Checcucci (AN): «Il cittadino che ha presentato domanda di condono edilizio deve poter essere informato, dall'amministrazione, di tutti i suoi diritti»
Il cittadino che ha presentato domanda di condono edilizio deve poter essere informato, dall'amministrazione, di tutti i suoi diritti. Soprattutto qualora vi siano dei vantaggi a suo favore o che, addirittura, il suo caso non abbia neanche bisogno di sanatoria. E' quanto sostiene la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci che, in una interrogazione, ha sollevato il caso di una decisione del direttore dell'ufficio condono edilizio che ha giudicato inammissibile una richiesta di archiviazione.«Nella decisione - spiega la Checcucci - si dice che la richiesta non è ammissibile poiché originariamente era stata presentata istanza di condono e solo successivamente era stata presentata quella di archiviazione, lasciando così intendere che si assume "dovuta" la conoscenza, da parte dei cittadini, di tutti i provvedimenti dell'amministrazione. E che, evidentemente, non si ammette né una rettifica successiva, ma sempre nel corso del procedimento, né, tantomeno, si ritiene che il Comune abbia il dovere, tramite i suoi uffici, di informare i cittadini dei loro diritti e delle possibilità che i provvedimenti amministrativi riconoscono loro, in particolare, quando vadano a loro vantaggio».«Paradossalmente - scrive la consigliera di AN - si insiste nella richiesta di un'oblazione che, come dimostrato ampiamente dalla documentazione, non è dovuta perché non lo era fin dall'inizio».«Il difensore civico, informato dei fatti - prosegue l'interrogazione - si è prontamente attivato già dall'agosto scorso ma non risulta che abbia avuto a tutt'oggi risposta dall'assessore e dal direttore competente».Per questo la Checcucci sollecita l'amministrazione «affinché dia spiegazioni in merito alla preoccupante vicenda descritta e provveda alla soluzione definitiva e, ovviamente, positiva della questione», «affinché in futuro non si creino più situazioni come questa in cui il cittadino non viene correttamente informato dei suoi diritti e delle possibilità contenute in atti deliberativi che lo riguardano» e, infine «affinché garantisca che alle istanze promosse dal difensore civico, nei confronti degli assessori e degli uffici, sia dato effettivo seguito e che queste non vengano considerate semplici richieste di delucidazione a cui potersi permettere di non rispondere».«Questo - ha concluso l'esponente del centrodestra - è un brutto esempio di come la burocrazia amministrativa possa ostacolare il corretto esercizio dei diritti dei cittadini e di come spesso dopo il danno si aggiunga la beffa finale». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:INTERROGAZIONE URGENTEAi sensi dell'art. 42, comma 5, del Regolamento del Consiglio Comunale vista la gravità dell'argomentoOggetto: per avere informazioni sul alcuni fatti legati ad istanze di condono edilizioPRESA VISIONE: della delibera della G.M. n° 4597 del 29/10/91 "Norme di Legge e sanzioni applicabili alle gare edilizie realizzate abusivamente prima del 01/10/1983 e per la quale non è stata presentata istanza di condono", la quale recita che " le opere realizzate in difformità rispetto a quanto a suo tempo licenziato, cioè le varianti eseguite abusivamente in corso di realizzazione di quanto regolarmente licenziato e per le quali risulta essere stato a suo tempo rilasciato certificato di abitabilità e/o agibilità non ai soli fini igienici non necessitino, allo stato degli atti, di alcun provvedimento esplicito di sanatoria edilizia
"CONSIDERATO CHE:un cittadino che aveva presentato istanza di condono ai sensi della L.724/94, essendo venuto a conoscenza della delibera 4597/91 il cui contenuto era applicabile alla sua situazione, inoltra all'Ufficio Condono richiesta di archiviazione per insussistenza di violazione, con specifica richiesta di certificazione per il rimborso dell'oblazione già versata e con implicita richiesta di non provvedere al restante importo che avrebbe dovuto pagare, non sussistendo, evidentemente, alcun presupposto che legittimasse la richiesta di oblazione da parte dell'A.C., dato che la fattispecie di cui si trattava era riconducibile alle previsioni della delibera del 1991;il contenuto della delibera del 1991 n° 4597 è fra l'altro contenuto nel Regolamento Edilizio Comunale fin dal 2000 (delibera n° 346 del C.C.);TENUTO CONTO CHE il responsabile tecnico dell'Ufficio Speciale Nuovo Condono in data 12/01/01 a seguito di ulteriori memorie presentate dal cittadino, dietro espressa richiesta, conferma la possibilità di archiviazione della pratica e che, al contrario, il Direttore dello stesso ufficio non acconsente;VALUTATA NEGATIVAMENTE E CON PREOCCUPAZIONEla motivazione con la quale il Direttore dell'Ufficio Condono Edilizio comunica al cittadino in questione che la richiesta di archiviazione non è ammissibile poiché originariamente era stata presentata istanza di condono e solo successivamente era stata presentata quella di archiviazione, lasciando così intendere che si assume "dovuta" la conoscenza dei cittadini di TUTTI i provvedimenti dell'A.C. e che, evidentemente, non si ammette né una rettifica successiva ( ma sempre nel corso del procedimento ), né, tantomeno, si ritiene che l'A.C. abbia il DOVERE, tramite i suoi uffici, di informare i cittadini dei loro diritti e delle possibilità che i provvedimenti amministrativi riconoscono loro, in particolare, quando vadano a loro vantaggio;che, paradossalmente, si insista nella richiesta di un'oblazione che, come dimostrato ampiamente dalla documentazione, non è dovuta perché non lo era fin dall'inizio;la risposta della Segreteria Generale la quale, a fronte della richiesta di acquisizione della documentazione amministrativa ai sensi della L.241/90, invita a "ritirare" quanto richiesto rimettendo "alla disponibilità" del Direttore dell'Ufficio Speciale Condono" (!);PRESO ATTO CON FAVORE dell'interessamento del Difensore Civico il quale, informato dei fatti, si è prontamente attivato per quanto di sua competenza a partire dall'agosto del 2001 ma non risulta che abbia avuto a tutt'oggi risposta dall'Assessore e dal Direttore Competente;RITENENDO:la vicenda un esempio eclatante di quanto può accadere ad un cittadino che (contrariamente al caso in questione in cui è stata scoperta la delibera che riguardava il suo caso) non conosca TUTTI i provvedimenti che l'A.C. emana e che non trovi gli uffici collaborativi e disponibili a renderlo edotto dei suoi diritti;che nella vicenda in questione lascia perplessi l'atteggiamento di alcuni uffici della P.A. fiorentina i quali hanno insistito in una richiesta di oblazione priva di fondamento e quindi non dovuta, oltre a "rispondere" con un silenzio di mesi agli inviti del Difensore Civico a rivedere la pratica in oggetto ed addivenire ad una soluzione;RITENUTO COME quanto sopra descritto violi palesemente un principio fondamentale su cui si regge il procedimento amministrativo, ovvero che singoli atti sono soggetti alle norme vigenti al momento in cui sono posti in essere;CONSIDERATO INFINE COMEquesto esempio di applicazione scorretta delle delibere non possa ricondursi ad una semplice svista o ad una difficile interpretazione, data la chiarezza del dettato a cui si fa riferimento e visto che anche il Difensore Civico ha più volte sollecitato gli uffici competenti e l'Assessore di riferimento a rettificare la posizione assunta, data la manifesta infondatezza della stessa;l'esito negativo della vicenda porterebbe nelle casse comunali un'oblazione non dovuta e pertanto un arricchimento ingiustificato;SI INTERROGA IL SINDACOAffinché dia spiegazioni in merito alla preoccupante vicenda descritta e provveda alla soluzione definitiva e, ovviamente, positiva della questione;Affinché in futuro non si creino più situazioni come questa in cui il cittadino non venga correttamente informato dei suoi diritti e delle possibilità contenute in atti deliberativi che lo riguardano;Affinché garantisca che alle istanze promosse dal Difensore Civico, nei confronti degli Assessori e degli Uffici, sia dato effettivo seguito e che queste non vengano considerate semplici richieste di delucidazione a cui potersi permettere di non rispondere .Gaia Checcucci