Esposito (Presidente della commissione urbanistica): Un rimpallo di competenze rischia di far tramontare la realizzazione del percorso pedonale in riva destra d'Arno»
«Nel bilancio 2002 non c'è traccia dei finanziamenti per realizzare il percorso pedonale e ciclabile attrezzato dal Molino di Santa Andrea a Rovezzano alla pescaia di San Niccolò. Ma, cosa ancora più grave, è la mancata realizzazione del primo lotto dei lavori per un assurdo rimpallo di competenze fra genio civile e provveditorato alle opere pubbliche». E' quanto sostiene il Presidente della commissione urbanistica Vincenzo Esposito.«Il progetto - ha spiegato Esposito, insieme ai consiglieri di centrosinistra del Quartiere 2 - prevedeva la ripulitura delle sponde, la realizzazione di alcune semplici opere come un percorso pedonale e ciclabile, con piazzole di sosta, panchine, qualche fontanella, un po' di vegetazione e l'illuminazione. I bilanci triennali degli investimenti 2000/2002 e 2001/2003 hanno previsto importanti finanziamenti, pari a circa 4 miliardi e mezzo di lire per realizzare il percorso pedociclabile in riva destra d'Arno fra Sant'Andrea a Rovezzano e la Pescaia di San Niccolò. L'opera è stata messa a punto, richiesta e sostenuta da un vasto fronte di forze: Arci pesca, Casa del Popolo di Sant'Andrea a Rovezzano e di Varlungo, Associazione Renaioli, Legambiente e partiti del centro sinistra del Q. 2, riuniti nel Comitato "Vivi l'Arno Viva l'Arno"- nel bilancio triennale 2002/2004, ora in discussione, inopinatamente non vi è traccia di tali finanziamenti. Per questo, in coerenza con il lavoro fino ad oggi impostato e il chiaro intendimento espresso dai consiglieri di centrosinistra del Quartiere 2, ho presentato un emendamento per reinserire nell'ambito del bilancio triennale 2002/2004 tale previsione di spesa»«Ciò che desta preoccupazione e sconcerto - hanno aggiunto il Presidente della commissione urbanistica ed i consiglieri del centrosinistra del Quartiere 2 - è soprattutto la mancata realizzazione, ad oggi, del I lotto di lavori, consistente nella costruzione del percorso pedonale e ciclabile attrezzato dal Molino di Sant'Andrea a Rovezzano al Molino della Nave a Rovezzano. E' una "telenovela" che va avanti dal 1998, quando il provveditorato alle opere pubbliche, che doveva concedere l'autorizzazione idraulica, incarica propri tecnici per la progettazione preliminare della sistemazione della riva destra d'Arno dal Molino di Sant'Andrea alla Pescaia di San Niccolò. Nel maggio 1999 il Comune approva il progetto preliminare e nel gennaio 2000 il progetto esecutivo del I lotto viene trasmesso al provveditorato per la formale autorizzazione. Nel novembre 2000 il Provveditorato trasmette al Comune il disciplinare di autorizzazione idraulica all'esecuzione delle opere del I lotto, con richieste e prescrizioni, che vengono integralmente accettate. Nel febbraio 2001 la giunta approva il progetto esecutivo del I lotto, per un importo di un miliardo e quattrocentoventi milioni di lire e dà il via alle procedure per la gara d'appalto. Nel luglio 2001 l'ufficio del genio civile della Regione, al quale sono passate le competenze, richiede al Comune due copie del progetto esecutivo del I lotto, ignorando il disciplinare di autorizzazione già rilasciato ed avviando di fatto un nuovo procedimento che azzera tutto quanto precedentemente stabilito».«La gara d'appalto è bloccata hanno concluso - nel febbraio 2002 il genio civile richiede integrazioni al progetto esecutivo che in pratica conferma l'opera di smontaggio pezzo per pezzo del progetto esecutivo ed anche la sua utilità: solo per fare un esempio, viene messa in dubbio la possibilità di illuminare il percorso pedonale e ciclabile. In nome della salvaguardia idraulica e della pubblica incolumità si è riusciti a non far realizzare un percorso pedonale e una pista ciclabile, salvo farla riprogettare ex novo, beninteso con direttive e prescrizioni esattamente all'opposto di quelle che avevano ispirato il progetto autorizzato e approvato dal provveditorato. Se la sicurezza idraulica è in queste mani, chi preserverà i cittadini di Firenze dall'offesa al buon senso e dallo spreco di energie e di denaro pubblico che comportano questi zelanti atteggiamenti? E soprattutto chi darà diritto di cittadinanza all'idea di opporsi al degrado delle sponde dell'Arno, alla situazione che esclude la città da una sua parte, per riavvicinare i cittadini al loro fiume, realizzando percorsi pedonali, aree di sosta, panchine, ed avendo anche l'ardire di pensare ad illuminare tali percorsi per renderli fruibili e sicuri anche nelle ore serali e notturne?». (fn)