Checcucci (An): «Privatizzare ma non svendere le farmacie comunali»
Dichiarazione della consigliera Gaia Checcucci (Alleanza Nazionale):«Come affermato all'interno del nostro programma elettorale per le ultime amministrative, il ruolo delle farmacie comunali e la reale utilità di esse a fronte di quelle private oprmai non sussiste più. L'offerta non discriminatoria è garantita a livello nazionale dalla Cuf ed è poi la disciplina regolamentare del Comune che determina le localizzazioni, i turni, gli orari etc ecc, sì che le farmacie comunali ad oggi non si distinguono più in niente se non si distinguono più in niente se non per il fatto - e non si comprende né si condivide il motivo - che non sono e devono restare di proprietà dell'Amministrazione.Noi riteniamo che il Comune di Firenze debba abbandonare la proprietà di esse e quindi privatizzare, stando attento però a non svendere. Il piano di privatizzazione ottimale a nostro avviso è quello di collocare le farmacie sul mercato ad una ad una tutelando in primis le esigenze degli attuali gestori di farmacie che dovranno essere messi nelle condizioni di rilevare da soli, oppure in mini cordate, le farmacie con il deposito delle offerte d'acquisto vincolanti a prezzi di mercato. la legge del resto tutela il diritto di prelazione del farmacista dipendente.Così facendo si evita la cessione in blocco ad una multinazionale che pregiudicherebbe i dipendenti stessi della struttura dell'AFAM contrariamente ad una necesaria tutela dei piani occupazionali che potrebbe invece realizzarsi seguendo la strada da noi proposta.Per quanto concerne la proposta Cispel della holding di area insieme a Prato, Empoli, Pistoia (quasi a ricalcare l'ambito di azione della holding Publiservizi ... sarà un caso?!) la giustificazione di antidoto «per sventrare i processi di privatizzazione» e quindi il conseguente mantenimento del 51% di proprietà pubblica non ci poace. Piuttosto mi porrei il problema inverso: non lasciare al pubblico una quota di maggioranza assolutamente superflua per chi deve svolgere il ruolo di garante (anche ai fini occupazionali) e non di gestore, ruolo quest'ultimo che deve essere, a nostromodo di vedere, incondizionalmente lasciato al privato» (fn)