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"Finanza etica e microcredito", è il titolo dell'incontro promosso dall'associazione il "Villaggio dei Popoli", in collaborazione con l'assessorato al consumo critico e nuovi stili di vita del Comune di Firenze, che si svolgerà mercoledì 20 luglio alle 18 nella Sala degli Specchi di Palazzo Vivarelli Colonna. Saranno presenti l'assessore al consumo critico e nuovi stili di vita Cristina Bevilacqua, alcune donne del popolo Saharawi che partecipano al "progetto Maima" e Riccardo Dugini capo filiale di Banca Etica a Firenze."Vogliamo sostenere l'imprenditoria femminile Saharawi ha detto l'assessore Cristina Bevilacqua - attivandoci per uno sviluppo sostenibile che tenga conto delle tradizioni, dell'artigianato locale, della storia del popolo Saharawi". "Favorire il tema dell'accesso al credito - ha evidenziato l'assessore - è essenziale per la crescita di una microimprenditorialità femminile legata al territorio e in grado di poter accedere a canali di commercializzazione equi e solidali".Il "progetto Maima" si muove nell'ambito del sostegno e della promozione del commercio equo e solidale con particolare attenzione all'artigianato per articoli di bigiotteria e in cuoio, prodotti caratteristici e simbolici del popolo saharawi e della lotta per l'indipendenza.Al "progetto Maima" partecipano il Comune di Bucine (capofila), la Provincia di Arezzo, l'Associazione Valdarnese solidarietà al popolo saharawi, il Comitato Selma di Greve in Chianti, l'Anpas Toscana oltre ad altre realtà non profit ed enti locali.Attualmente sono ospiti 4 donne saharawi per approfondire gli aspetti amministrativi e di gestione di cooperative e per specializzarsi nelle tecniche di tessitura.Il "progetto Maima" ha come obiettivo generale quello di migliorare le condizioni di vita del popolo Saharawi esule nel deserto algerino ed in particolare, negli ultimi anni si incentra essenzialmente nel sostegno all'imprenditoria femminile.A Dajla, il villaggio più lontano da Tindouf (la città algerina più vicina agli accampamenti dei rifugiati), è nata una scuola di formazione femminile, dove, oltre all'insegnamento di informatica, lingue straniere e sistemi audiovisivi, vi sono 4 laboratori: di taglio e cucito, di tessitura, di confezione di tappeti e di informatica. I laboratori servono alle donne oltre che a studiare e a formarsi, a produrre dei beni di consumo. Dal ricavato proveniente dalla vendita di questi beni il 50% viene reinvestito nel laboratorio stesso per l'acquisto di materie prime, l'altro 50% costituisce fonte di guadagno per le donne che vi lavorano e per le loro famiglie.Tutto questo permette alle donne e alle loro famiglie di uscire dalla logica degli aiuti internazionali producendo reddito per il proprio autosostentamento.Al termine dell'incontro l'associazione il "Villaggio dei Popoli" offrirà a tutti i partecipanti un aperitivo equo e solidale. (pc)