Andriulli (AN): «Tuteliamo il vernacolo fiorentino»

Un impegno dell'amministrazione per la tutela e la riscoperta del vernacolo fiorentino è stato chiesto, in una mozione, dal consigliere di Alleanza Nazionale Antonio Gerardo Andriulli.«Il "fiorentino" - scrive Andriulli - è la lingua italiana ed il "vernacolo" è la sua naturale sfumatura locale, per cui è giusto difenderlo al cospetto del mondo».Nel ricordare «i grandi personaggi del vernacolo fiorentino tra i quali spiccano Novelli, Burchiello, Fagioli, Paolieri fino agli ultimi Benvenuti e Savelli», il consigliere di Alleanza Nazionale chiede che il Sindaco si attivi «per tutelare e riscoprire il vernacolo fiorentino, pienamente "gustabile" da tutta Italia e che ben può mostrare al mondo una "fiorentinità" unica e particolarmente espressiva». (fn)Questo il testo della mozione:MOZIONEOggetto: per impegnare il Sindaco ad attivarsi per la tutela e la riscoperta del Vernacolo fiorentinoAPPURATO:a) che il vocabolo "dialectos" compie i suoi primi passi nell'antica Grecia, per indicare il colloquio o il modo stesso di parlare, ma, ben presto, si arricchisce di una connotazione geografica, intendendo una parlata locale;b) che solo nella tarda latinità, trasferendosi nell'idioma dei Cesari, assume un che di riduttivo e di antitetico rispetto al concetto lingua ampiamente diffusa, come la "koinè dialectos", cioè il greco d'epoca alessandrina o il latino dell'Impero:CONSTATATO che il dialetto, passato in eredità al mondo neolatino, aspira a più alta dignità, cercando molto spesso di liberarsi dei localismi ed arricchendosi di locuzioni già consolidate da estese tradizioni letterarie;PRESO ATTO che il dialetto si contrappone alla lingua, che quando appare ben radicata, - spesso come una vittoria di un dialetto sugli altri – rischia di soffocare la dovizia delle espressioni, isterilendo anche se stessa;CONSIDERATO che oggi l'italiano, immerso nella realtà mondiale della nuova economia, stenta a difendersi ed anzi arretra, piuttosto che vantare ed esportare le sue utili peculiarità, destinato quindi a rimanere solo il dialetto della nostra Penisola nell'ambito della nuova "koinè" anglostatunitense dei navigatori in rete;RILEVATO che il "fiorentino" è la lingua italiana e che il "Vernacolo" è la sua naturale sfumatura locale, per cui è giusto difenderlo al cospetto del mondo;RICORDATI i grandi nomi del Vernacolo fiorentino tra cui spicca Novelli, fondatore del teatro vernacolare fiorentino, assieme ai Burchiello, Fagioli, Paolieri fino agli ultimi Benvenuti e SavelliIMPEGNA IL SINDACOAd attivarsi per tutelare e riscoprire il Vernacolo fiorentino, pienamente "gustabile" da tutta Italia e che ben può mostrare al mondo una "fiorentinità" unica e particolarmente espressivaAntonio Gerardo Andriulli