Emergenza casa, l'assessore Albini: "Comuni penalizzati sulla dismissione del patrimonio degli enti pubblici"

"Netta contrarietà al decreto-legge 351 del 2001". Ad affermarlo è l'assessore alle politiche per la casa Tea Albini, anche in qualità di coordinatrice della Consulta Nazionale Anci-Casa. Il decreto recita: "Disposizioni urgenti in materia di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi comuni di investimento immobiliare"."Questo decreto – spiega l'assessore Albini – apre la strada alla vendita del patrimonio degli enti pubblici senza però tener conto di una serie di considerazioni. Ad esempio, nelle dismissioni del patrimonio, molta parte rientra in quello abitativo, ma si limita la possibilità di acquisto alle famiglie che inevitabilmente finiscono nel confluire nelle graduatorie delle categorie deboli, già di per sé sature. Inoltre i comuni non possono acquistare questo patrimonio in dismissione. Una ulteriore difficoltà nel fronteggiare il problema dell'emergenza abitativa e in particolare degli sfratti che a Firenze sono circa 7000".Un'altra richiesta dei Comuni riguardava l'elevazione della soglia per il rinnovo dei contratti di locazione da 18.000 euro di reddito complessivo lordo annuo a 36.000 euro. "Già 36.000 euro – ha detto ancora l'assessore Albini – rappresentavano una soglia che rientra sotto la voce Erp. Figuriamoci la proposta del governo che si è limitato ad elevare la soglia a 19.000 euro".Domani a Roma è in programma la riunione della Consulta Nazionale Anci-Casa per predisporre gli emendamenti al decreto sul finanziamento al fondo a sostegno delle locazioni. "Il governo con la finanziaria – ha concluso l'assessore Albini – vuol tagliare 150 miliardi di questo fondo, portandolo da 650 a 500. Tutto questo avrà conseguenze anche a Firenze, con circa duemila famiglie interessate per una somma attorno agli otto miliardi e mezzo".(fd)