Consiglio straordinario a Solliccianino: l'intervento dell'assessore alle politiche sociosanitarie Giacomo Billi
Questo il testo dell'intervento dell'assessore alle politiche sociosanitarie Giacomo Billi che oggi, nel Consiglio comunale straordinario svoltosi a Solliccianino ha tenuto la relazione introduttiva a nome della giunta. (dm)Prima di entrare nel merito delle varie attività e dei progetti che in questi anni hanno interessato l'attività dell'Amministrazione e la struttura di Solliccianino, o la stessa Casa Circondariale, lasciate che io rivolga alcuni ringraziamenti preliminari.Questa parte, di solito, viene riservata per la conclusione degli interventi, ma in questo caso credo sia giusto farla subito visto il carattere particolare e straordinario dell'incontro. Il primo grazie va alla Direttrice, la dottoressa Maria Grazia Grazioso, che gentilmente ci ospita, a seguire il nostro ringraziamento va al Direttore di Sollicciano, il dottor Cosimo Giordano, e alla Direzione generale delle Carceri che hanno aderito a questa iniziativa. Non si tratta, infatti, di una manifestazione celebrativa e rituale, come credo emergerà dai contributi che ci accingiamo a scambiarci. Si tenga presente che il Consiglio comunale non esce spesso dalla sua sede istituzionale di Palazzo Vecchio. Infatti le occasioni in cui ciò è avvenuto sono molto poche e finalizzate. Per questo non posso che rivolgere un ringraziamento convinto al Presidente Alberto Brasca, e soprattutto alla Commissione consiliare sanità e servizi sociali, presieduta da Susanna Agostini, e alla Commissione cultura, presieduta da Lavinia Balata Orsatti.La idea di tenere un Consiglio straordinario a Sollicciano venne proposta proprio dopo una visita dei membri della Commissione sanità e servizi sociali svoltasi il 21 febbraio scorso: la Commissione esprimeva così l'intenzione di far conoscere più direttamente alle istituzioni cittadine e alla popolazione questa esperienza particolare di "detenzione attiva", che consente alle persone di scontare la pena detentiva educandosi e formandosi.Un ulteriore ringraziamento penso sia giusto farlo al responsabile dell'Ufficio Città Sicura, Stefano Filucchi che, oltre ad occuparsi direttamente insieme alla segreteria del Consiglio, ha curato l'organizzazione di questa giornata.Chiudo con i ringraziamenti con quello più importante, ovvero quello che rivolgo ai nostri ospiti che hanno accettato di partecipare a questo momento di incontro/confronto con l'Amministrazione comunale.Un incontro che sono convinto servirà soprattutto a noi, che siamo qui ad ascoltare più che a dire. Credo che chi amministra le cose pubbliche deve recuperare il rapporto diretto con la comunità reale, deve evitare di svolgere la propria attività, senza avere un confronto costante e continuativo con l'esterno. Quindi la nostra uscita è per mettersi in ascolto di un pezzo particolare della nostra comunità, un ambito in cui i rapporti sono duri e le prospettive delle persone sono incerte e difficili. In una sola parola vogliamo interessarci di questo luogo, il carcere, delle persone che forzosamente lo abitano, delle persone che vi lavorano.Prima di fare brevemente cenno alle azioni specifiche che in questi anni molti attori hanno messo in campo, desidero fare alcune riflessioni.La prima. Visitare i carcerati è stata definita in passato come un opera individuale di "misericordia", oggi credo che debba essere riproposta anche come azione collettiva della città finalizzata a accompagnare il recupero alla autonomia e alla convivenza civile i concittadini (anche di passaggio) sottoposti ad un regime carcerario per effetto dei più vari motivi.Seconda riflessione. La nostra società dalla pur necessaria repressione che si esprime con la detenzione, deve sempre più orientarsi verso azioni di recupero delle donne e degli uomini carcerati alla vita autonoma e civile nella comunità cittadina. Dobbiamo trovare il modo di comunicare alla città il vantaggio comunitario del reinserimento integrale di questi cittadini: deve essere superato culturalmente lo stigma che continua rendere impervio il ritorno alla vita libera dei detenuti e trasformarlo in un "vantaggio" per la comunità.Terza. La politica della città deve porre particolare attenzione sui giovanissimi, laddove vi siano le condizioni di cadere preda dei gruppi criminali che, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri, sono sempre pronti ad avviarli sulla strada della malavita. Vanno create possibilità concrete per "spezzare il corso delle carriere devianti", dare alternative culturali e di stili di vita soprattutto a quei ragazzi che vivono contesti di disgregazione familiare e sociale.Questo è il quadro di fondo che dobbiamo tentare di condividere per poi agire, mettendo a frutto tutte le risorse comunitarie presenti nella società fiorentina.Come avrete già capito non è mio interesse, in questo breve intervento, fare solo l'elenco delle attività e dei progetti che ci hanno visto collaborare, insieme a tanti altri soggetti, per prendersi curaIn realtà da oltre 11 anni il Comune di Firenze ha avviato e svolto numerosi progetti, puntando in modo particolare al reinserimento e alla formazione degli ospiti della Casa Circondariale e di Solliccianino.Offrire un'opportunità e un futuro a questi giovani, donne e uomini, attraverso un reinserimento lavorativo in una società dove per nessuno è facile trovare sbocchi, e ancora più difficile è per chi ha un passato, breve o lungo, all'interno di una Casa circondariale. E' inutile, e sarebbe soprattutto falso, affermare che fuori da queste mura la vita possa riprendere come prima senza problemi.Noi, insieme ai responsabili dell'amministrazione carceraria, abbiamo il dovere di creare le condizioni non tanto di generiche "strade facilitate", quanto di possibilità concrete di recupero di un ruolo nella comunità. E queste si possono dare solo attraverso una formazione che apra spiragli di lavoro, primo passo per un corretto reinserimento.Ed è ciò che, almeno in parte, abbiamo cercato di avviare attraverso ad esempio "l'officina aperta", attività organizzata in collaborazione con la Cooperativa Ulisse per sistemare le biciclette della depositeria comunale.Un progetto che è stato realizzato in collaborazione con il Quartiere 4, la Società "Firenze Parcheggi" e l'associazione "Container".E proprio pochi giorni fa, in occasione dell'ultima domenica ecologica, c'è stata un'occasione per far conoscere il lavoro svolto nell'Officina di Sollicciano grazie ad una mostra di biciclette.Al di là dell'impegno, questo progetto come altri dà la possibilità ad alcuni giovani di imparare un mestiere'L'Amministrazione comunale non ha né la forza né la possibilità di fare tutto da sola. Grande merito hanno le Associazioni che lavorano in questo settore. Si tratta quasi sempre di volontari ai quali non possiamo non rivolgere un ringraziamento per il grande impegno che con il quale riescono ad essere un vero supporto anche per noi.Sto pensando ai progetti culturali realizzati con l'Arci e la Provincia di Firenze, grazie ai quali sono stati realizzati un laboratorio di pittura, e alcuni eventi culturali e sportivi di socializzazione. Il tutto ha portato anche alla realizzazione di un Centro di Aggregazione come supporto sociale e lavorativo.Grazie all'associazione Ciao, attraverso una convenzione firmata nel marzo scorso, si stanno concretizzando attività di orientamento e informazione, anche attraverso un servizio di ascolto.Non è l'unica convenzione di questo tipo, e grazie all'impegno dell'assessorato al patrimonio, cerchiamo di dare aiuti anche logistici.Alcuni anziani, usciti da Sollicciano, vengono ospitati in un appartamento di proprietà comunale, e lo stesso avviene per alcuni giovani che possono rivolgersi a due centri di pronta accoglienza.L'impegno forse più forte è comunque quello attuato per un programma integrato di prevenzione e riduzione del rischio per coloro che hanno problemi di tossicodipendenza, di alcool o per la prevenzione dell'Aids.Si tratta di diversi progetti che vedono a fianco dell'amministrazione anche l'Azienda sanitaria con i Sert, le cooperative sociali, Villa Lorenzi e molti altri soggettiIn questo breve elenco, non posso dimenticare l'impegno per i minori, molti dei quali stranieri, che hanno avuto opportunità di impegnarsi in corsi di formazione nel settore della Ristorazione e del Turismo, con un impegno diretto del Cfp, il Centro di Formazione professionale che fa capo all'assessorato alla pubblica istruzione.Il mese scorso, poi, sono partiti anche due progetti Europei rivolti proprio ai minori extracomunitari in collaborazione con il Tribunale dei minorenni: mi riferisco ai progetti ATLANTE e COME.Infine, alcuni tecnici del nostro servizio informatico si sono messi a disposizione dell'amministrazione di Solliccianino per la realizzazione di corsi di informatica. Una prima trance è già terminata, con la consegna ufficiale degli attestati di partecipazione, un'altra parte è in atto in questo periodo.Ho lasciato questo punto per ultimo, perché proprio su questo credo sia giusto rilanciare qui una proposta che la mia collega al lavoro, ha già avuto modo di presentare al dottor Giordano e che, magari anche alla Mario Gozzini potrebbe essere attuata.Si tratta della prospettiva attuare una legge nazionale, la n° 193 del 22 giugno 2000, che modifica diverse disposizioni in materia di lavoro per gli ospiti delle Case circondariali.Grazie a questa legge, a Milano e a Roma, sono stati stipulati dei contratti tra la Tim e le cooperative sociali per la esternalizzazione di alcune attività lavorative, come l'inserimento di dati.Non siamo al punto di partenza, ma altro dobbiamo fare, anche sul versante della comunicazione. Voglio solo richiamare un impegno preciso che voglio pendere come assessorato alle Politiche Sociosanitarie, da verificare nei prossimi mesi. Verificheremo lo sviluppo che avranno le attività sanitarie penitenziarie, che sono passate alla diretta competenza delle Aziende Sanitarie Locali. Il costruendo Piano Sanitario Regionale 2002-2004 dovrà prevedere azioni specifiche che sarà mia cura confrontare con le Direzioni carcerarie nelle prossime settimane