Cantieri della Goldonetta, l'intervento dell'assessore alla cultura Simone Siliani
Questo il testo dell'intervento dell'assessore alla cultura, Simone Siliani, alla presentazione del progetto Cantieri Goldonetta Teatri della Danza', che coinvolge la Compagnia Virgilio Sieni Danza. (dm)INTERVENTO ASSESSORE SILIANIRestituiamo quello che veniva chiamato "Saloncino Goldoni" alla città, restaurato e agibile, ma soprattutto con una forte identità funzionale, legata ad un progetto di utilizzo che lo caratterizza come uno dei centri più dinamici della contemporaneità. Qui avremo una traduzione concreta, visibile e verificabile di quello che da tempo andiamo proponendo quale strategia per la cultura a Firenze. Che cosa significa, in concreto? Intanto, contemporaneità nell'ambito della cultura vuol dire mettere l'accento sull'aspetto di produzione di cultura piuttosto che sul consumo: come già quando in questo luogo ebbe residenza la Bottega del Teatro di Gassman, i "Cantieri Goldonetta Teatri della Danza" sono il luogo di produzione, il laboratorio creativo della danza e delle arti sceniche e visive che oggi ad essa sono legate. Quindi, più che un tema "temporale" dato dalla dimensione del presente, qui poniamo una questione di "contenuto": tornare a fare di Firenze un centro di produzione culturale qualificata e non solo di consumo. Ai Cantieri Goldonetta vedremo svolgersi tutte le forme della produzione culturale nell'ambito della danza e dei linguaggi del corpo: dalle produzioni di spettacoli veri e propri alla formazione, dalla residenza e ospitalità di giovani compagnie all'archivio, fino agli scambi internazionali con le più interessanti compagnie e artisti sulla scena mondiale. Fra tutti i linguaggi artistici la danza è uno di quelli che maggiormente ha saputo interpretare uno dei tratti caratterizzanti della contemporaneità e cioè la rottura delle barriere e delle divisioni fra le diverse "discipline", i diversi "settori" delle arti: non solo la ovvia contaminazione fra danza e musica contemporanea, ma anche quella con le arti visive (in particolare legata alla multimedialità), con il teatro, con la poesia, con l'architettura sono gli elementi che caratterizzano questo nostro progetto. Tutto ciò farà dei Cantieri un luogo vivo, capace di interagire con il pubblico, di mescolarsi e confondere i ruoli: non più un palcoscenico dal quale qualche fenomeno artistico si rappresenta di fronte ad un pubblico passivo, bensì un luogo reso flessibile, quasi perennemente trasformato dalle azioni sceniche ma anche dalla attività di elaborazione culturale più generale dai diversi "abitanti" di questo spazio. Naturalmente, questo progetto ha senso qui, nel cuore del quartiere di S.Spirito che, non solo è un quartiere vivo dove ancora lo spirito di comunità agisce quale forte elemento di integrazione sociale, ma puòconfermare e rinnovare una sua vocazione quale centro delle arti. La nostra idea è che i Cantieri, così come i teatro "Goldoni", i percorsi culturali legati alla chiesa (nella quale abbiamo riportato il Cristo ligneo di Michelangelo giovane e della quale stiamo restaurando la facciata), la presenza di imprese e di iniziative private che dialogano con la contemporaneità (dalla moda all'editoria), le associazioni culturali che vi operano, le scuole d'arte e i possibili altri spazi da recuperare ad una funzione culturale (dall'ex chiesa di S.Carlo dei Barnabiti al Pio Istituto de' Bardi), contribuiscano a rinnovare l'identità del quartiere.Infine, una notazione: la definizione di un progetto di utilizzo, di fruizione del complesso del Saloncino Goldoni è stata la molla che ha fatto scattare l'investimento del Comune per il restauro e il ripristino, a dimostrazione di come intimamente siano legate le due funzioni di tutela e valorizzazione dei beni culturali. Ma soprattutto di come si debba evitare di compiere importanti interventi di restauro di immobili a prescindere dalla loro utilizzazione. Questa separazione ha portato più volte ad avere contenitori vuoti e anonimi, sottoposti quindi ad una azione di degrado perché l'uso implica manutenzione; ma anche a non realizzare interventi di tutela e a perdere il valore del bene. L'esperienza dei Cantieri vuole essere, anche da questo punto di vista, un modello da seguire.