fn)