Toccafondi (ApF): «Incertezze sul futuro della nuova Centrale del Latte»

Il futuro della Centrale del Latte è ancora pieno di incertezze. L'accusa è del capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi.«L'assessore Biagi - ha spiegato Toccafondi - afferma che è stato comunicato lo spostamento del mercato Ittico della Mercafir per far posto alla nuova Centrale del Latte. A quanto mi risulta, dal progetto alla costruzione dei nuovi spazi per il mercato Ittico, sempre nell'area Mercafir occorrono circa 16 mesi. Tempi lunghi anche perché occorrono particolari permessi e autorizzazioni. Questo farebbe partire la costruzione del nuovo stabilimento della Centrale del latte solo successivamente, cioè nell'autunno del 2002».Secondo il capogruppo di Azione per Firenze «il problema sta nel fatto che per la costruzione della nuova Centrale del Latte occorrono quasi 27 mesi e con questi tempi la fine dei lavori dovrebbe essere prevista per dicembre 2004 o nei primi mesi del 2005. Una data ben lontana da quella del febbraio 2004, la data che compare nel protocollo d'intesa con la Tav».«In merito allo spostamento nell'area Mercafir dove attualmente si trova il Mercato - ha aggiunto il consigliere di opposizione - il Comune si dovrà impegnare e provvedere economicamente alla ricollocazione degli operatori dell'Ittico. Senza la copertura finanziaria non sarà possibile far partire nessun altra azione relativa al nuovo stabilimento e i tempi si allungheranno ulteriormente».«Altro punto essenziale prima che l'operazione privatizzazione possa prendere il via - ha rilevato Toccafondi - è il valore al quale verrà posta sul mercato la Centrale, che non può essere inferiore ai 150 miliardi. La cessione del pacchetto azionario entro l'anno in corso inoltre, per un operazione finanziaria adeguata, non può essere del 40-45% perché se fosse superiore al 30% la Centrale del Latte sarebbe costretta ad indebitarsi per la costruzione del nuovo stabilimento di circa 20 miliardi. Ed ancora su questo punto non è vero che la cessione immediata dell'intero pacchetto azionario sarebbe auspicabile per le finanze dei soci pubblici, perché come più volte detto con il nuovo stabilimento si risparmieranno 5 miliardi e mezzo l'anno per spese di produzione, e il valore della Centrale aumenterebbe fino a circa 230 miliardi. E' quindi necessario procedere alla seconda fase della vendita solo dopo il 2005 e non, come Firenze sembra intenzionata a fare dopo le pressioni di Pistoia, già nel 2003».«E' quindi essenziale - ha concluso il capogruppo di Azione per Firenze - prevedere i criteri da applicare per la determinazione del prezzo di vendita della seconda tranche della Centrale solo dopo che lo stabilimento avrà iniziato la sua attività. Altro punto dolente riguarda il partner privato che deve essere cercato con particolari garanzie da inserire nel bando, e che deve possedere caratteristiche industriali che possano garantire il futuro della produzione negli stabilimenti fiorentini cosa non semplice ma essenziale per il suo futuro. Occorre infine istituire una Commissione di garanzia trasversale di esperti che verifichi e giudichi tutta l'operazione di vendita. Elementi e domande che ancora aspettano risposte concrete e certezze che da lunedì durante il Consiglio Comunale spero possano iniziare ad arrivare». (fn)