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Piccola grande rivoluzione nel museo di Palazzo Vecchio a Firenze. Da oggi la Sala di Clemente VII, una delle più belle del palazzo e dal 1871 sede dell'ufficio del sindaco, entra nel circuito museale e diventa visibile al pubblico. La Sala, insieme all'attigua cappellina dei Santi Cosma e Damiano, contiene importanti affreschi fra i quali "L'assedio di Firenze", realizzato nel 1560 da Giorgio Vasari e Giovanni Stradano, che oggi ci appare come una minuziosa fotografia panoramica della città com'era al tempo dei Medici, prima che venissero costruiti gli Uffizi.Dopo gli anni di Firenze capitale, questa stanza ha visto al lavoro tutti i diversi sindaci che si sono avvicendati alla guida della città ed è sempre stata chiusa ai visitatori. Ma l'attuale primo cittadino Leonardo Domenici ha deciso che era venuto il momento di condividere questo patrimonio anche con i fiorentini e i turisti: quindi utilizzerà la sala di Clemente VII soltanto per gli incontri ufficiali, mentre per il lavoro quotidiano si trasferirà in una più sobria stanza attigua.Per presentare e festeggiare l'evento, stamani in Palazzo Vecchio Domenici ha chiamato il soprintendente Antonio Paolucci, gli assessori della giunta e i consiglieri comunali. "In questi sei anni per me lavorare in questa straordinaria sala è stato un grande privilegio spiega Domenici Ma ho sempre avuto la sensazione che non fosse giusto privare la città di un bene che appartiene a tutti, non solo al sindaco e ai suoi ospiti. Ecco perché ho fatto questa scelta. Credo che sia un fatto importante per la città, un altro passo del processo di riappropriazione' dei beni storici da parte dei fiorentini. Tra l'altro, quando qualche anno fa abbiamo aperto la sala per alcune visite guidate straordinarie, il successo è stato clamoroso. Voglio anche ricordare che leggendo alcuni scritti di Piero Bargellini, , ho ritrovato l'intenzione del mio illustre predecessore di aprire al pubblico questa stanza".Da parte sua, Antonio Paolucci ha tracciato una breve e appassionata illustrazione dei tesori di Clemente VII: "Siamo grati al sindaco per aver regalato a Firenze e al mondo questa straordinaria sintesi della storia fiorentina ha detto il soprintendente La sala è un mirabile incunabolo e un formidabile strumento educativo. Qui dentro è racchiuso e rappresentato il cuore della nostra storia".La sala di Clemente VII è dedicata al papa Clemente VII, al secolo Giulio de' Medici e nipote di Lorenzo il Magnifico, eletto il 18 novembre 1523. I lavori in questa sala ebbero inizio nel 1556 e terminarono nel 1562. Le pitture sono di Giorgio Vasari e Giovanni Stradano, gli stucchi di Leonardo Ricciarelli e Giovanni di Tommaso Boscoli, dorati da Mariotto di Francesco. La attigua Cappella dei Santi Cosma e Damiano venne terminata nel 1558, in occasione del matrimonio di Lucrezia de' Medici con Alfonso II d'Este. E' dipinta da Vasari e Marco Marchetti da Faenza; gli stucchi sono di Leonardo Ricciarelli.La nuova stanza di lavoro di Domenici è a pochi passi dalla sala di Clemente VII ma non fa parte dei quartieri monumentali. Per allestirla non sono state fatte nuove spese: tutti gli arredi facevano già parte della dotazione di Palazzo Vecchio, mentre per decorare le pareti sono stati scelti quadri e stampe del patrimonio comunale fra i quali spiccano un dipinto di Ottone Rosai, alcune stampe settecentesche e un'altra grande veduta panoramica di Firenze, questa molto più attuale di quella del Vasari, realizzata a matita e inchiostro da Luigi Zumkeller nel 1936. (ag)Seguono foto CGE (attualità più tre immagini d'archivio)