Appello degli assessori alla cultura dei Comuni dell'area fiorentina per un incremento degli investimenti nel settore

Un impegno sempre più forte delle Amministrazioni comunali dell'area fiorentina per il rilancio della cultura attraverso un'azione comune di tutti gli assessorati. E' questo il senso del documento d'intesa tra 9 Comuni dell'area (Firenze, Scandicci, Fiesole, Calenzano, Bagno a Ripoli, Campi, Lastra a Signa, Pontassieve e Sesto Fiorentino) firmato oggi in Palazzo Vecchio.Ricordando come il ‘'nostro'' grande patrimonio culturale del passato, costituisca ‘'una vera ricchezza senza uguali'', gli assessori alla cultura sottolineano ancora una volta ‘'come questa consapevolezza descriva bene anche la particolare responsabilità che gli amministratori pro tempore hanno di fronte all'umanità, presente e futura, per la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio''.Un impegno che riguarda ogni patrimonio culturale, ‘'materiale e immateriale'' per il quale ‘'gli amministratori devono investire, sollecitare e integrare investimenti per produrre nuova cultura, per misurarsi con il contemporaneo''.Da qui un vero e proprio ‘Appello' a tutte le Amministrazioni in vista della stesura dei prossimi bilanci. Un ‘Appello' che parte anche dalla consapevolezza della delicata situazione finanziaria di tutti i Comuni, pur nella consapevolezza di quanto ‘'importanti siano i servizi alla persona o le infrastrutture e quanta rigidità – almeno sostanziale –‘' e di quanto incidano sui bilanci. ‘'Ma non possiamo fare a meno di domandarci (e di proporre una riflessione alla nostra comunità) a cosa serva crescere e invecchiare in salute in città senza teatri, biblioteche, concerti, cinema?''E le cifre dimostrano questa difficoltà: Firenze ha un bilancio per la cultura che in percentuale rappresenta solo il 4,07%; Scandicci si ferma al 2,5%; Fiesole 3%; Calenzano 2,67%; Bagno a Ripoli 3,73%; Campi Bisenzio 1,4%; Lastra a Signa 1,23%; Pontassieve 3,53%; Sesto Fiorentino 3,34%.Le attività integrate fra i Comuni dell'Area fiorentina sulla cultura hanno già dei banchi di prova costituiti dalla gestione del sistema integrato delle biblioteche pubbliche che il Comune di Firenze coordinerà a partire dai prossimi mesi; da un progetto di sostegno ai teatri dell'area fiorentina per facilitare l'accesso del pubblico; dalla partecipazione con uno stand che raccoglierà tutte le diverse esperienze alla manifestazione ‘Culturalia' in programma dall'8 all'11 dicembre a Roma. Inoltre, tra le iniziative sulle quali è già stato aperto un confronto e un lavoro comune, particolare importanza rivestirà il coordinamento per i cartelloni della stagione estiva 2002. (dm)ALLEGATO DOCUMENTO SOTTOSCRITTO IL 27 OTTOBRE 2001"Firenze è un museo a cielo aperto": quante volte abbiamo sentito e pronunciato questa frase! Essa non solo sintetizza efficacemente la condizione speciale dell'area fiorentina quale luogo in cui si concentra una enorme quantità di opere dell'arte e dell'ingegno umano (ma anche della natura) qui depositatasi nel corso dei secoli; ma descrive bene anche la particolare responsabilità che gli amministratori pro tempo-re hanno di fronte all'umanità, presente e futura, per la conservazio-ne e la valorizzazione di questo patrimonio.Naturalmente, ogni patrimonio culturale – materiale e immateriale – deve riprodursi, rinnovarsi, crescere altrimenti la società che lo detiene è destinata a morire. Quindi, come in ogni altra comunità (ma qui la grandezza del passato impone standard qualitativi più alti che altrove anche al presente), gli amministratori devono investire, solle-citare e integrare investimenti per produrre nuova cultura, per misu-rarsi con il contemporaneo.Noi, assessori alla cultura dei Comuni dell'area fiorentina, avver-tiamo il peso di questa responsabilità e siamo consapevoli che la cul-tura a Firenze non è, non può essere, un settore qualsiasi dell'attività dell'amministrazione pubblica.Le più avvertite analisi sulle possibilità di sviluppo e di innovazio-ne della nostra area pongono l'accento sulla necessità di evitare l'ulteriore sfruttamento banale (attraverso un turismo e un consumo culturale di bassa qualità) della "città museo" e, all'opposto, insistono sull'indirizzo strategico di una valorizzazione attiva del patrimonio dell'area attraverso la produzione culturale. Insomma, la cultura nell'area fiorentina può essere uno dei principali motori di un altro sviluppo, capace di legare tutela e valorizzazione del patrimonio an-che attraverso le nuove tecnologie, di generare nuova e qualificata occupazione, di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, di qualificare i consumi, di caratterizzare questo luogo quale laborato-rio di produzione di cultura contemporanea e non come mero conteni-tore di quella del passato.Tuttavia, nonostante queste analisi e l'abbondante retorica sulla Firenze capitale mondiale della cultura, al momento della definizione dei bilanci degli enti pubblici, la cultura viene trattata come un qual-siasi altro settore; da ambito strategico spesso scivola nella bassa classifica, quasi fosse un lusso rispetto a settori ritenuti imprescin-dibili. A fronte della crescenti difficoltà di bilancio degli enti pub-blici, la cultura appare l'ambito nel quale meno dolorosi possono esse-re i tagli e in quei difficili momenti della redazione dei bilanci previ-sionali il legame stretto, in altre sedi riconosciuto, fra investimenti in cultura e sviluppo della comunità, si perde. Facendo parte delle Giunte Comunali (organi collegiali) sappiamo quanto importanti siano i servizi alla persona o le infrastrutture e quanta rigidità – almeno so-stanziale – inducano sui bilanci, ma non possiamo fare a meno di do-mandarci (e di proporre una riflessione alla nostra comunità) a cosa serva crescere e invecchiare in salute in città senza teatri, bibliote-che, concerti, cinema? oppure a cosa serva avere moderne infra-strutture se non vi sono anche luoghi della cultura dove andare? La cultura, intesa in senso ampio quale insieme di esperienze condivise che attribuiscono un significato alla vita dell'uomo, non è qualcosa di aggiuntivo e di eventuale alla vita di una data comunità; ne è, al con-trario, il senso profondo, il motivo della sua stessa esistenza. Fra i parametri per la misurazione della qualità della vita nelle città, sem-pre più deve essere considerato quello dell'offerta culturale e, quin-di, un settore nel quale investire per rendere più felici i cittadini e rendere desiderabile vivere nelle nostre città. Invece, ad ogni eser-cizio finanziario ci consideriamo fortunati se le risorse pubbliche per la cultura subiscono tagli minimi e brindiamo quando manteniamo le stesse risorse dell'anno precedente. Ma i bisogni del patrimonio cul-turale e dei cittadini crescono e le risorse pubbliche sono sempre più insufficienti. A lenire questa sofferenza si invocano risorse private, sostenendo che sulla cultura i privati sono più portati ad investire, ma è una falsa e fuorviante prospettiva: in primo luogo perché, per diversi motivi a cominciare dall'assenza di una politica di defiscaliz-zazione degli investimenti privati nel settore culturale, i flussi di ri-sorse private nel settore sono bassi in termini assoluti e in termini relativi (rispetto ad altri paesi che pure dispongono di un patrimonio culturale neppure paragonabile al nostro) e, in secondo luogo perché senza investimenti pubblici nessun privato sarà indotto a spendere proprie risorse in una impresa dalla quale vede defilarsi il pubblico.Vogliamo anche segnalare come Regione Toscana e Governo, cia-scuno per le proprie competenze, dovrebbero investire maggiori ri-sorse per la cultura e la valorizzazione del patrimonio artistico e ar-chitettonico che si concentra nella nostra area: da un lato perché Fi-renze può marcare il suo ruolo di capitale regionale soprattutto in questo campo e dall'altro perché Firenze è patrimonio del paese, per il quale occorre un impegno speciale, quale che sia lo strumento straordinario o ordinario che si intenda attivare.Proprio perché consapevoli del ruolo di motore dello sviluppo di questa area che la cultura può tornare ad avere, vogliamo proporre questa riflessione creativa alle nostre Amministrazioni che si stanno apprestando a definire i propri bilanci preventivi per l'anno 2002, agli operatori della cultura e a tutti i cittadini che – vogliamo sperare – sono consapevoli di vivere in un luogo davvero speciale proprio per questa identificazione con la città della cultura.Simone Siliani (Firenze) ______________Simone Gheri (Scandicci) ______________Beatrice Biagini (Fiesole) ______________Daria Risaliti (Calenzano) ______________Maria Cristina Pedretti (Bagno a Ripoli) ______________Fiorella Alunni (Campi) ______________Cristiano Rigoli (Lastra a Signa) ______________Moritz Gabrielli (Pontassieve) ______________Francesca Chiavacci (Sesto F.no) ______________