G8 di Genova, interviene il gruppo consiliare dei DS
Questo il testo dell'intervento del gruppo consiliare dei DS:«E' necessario globalizzare i diritti: emerge con chiarezza, anche per merito dell'azione politica delle moltissime associazioni riunite nel Genoa Social Forum, che non è più pensabile una globalizzazione liberistica, che massimizzi i soli profitti a danno dei diritti dei cittadini, dei popoli, dell'ambiente. Non ci sono risposte certe ed esaustive alla domanda di partecipazione, di giustizia e di uguaglianza che viene dai popoli del Terzo e Quarto Mondo, ma è certo che occorre una rivoluzione copernicana, che i Paesi più industrializzati sostengano con nuovo slancio l'azione delle grandi Agenzie internazionali (in primis l'ONU) e che siano rilanciate politiche attive di solidarietà e di sviluppo. In questo senso non si può non registrare come il vertice dei G8 abbia assunto alcune primi indirizzi in questa direzione, che tuttavia appaiono tardivi, timidi, dettati più che altro dalla necessità di rispondere alle sollecitazioni che vengono dall'ampio, magmatico, contraddittorio, ma crescente movimento che ha preso le mosse nel 1999 a Seattle.E' necessario perseguire uno sviluppo solidale e sostenibile: non è pensabile che le politiche di sviluppo siano il prodotto spontaneo delle "dinamiche di mercato". E' un idea semplicistica, che non considera il crescente divario di risorse, di tecnologie, di popolazione che divide Nord e Sud del Mondo. Sono necessarie politiche attive di solidarietà, ma soprattutto un azione che punti a perequare le attuali abissali differenze di opportunità. Lo sviluppo deve essere un bene condiviso, e deve tenere conto del limite oggettivo nelle risorse naturali: non è perciò pensabile il meccanico trasferimento altrove del modello di vita dei Paesi più ricchi. Da questo punto di vista il più grosso fallimento del vertice è rappresentato dal "nulla di fatto" in merito alla questione del rispetto del Protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas climalteranti, chiaro segno della svolta a destra segnata dall'elezione di George William Bush alla Casa Bianca, e che vede in Silvio Berlusconi il principale "baluardo" in Europa di dissennate politiche di sviluppo energivore e senza qualità.E' da apprezzare l'azione del Presidente della Regione Toscana: con la sua azione, che nei colloqui di San Rossore ha visto il punto più alto, Claudio Martini ha gettato un ponte di comunicazione tra le Istituzioni locali, sempre più importanti in forza del processo di federalismo solidale voluto dal Centrosinistra, e i movimenti pacifici e nonviolenti che hanno posto da tempo all'attenzione dell'opinione pubblica i temi sopra accennati. Stupiscono gli attacchi che da più parti vengono portati a Claudio Martini: li giudichiamo ingenerosi o strumentali. I critici dovrebbero riflettere sulla distanza crescente che va scavandosi tra le Istituzioni formali, benché democraticamente elette, e i movimenti, le associazioni, le istanze organizzate dei cittadini e dell'opinione pubblica. Distanza sintomaticamente simboleggiata dai G8 letteralmente asserragliati nel cuore di Genova, apparsi chiusi in un rituale di riunioni, incontri e colazioni di lavoro appena scalfito dall'incontro con i rappresentati dei Paesi più poveri. Il Presidente della Regione Toscana, invece, ha coraggiosamente aperto un dialogo che, se proseguito nel tempo, può consentire di mettere a punto una piattaforma di proposte concrete per quella globalizzazione dei diritti che molti osservatori imparziali ormai auspicano apertamente.Il Governo deve spiegare cosa è accaduto a Genova: sono troppi i lati oscuri che chiamano in causa un chiarimento da parte del Governo ed in particolare del Ministro dell'Interno. Centinaia di feriti e contusi, un giovane ucciso, alcune decine di miliardi di danni, le devastazioni diffuse per Genova: come è stato possibile che poche centinaia di ben noti violenti organizzati (i "black block") abbiano potuto raggiungere indisturbati la città, aggirarsi liberamente per le strade mentre le Forze dell'Ordine presidiavano esclusivamente "la zona rossa", infiltrarsi tra le centinaia di migliaia di giovani, donne, anziani che volevano pacificamente dimostrare la propria volontà di affermare un altro tipo di globalizzazione? Sono domande angosciose che gettano una luce sinistra sulle modalità con cui si sono organizzate e dispiegate le Forze dell'Ordine in città, e che non è attenuata, ma anzi enfatizzata dalla dura perquisizione condotta nelle scuole che ospitavano i giovani del Genoa Social Forum. Riteniamo che la Magistratura debba intervenire immediatamente per chiarire non solo le modalità dell'uccisione di Carlo Giuliani, ma anche l'episodio della perquisizione notturna tra sabato 21 e domenica 22. E riteniamo che il Ministro dell'Interno dovrà dare esaurienti spiegazioni in merito, assumendosi tutte le responsabilità per la mancata prevenzione nei confronti di una minoranza di esecrabili violenti.Il Gruppo consiliare DS condanna ogni forma di lotta violenta: il fatto più impressionante dei fatti avvenuti a Genova è che sia i contenuti del vertice dei G8 sia quelli delle associazioni riunite nel Genoa Social Forum sono stati quasi totalmente azzerati dagli scontri violenti tra le Forze dell'Ordine e le frange violente infiltrate a Genova. E' da respingere con nettezza, anche per questo motivo, ogni forma di lotta violenta che, inevitabilmente, finisce per fare il gioco di chi non intende discutere nel merito delle questioni serie poste dalla globalizzazione.Con questo documento il Gruppo consiliare DS di Palazzo Vecchio aderisce alla manifestazione indetta a Firenze per domani pomeriggio, 24 luglio».(fn)