«La Toscana ricorra alla Corte costituzionale contro le norme vessatorie della finanziaria 2002», lo chiede risoluzione dei gruppi di maggioranza
La Regione Toscana ricorra alla Corte costituzionale contro le norme vessatorie nei confronti dei Comuni contenute nella Legge finanziaria 2002. Lo chiede una risoluzione presentata da tutti i gruppi della maggioranza di centrosinistra.Il documento impegna Sindaco e giunta «ad una redazione ed una gestione del bilancio di parte corrente 2002 rispettoso delle norme, pure vessatorie, contenute nella legge finanziaria», invita il Presidente della Toscana «a valutare con urgenza la possibilità di promuovere presso la Corte costituzionale il conflitto di attribuzione relativamente al patto di stabilità interno previsto dalla finanziaria».«Le norme sul patto di stabilità della finanziaria 2002 - si legge nella risoluzione - stabiliscono tre limiti concomitanti a carico dei Comuni e delle Province per l'anno 2002 rispetto all'anno 2000 relativamente all'incremento del disavanzo (+2.5%), all'ammontare degli impegni delle spese correnti (+6%), e del complesso dei pagamenti per spese correnti (+6%) che, nel loro complesso, pongono un vincolo finanziariamente inaccettabile per tutti quei Comuni che potrebbero fare fronte a oneri maggiori a fronte di risorse proprie».«Tutto ciò - proseguono i consiglieri del centrosinistra - è lesivo dell'autonomia di spesa degli enti locali tutelata dall'articolo 119 della Costituzione, come modificato dalla riforma federalista voluta dall'Ulivo e confermata dal Referendum dell'ottobre 2001. L'intervento della Regione Toscana è richiesto in quanto la Costituzione riserva alle Regioni la facoltà di proporre conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale».Il 30 gennaio scorso la Regione Toscana ha già annunciato l'intenzione di proporre conflitto di attribuzione per altri articoli della finanziaria 2002. (fn)Questo il testo della risoluzione:RISOLUZIONE"Perché la Regione Toscana promuova il procedimento per conflitto di attribuzione relativamente alle norme sul patto di stabilità interno previste dalla Legge 28 dicembre 2001, n° 448"IL CONSIGLIO COMUNALEVISTA la Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n° 3 "Modifiche al Titolo V della Parte seconda della Costituzione", con la quale assumendo il principio di sussidiarietà sono stati ridisegnati in senso federale ambiti di competenza e poteri dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni;RILEVATO in particolare come con la Legge costituzionale n° 3/2001 sia stato radicalmente modificato l'articolo 119 della Costituzione, stabilendo l'autonomia finanziaria di entrata e spesa anche per i Comuni e le Città metropolitane, la disposizione a loro favore della compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibile al loro territorio, l'istituzione di un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante, tutte risorse con le quali i Comuni e le Città metropolitane debbono essere messe in condizione di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite;VISTA la Legge 28 dicembre 2001, n° 448 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2002)", ed in particolare le norme sul patto di stabilità interno (articolo 24) che prevedono tre vincoli concomitanti a carico dei Comuni e delle Province per l'anno 2002 relativamente all'incremento rispetto all'anno 2000 del disavanzo, dell'ammontare degli impegni delle spese correnti, e del complesso dei pagamenti per spese correnti (commi 1, 2 e 4);APPRESA la posizione assai critica espressa il 17 gennaio 2002 dal Coordinamento dei Presidenti delle ANCI regionali in merito alle norme sul patto di stabilità interno sopra menzionate, rilievi che peraltro nei mesi scorsi erano già stati espressi dall'ANCI e dalla Lega delle Autonomie;RITENUTI fondati i rilievi giuridici e istituzionali sollevati da più parti circa la legittimità costituzionale di tali norme in relazione ai principi contenuti nella Legge costituzionale n° 3/2001;RILEVATO come in particolare il tetto all'incremento della spesa corrente nell'anno 2002 (pari a non più del 6% dell'assestato 2000) costituisca un vincolo finanziariamente inaccettabile per tutti quei Comuni che potrebbero fare fronte a oneri maggiori a fronte di risorse proprie, nonché lesivo dell'autonomia di spesa degli Enti Locali costituzionalmente tutelata dall'articolo 119 della Costituzione, come modificato dalla Legge costituzionale n° 3/2001;RICORDATA la Risoluzione n° 718 "Per modificare la proposta di legge finanziaria 2002 anche alla luce della riforma federalista del Titolo V della Costituzione", approvata da questo Consiglio Comunale il 10 dicembre 2001;ESPRIME VIVA PREOCCUPAZIONEper gli effetti sul bilancio di parte corrente 2002 dovuto alle norme contenute nella Legge finanziaria 2002, che, pur con alcune modifiche intervenute nel corso dell'esame da parte del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, ha introdotto ulteriori tagli ai trasferimenti statali, non ha consentito lo svilupparsi della compartecipazione dei Comuni al gettito IRPEF, ha introdotto i citati vincoli agli incrementi di spesa dei bilanci 2002 degli Enti Locali, contraddicendo con ciò l'impianto federalista della Costituzione e determinando la possibile crisi dei tanti servizi pubblici di base garantiti sul territorio dai Comuni;IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTAad una redazione ed una gestione del bilancio di parte corrente 2002 rispettoso delle norme, pure vessatorie, contenute nella Legge finanziaria 2002, salvo diversa e successiva pronuncia in sede giurisdizionale;INVITA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANAa valutare con urgenza la possibilità di promuovere presso la Corte costituzionale, nel rispetto delle norme di cui all'articolo 134 della Costituzione, il conflitto di attribuzione relativamente alle norme sul patto di stabilità interno previste dalla Legge 28 dicembre 2001, n° 448, articolo 24, commi 1, 2 e 4, in quanto in sospetto contrasto con il nuovo assetto costituzionale della Repubblica, ed in particolare con l'articolo 119 che garantisce l'autonomia di spesa dei Comuni;IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE E IL SINDACOa rappresentare queste indicazioni presso il Presidente della Regione Toscana, e a rappresentare all'ANCI (regionale e nazionale) e alla Lega delle Autonomie il pieno sostegno di questo Consiglio Comunale alle posizioni ripetutamente espresse in queste settimane.