Domenici (Anci). "Il tetto di spesa per gli enti locali previsto nella Finanziaria rischia di non far chiudere i bilanci dei comuni"

"Se nella versione definitiva della finanziaria ci sarà il tetto di spesa al 4,5% per gli enti locali, i comuni rischiano di non riuscire a chiudere i bilanci 2002. Oppure saranno costretti a tagliare i servizi". Non usa mezzi termini il sindaco di Firenze, nonché presidente nazionale dell'associazione dei Comuni (Anci), nel lanciare il grido di allarme e le preoccupazioni che gli amministratori locali hanno rispetto al testo di legge in corso di approvazione al Senato.Domenici ha annunciato che l'Anci organizzerà un'assemblea nazionale proprio nel corso dell'iter parlamentare della normativa. Assemblea che si dovrebbe svolgere a Roma, subito dopo il via al testo da parte del Senato e prima che passi alla Camera."Il principale problema – ha ricordato Domenici – è la norma che prevede un tetto di spesa per i comuni, pari al 4,5% di aumento, parametrato sui bilanci del 2000. E' un vincolo che rischia di essere eccessivo. In questi ultimi due anni ci sono stati molti cambiamenti, come ad esempio il nuovo contratto per i dipendenti degli enti locali. Nuovi oneri e costi che rischiano di far sforare i tetti di spesa. L'unico risultato sarà quello che molte amministrazioni si troveranno costrette a tagliare o ridurre i servizi".Le amministrazioni locali - ha ribadito il presidente dell'Anci - non pensano affatto di far lievitare gli oneri sul bilancio dello stato. "Se un comune, grazie alle maggiori o nuove entrate di cui può disporre, spende di più, deve avere la possibilità di farlo senza tetti precostituiti artificiosamente. Il tetto di spesa del 4,5%, non a caso, sarà un problema soprattutto per quelle amministrazioni virtuose che hanno le risorse da spendere e si vedono costrette a limitare la propria capacità di intervento da questa norma generale indiscriminata. Per affrontare questo tema, come tutti gli altri che troviamo nella Finanziaria – ha puntualizzato Domenici – come Anci convocheremo una assemblea a Roma, per valutare tutti problemi che la bozza che verrà licenziata dal Senato conterrà e quindi poter proporre al Parlamento e al governo eventuali emendamenti". Il presidente dell'Anci ha anche ricordato gli elementi positivi già contenuti nel testo al Senato. Si tratta della compartecipazione all'Irpef, fissata al 4,5% e non all'1,5% come era in primo tempo ("una scelta che rappresenta il primo vero tassello del nuovo federalismo fiscale", ha sottolineato Domenici) e la revoca dell'ipotizzato blocco delle assunzioni per gli enti locali "virtuosi" (quelli che rispettano i parametri del patto di stabilità).