Billi: Senza i Comuni la sanità si allontana dai bisogni della gente
'Una ferma e dichiarata volontà politica dei Comuni di tornare a giocare un ruolo da protagonisti nel mondo della sanità''. E' questo l'obiettivo indicato dall'assessore alle politiche sociosanitarie, Giacomo Billi, che ha aperto questa mattina i lavori del Conferenza fiorentina che per due giorni, al Palaffari di Firenze, intende mettere a confronto gli Enti locali e le Regioni con il mondo della sanità. Vicino ai cittadini Il nuovo ruolo dei Comuni nella Sanità', è il titolo dell'incontro al quale è intervenuto anche il sindaco Leonardo Domenici. Un ruolo, quello dei Comuni, ha detto Billi 'di forte indirizzo politico, lontano da tentazioni gestionali di antica memoria, ma sempre in agguato, concentrato sugli obiettivi della salute delle popolazioni locali e sulle strategie per conseguirli. Capace, insomma, di recuperare l'esautorazione degli Enti locali avviata dalla riforma del '92, e che il decreto 229 del 1999 ha saputo invece, almeno in parte, recuperare''.Secondo Billi senza l'apporto delle comunità locali, 'il governo della sanità si stacca inesorabilmente dai bisogni dei cittadini e rischia di perdere di vista la sua missione fondamentale: la tutela della salute come diritto fondamentale di ogni persona''.Dopo aver sottolineato che questo ruolo va assolutamente esplicitato 'anche nel prossimo Piano Sanitario Regionale 2002-2004'', l'assessore alle politiche sociosanitarie ha indicato alcuni obiettivi. Al primo posto 'la scommessa più ambiziosa a cui siamo chiamati: la realizzazione di una compiuta ed effettiva integrazione tra i servizi sociali e sanitari, che può finalmente prendere le mosse e trovare chiari punti di riferimento nella riforma sanitaria del '99, nel testo unico degli Enti locali, e nella legge quadro sull'assistenza, la 328/2000''.Nel ribadire la centralità della persona nel sistema dei servizi, Billi ha invitato tutti a superare le 'categorie schematiche di bisogni e di persone. La risposta non può essere schematica o seguire rigidamente percorsi assistenziali. Al contrario dev'essere proprio la personalizzazione degli interventi la strada maestra. E per questo ha aggiunto le Regioni devono incentivare le collaborazioni istituzionali entro ambiti territoriali adeguati a partire dalla dimensione distrettuale, formulando in via preferenziale piani unitari dei servizi sanitari e sociali, a livello regionale e sub-regionale''. Se i Comuni saranno chiamati a una maggiore responsabilizzazione nella programmazione, per l'assessore 'è chiaro e evidente che si deve arrivare ad un Piano regionale dei servizi alla persona deve essere fondato sull'effettiva integrazione fra l'assistenza sanitaria e il sistema dei servizi sociosanitari''.Il che significa più forza alla Conferenza dei sindaci ma anche, ed è un altro obiettivo importante, la costruzione di un piano attuativo metropolitano, ossia un documento di programmazione delle tre aziende fiorentine, e infine piano specifico anche a livello di distretto, perché questo è il livello dove si attua il programma territoriale e attraverso il quale dev'essere organizzata l'assistenza primaria e l'integrazione socio-sanitaria''.(dm)