Nelle scuole un opuscolo per far conoscere il funzionamento dei centri di alfabetizzazione

Un luogo certo, dove è sempre presente personale qualificato a cui rivolgersi e da cui essere accolti. E' quanto offrono i Centri di alfabetizzazione linguistica, tendenzialmente uno per ogni quartiere, strutturati come centri di risorse per le scuole e finalizzati a fornire i primi strumenti comunicativi agli alunni stranieri appena arrivati e a sostenerli nell'inserimento scolastico. Dallo scorso novembre quasi 200 ragazzi sono stati seguiti nei due centri già funzionanti ("Ulysse" nella scuola Agnesi e "Giufà" alla Barsanti) e 150 nei laboratori attivati all'interno delle scuole.I Centri di alfabetizzazione sono gestiti da associazioni e cooperative del privato sociale con esperienza nel campo dell'insegnamento dell'italiano come seconda lingua. E' necessaria inoltre una formazione specifica e documentata. L'obiettivo è quello di integrare il lavoro degli insegnanti e quello degli operatori, in modo da creare una vera e propria struttura di accoglienza. La rete dei Centri sarà seguita da un comitato cittadino di indirizzo e verifica, con la presenza di docenti universitari ed esperti nell'insegnamento dell'italiano agli alunni stranieri.Attualmente i centri già funzionanti sono due: il centro "Ulysse" presso la scuola Agnesi nel quartiere 1 e il Centro "Giufà", aperto presso la scuola Barsanti nel quartiere 4. Presto ne aprirà uno anche nel quartiere 5, il centro "Gandhi", nella ex scuola Paolo Uccello. Il funzionamento dei centri è spiegato in un opuscolo colorato in distribuzione in tutte le scuole per far conoscere la rete dei centri di alfabetizzazioneI corsi sono iniziati lo scorso novembre e si svolgono in parte presso i Centri e in parte presso le scuole. I bambini sono suddivisi in gruppo ed hanno la possibilità di frequentare i corsi due o tre volte alla settimana in alcuni orari stabiliti, o la mattina dalle 9,30 alle 11,30, o il pomeriggio dalle 14 alle 16. L'attività è seguita da alcuni operatori che collaborano strettamente con gli insegnanti delle scuole e consiste nel dare supporti linguistici e relazionali ai bambini. "La crescita della popolazione straniera nella nostra città, - ha sottolineato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri- comporta la necessità di creare strutture che offrano ai bambini che parlano lingue diverse di integrarsi e inserirsi nel modo migliore nella struttura scolastica". Negli ultimi cinque anni i bambini extracomunitari a Firenze e Provincia sono diventati 5000 e la maggioranza degli alunni del centro Ulysse è di etnia albanese (22%)e cinese (19%), segue l'etnia marocchina, la peruviana, la rumena e altre. Quasi il 50% dei bambini del centro Giufà che ha in tutto 80 studenti è kossovaro (47%) e albanese."Scuole e centri, - ha ribadito l'assessore Lastri e il direttore dell'ufficio scolastico regionale Michele Paradisi- collaborano insieme in continuo scambio e collaborazione. Il Centro non è un luogo separato dalla scuola, anzi si pone come esperienza di continuità rispetto ad essa".Palazzo Vecchio, venerdì 8 giugno 2001