Via libera alla risistemazione del Poderaccio. Dai campi ai mini villaggi

Dai campi ai mini villaggi. E' scattato il via libera per il nuovo progetto in grado di mettere in sicurezza 72 famiglie Rom (il cosiddetto gruppo storico), offrendo loro un riparo dignitoso, confortevole e sicuro. Quasi un progetto pilota che apre definitivamente la strada alla messa in sicurezza dei campi e al superamento del concetto di "campo" così come è stato concepito fino ad oggi.Dalla prossima settimana cominciano i lavori: al posto delle attuali baracche di plastica o di lamiera ci saranno nuove case in legno e verranno collocate in quello che attualmente è meglio conosciuto come Poderaccio basso destinato ad accogliere una parte dei Rom (circa 48 nuclei) che provengono dalla zona alta e una parte delle famiglie del Masini (circa 24) che verranno invece trasferite nel Poderaccio alto.Si chiama CLEA (Case in Legno per Emergenza Abitativa)ed è una tipica struttura da protezione civile montabile in 10/12 ore e smontabile in 6/8. E' riutilizzabile, termicamente isolata e sia le pareti che il tetto e il pavimento sono autoventilati. "Si tratta, - ha sottolineato l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti- di una soluzione transitoria, ma non precaria".Le casette possono essere sia per 2 persone che per 10 con completa indipendenza nell'uso dei servizi (cottura e bagni) ed una superficie abitativa personalizzata secondo la composizione del gruppo che dovrà abitarci. Complessivamente 40 case, 30 di tipo bifamiliare di 64mq e 13 di tipo unifamiliare di 50mq per una superficie totale di circa 2600mq che diventa di quasi 3000 mq se si aggiungono i bagni e il lavatoio (5mq) per nucleo familiare. A fornire il servizio è la Techset (società partecipata di Cispel e Regione) che insieme a Quadrifoglio, Asa e Publiservizi consegneranno al Comune un prodotto "chiavi in mano", comprensivo cioè di tutto, dai moduli abitativi, ai servizi di utilità, l'arredo (veranda, tavolini, letti, armadietti, mobili per cucina), l'eventuale smaltimento finale, compreso il finanziamento.Il Comune ha a disposizione circa 4 miliardi, dei quali 1 miliardo e 740 milioni li mette la Regione. La modalità di finanziamento sono molto simili a quelle del project financing, che consente di avere un servizio pressoché completo, corrispondendo alla Techset una rata annua mensile da spalmare su sette anni.L'intervento integrato e già approvato in giunta prevede dunque l'adeguamento e la messa in sicurezza di tutti gli impianti idraulici, l'allestimento e l'urbanizzazione di una nuova area per circa 9000mq, il trasferimento dei 48 nuclei familiari della zona alta con la successiva bonifica di questa, adeguamento e allestimento delle abitazione. Il progetto comprende anche la definitiva dismissione dell'attiguo campo del Masini con il trasferimento al Poderaccio alto dei circa 24 nuclei residentiALCUNI CENNI SUL PODERACCIOL'insediamento Rom del Poderaccio insiste su una vasta area di proprietà del Comune di circa 20.000 mq ai confini sud-ovest della città. Le caratteristiche geomorfologiche dell'area sono quelle originarie di una zona tipicamente alluvionale compresa fra il fiume Arno e l'innesto della Greve. Da circa 15 anni è presente un insediamento spontaneo nel quale si sono avvicendate nel tempo centinaia di famiglie Rom. Si sono delineati due accampamenti; il primitivo sorge su un dosso di terreni di riporto probabilmente mescolati a macerie e detriti provenienti da demolizioni che nel tempo vi erano stati depositati. Qui trovano sistemazione circa 48 nuclei familiari appartenenti a due diverse etnie Rom (per lo più kossovari e macedoni). L'altro accampamento è sorto in epoca più recente a valle del primo e lì hanno trovato asilo circa 24 nuclei di persone. (lb)Palazzo Vecchio, sabato 1 dicembre 2001