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Il regolamento del Comune per gli incarichi professionali sarà completamente rivisto perché, così com'è, non garantisce la necessaria trasparenza. E' quanto hanno dichiarato il Presidente della commissione affari istituzionali Massimo Pieri che, su impulso della consigliera di Rifondazione Comunista Monica Sgherri, ha cominciato l'iter per la sua revisione.«Questo regolamento risale al 1991 - hanno spiegato il Presidente della commissione e la consigliera Sgherri - l'elenco degli incarichi assegnati e le rispettive delibere e determinazioni non è accessibile, l'aggiornamento dei dati non è garantito».«Per quanto riguarda invece i professionisti che chiedono di essere iscritti nei vari elenchi - hanno aggiunto Pieri e la Sgherri - non ne è garantita la rotazione. Questi elenchi, inoltre, essendo generici, non rispondono alle esigenze specifiche che il Comune può avere, permettendo così la più ampia discrezionalità per la scelta al quale affidare un certo incarico».«Cosa ancora più grave - hanno sottolineato i due consiglieri - non c'è la certezza che tutte le direzioni comunichino in tempi reali l'affidamento degli incarichi assegnati, così come vuole l'attuale regolamento, vanificando così tutte le procedure di controllo previste. In questo modo l'amministrazione può aver affidato più incarichi ad uno stesso professionista».«L'obiettivo della commissione - hanno rilevato Pieri e la Sgherri - è riscrivere il regolamento garantendo che l'elenco degli incarichi assegnati sia consultabile veramente sulla rete civica del Comune e che l'aggiornamento dei dati sia in tempo reale. Devono essere poi definite modalità precise per informare come iscriversi a questi elenchi. Al momento stiamo verificando anche la possibilità di prevedere un nuovo iter basato sulle nuove necessità del Comune per creare appositi elenchi dai quali l'amministrazione dovrà obbligatoriamente fare riferimento».«Se l'elenco degli incarichi assegnati fosse veramente consultabile - hanno concluso i due consiglieri - si realizzerebbero economie anche per altri soggetti che potrebbero attingere agli studi presentati senza pagare una lira in più. D'altro canto la trasparenza non può che favorire il lavoro degli stessi consiglieri che troppo spesso si trovano a dover prendere visione di studi commissionati su progetti vitali per la città alla vigilia della votazione in Consiglio comunale. Chissà poi se la trasparenza non ci permetterà di riordinare, in tempi di ristrettezze di bilancio, tutta quella materia di progetti commissionati, regolarmente pagati e mai realizzati». (fn)