Musei: assessore Bruzzesi, le nuove tecnologie devono essere un ausilio ma non possono essere sufficienti

''Le nuove tecnologie possono, e già in gran parte lo fanno, aiutarci ad arrivare preparati, a sapere prima della partenza cosa andremo a vedere e persino dove andremo a mangiare e dormire in un determinato luogo, anche a migliaia di chilometri di distanza. I più giovani, grazie ad Internet, probabilmente hanno visitato molti più Paesi e molti più musei di quanti, i più fortunati tra noi, hanno potuto fare nella loro vita. Ma di questo possiamo accontentarci? Possiamo essere pienamente soddisfatti? Non credo''. Lo ha detto l'assessore al turismo e ai musei di Palazzo Vecchio, Stefano Bruzzesi, intervenendo al convegno su ‘Quale museo per quale pubblico', in corso nella sala dei Duecento di Palazzo Vecchio.‘'Se così fosse saremmo arrivati a quell'uniformità di giudizio e di visione generale che anche l'uomo del terzo millennio deve rifuggire. Questi nuovi strumenti – ha proseguito - devono invece aiutarci a ‘istigare', passatemi il termine, la voglia di conoscere, la curiosità che porta l'uomo alla continua ricerca del nuovo e insieme alla voglia di sapere tutto del passato. Diceva Albert Einstein che ‘'lo studio e la ricerca della verità e della bellezza, rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini''. Ecco noi dobbiamo saper sviluppare questa ‘voglia di restare bambini' che c'è in ogni uomo. Sono proprio i più piccoli che ci insegnano come conoscere ciò che ci circonda. E' la curiosità dei primi anni della vita che ci consente di guadare al domani con occhi che sono diversi in ciascuno di noi''.E allora ogni giorno, ‘'come amministratori ma anche come esperti di arte, di storia e di cultura, abbiamo il dovere di pensare a qualcosa di nuovo – ha proseguito Bruzzesi -. Di studiare innovazioni utili a far sì che i musei non siano luoghi dove si passa, si guarda e si dimentica. Avremmo fallito la nostra ‘missione'''.Ecco perché non possiamo accontentarci solo delle nuove tecnologie. ‘'Dobbiamo costruire, là dove non ci sono, dei sistemi capaci di attrarre i visitatori. Meglio ancora se questi arrivano preparati: ma essi devono trovare le motivazioni giuste per andare di persona nei luoghi. E questo perché – ha concluso – se vogliamo puntare al turismo di qualità, dobbiamo iniziare proprio da i più giovani che saranno i turisti di domani''. (dm)