Via Niccolò da Tolentino, l'assessore Albini risponde alla consigliera Checcucci: "Gli sfratti sono solo tre e tutti motivati"
"Gli alloggi in questione costruiti per il fabbisogno di alcune categorie di cittadini, non possono essere da questi considerati alla stregua della proprietà privata e come tali liberamente trasmissibili fra gli stessi. Riconfermo che l'unico soggetto competente alla loro assegnazione ed alla eventuale revoca è il Comune di Firenze. E i procedimenti di rilascio non sono 25, ma tre". Sono parole dell'assessore al patrimonio Tea Albini che oggi in consiglio comunale ha risposto a un'interrogazione della consigliera Gaia Checcucci in merito a un'ipotesi di sfratto di 25 famiglie in via Niccolò da Tolentino."Gli alloggi di Via Niccolò da Tolentino spiega l'assessore Albini - sono stati realizzati ai sensi della legge 4 marzo 1952 n. 137 Assistenza a favore dei profughi', ed agli stessi assegnati. Questi alloggi attualmente fanno parte del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, e come tali assoggettati alla normativa regionale vigente. Infatti sia la legge n. 560/1993, norme in materia di alienazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, che la legge regionale 96/1996, disciplina per l'assegnazione, gestione e determinazione del canone di locazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, stabiliscono che appartengono all'Erp anche gli alloggi acquistati, realizzati o recuperati dallo Stato, e quindi compresi quelli facenti parte di programmi speciali o straordinari".Al riguardo vi sono state numerose sentenze del Tribunale di Firenze, del Tar Toscana e del Consiglio di Stato che hanno più volte confermato l'appartenenza di detti immobili alla categoria dell'Erp con la conseguente applicabilità della disciplina regionale di settore. In attuazione di quanto sopra il Comune di Firenze assegna gli alloggi del predetto comparto, che si rendono disponibili, sulla base delle graduatorie di ERP vigenti. Assieme all'Ater esercita una continua vigilanza per sanzionare gli eventuali abusi commessi sugli stessi. Ciò costituisce un legittimo e doveroso esercizio di poteri attribuiti dalla normativa regionale."Il Comune di Firenze, così come l'Ater precisa l'assessore Albini - non sono proprietari degli alloggi di Via Niccolò da Tolentino, essendo gli stessi di proprietà dello Stato. L'Ater, ex Iacp, è gestore di questi alloggi, ai sensi dell'art. 22 della legge 4.3.1952 n. 137. Il Comune di Firenze non riscuote affitti, neppure indirettamente, gli stessi sono percepiti dall'Ater che li utilizza per le finalità di legge, ossia per amministrazione e manutenzione ordinaria e straordinaria".Alle domande "quanti sono gli appartamenti da cui si riscuote il canone e a quanto ammonta", l'assessore Albini ha così risposto: "Attualmente gli alloggi in locazione del complesso sono 182 e solo una parte delle famiglie ha la qualifica di "profugo", gli altri sono già stati ceduti. L'importo totale riscosso dall'Ater per i canoni di locazione relativo al mese di ottobre 2001 ammonta a 28.502.995 Il canone medio pagato è di circa 156.000"."Numerosi occupanti di via Niccolò da Tolentino, circa 91 secondo un elenco fatto pervenire dagli stessi interessati prosegue ancora l'assessore Albini - che ritengono di essere in possesso dei titoli necessari per l'acquisto, fra cui quello di "profugo", nell'anno 1998, hanno versato spontaneamente e cioè senza alcuna richiesta del Demanio, somme che vanno da 500.000 a 800.000 lire ad alloggio. Tale somma è stata versata direttamente sul conto corrente n. 1986 della Banca d'Italia Fondi C.E.R. legge 560/93' destinato ai piani di reinvestimento secondo le procedure della predetta legge. Il versamento non muta la natura giuridica del rapporto, che resta di locazione fino alla stipula dell'atto, così come non sana situazioni di detenzione ormai senza alcun titolo degli alloggi in questione".Sulle tre famiglie per le quali viene richiesto il rilascio dell'alloggio l'assessore Albini spiega: "Si tratta in due casi di famiglie che hanno già a disposizione un alloggio pubblico nella stessa Via Niccolò da Tolentino, mentre la terza risulta essere proprietaria di immobili ad uso abitativo aventi una consistenza superiore a quella consentita dalla normativa regionale. Queste famiglie hanno fatto ricorso al giudice competente, il quale ha emesso sentenze favorevoli all'Amministrazione Comunale".(fd)