Prezzi al consumo, aumento mensile dello 0,3%. Prime rilevazioni dei prezzi in euro

Aumento di uno 0,3 per cento rispetto al mese di settembre, conferma del dato annuale fermo allo 2,7 per cento: sono questi i dati dei prezzi al consumo relativi al mese di ottobre, rilevati a Firenze dall'ufficio comunale di Statistica."Gli aumenti più rilevanti si sono registrati nel capitolo dei generi alimentari, nell'abbigliamento e nell'istruzione" spiega l'assessore Andrea Ceccarelli. Tra gli alimentari si segnalano gli aumenti del pane (1,5), della frutta (1,5) e degli ortaggi (0,8); diminuiscono invece le patate (-5,1). Il settore dell'abbigliamento è caratterizzato dagli aumenti tipici dell'inizio della stagione invernale; per esempio le scarpe da donna (+4,9) e pullover da uomo (+3,4). Rilevante l'aumento delle voci dell'istruzione: in particolare per la scuola secondaria, +10,9 e universitaria +4,2. Continua invece la diminuzione del prezzo della benzina in particolare della super (-3,7) in vista dell'eliminazione dal mercato; complessivamente il capitolo segna una diminuzione di 0,4. "Appare significativa la diminuzione della camera di albergo, che scende del 2,5 – precisa Ceccarelli – infatti in questo periodo normalmente si segnalano degli aumenti. Probabilmente la diminuzione è dovuta al calo degli arrivi e delle presenze, provocata dalla crisi internazionale".L'ufficio comunale di Statistica, sempre nel quadro della rilevazione dei prezzi al consumo, ha anche verificato il livello di applicazione dei prezzi in euro."L'indagine è stata svolta su un campione di 62 prodotti – spiega l'assessore – per 829 rilevazioni complessive in 370 punti vendita. I prezzi in euro sono stati esposti solo in 187 di questi punti, mentre in 183 tiene banco ancora solo la lira. I prezzi esposti comunque sono quasi sempre il risultato della divisione tra il prezzo in lire e il cambio fisso con l'euro: per ora non si segnalano particolari differenze ne' positive, ne' negative. Fra le 499 quotazioni in euro rilevate, in 454 casi il cambio è risultato alla pari, in 29 sfavorevole al consumatore e in 16 favorevole. Altro dato significativo: i prezzi in euro sono esposti nella quasi totalità della grande distribuzione, mentre sono un po' meno diffusi tra i cosiddetti negozi tradizionali". (ag)