Sgherri (Rifondazione): «No alle speculazioni sulle aree dismesse»

A Firenze c'è il rischio che si affermi la pratica di presentare progetti di trasformazione urbanistica come se fossero semplici progetti edilizi che cambiano impropriamente il piano regolatore e, soprattutto, avvallano politiche di rivalutazione fondiaria e speculativa delle aree. La denuncia è contenuta in un'interrogazione presentata dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri per la demolizione di una fabbrica in via di Quarto, nel quartiere 5, che è sede del centro sociale ex Emerson.«In quest'area - scrive la Sgherri - è stata aperta una pratica per "demolizione e riedificazione di complesso a destinazione produttiva". In questa pratica si afferma impropriamente che il complesso esistente è in stato di abbandono mentre vi si svolgono le attività del centro sociale ex Emerson».«L'area - sottolinea la capogruppo di Rifondazione - è classificata sottozona D1 "artigianali ed industriali esistenti, di completamento, di ristrutturazione" ma nel progetto presentato si riscontra una prevalenza di locali adibiti ad uffici quando nelle zone D1 e D2 tali attività non sono previste, mentre "attività amministrative e terziarie" sono ammesse nelle sottozone D3 e D4».Secondo la Sgherri, inoltre, «non si evince il tipo di attività produttive che si insedieranno in questi locali in quanto la relazione del progettista risulta troppo generica» mentre «l'azienda sanitaria locale di Firenze esprime parere favorevole al progetto condizionandolo a che "queste attività non siano ricomprese fra le industrie insalubri e non diano luogo ad emissioni di rumore o di inquinanti incompatibili con le attività residenziali circostanti"».Per questo la Sgherri chiede anzitutto di sapere «se l'amministrazione è a conoscenza del tipo di attività che si insedieranno anche ai fini della tutela della salute per le attività residenziali circostanti» e «quali garanzie ha preso, a fronte di una demolizione totale e ricostruzione, per di garantire il rispetto della destinazione di uso ammesse dal piano regolatore vigente».In secondo luogo la capogruppo di Rifondazione vuol conoscere «se il Comune è consapevole che la conclusione dell'iter amministrativo creerebbe le condizioni per lo sgombero del centro sociale ex Emerson» e «se ha preso iniziative al fine di evitare una soluzione di ordine pubblico nei confronti di un centro sociale che rappresenta una esperienza culturale e sociale importante per la città». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:Tipologia INTERROGAZIONESoggetto Proponente Monica SgherriOggetto Per avere chiarimenti in merito alla pratica n° 327/2000 "Demolizione e riedificazione di complesso a destinazione produttiva" (via di Quarto 19 Quartiere 5)Premesso che in via di Quarto n° 19 da anni svolge le sue attività culturali e sociali il Centro Sociale Ex Emerson, (dopo uno sgombero violento nel luglio '93 da parte delle forze dell'ordine della precedente sede da cui prende il nome), e che detto centro sociale svolge attività che hanno trovato integrazione e rapporto con gli abitanti del quartiere circostante;Venuti a conoscenza, che su questa area è stata aperta la pratica n. 327/2000 "demolizione e riedificazione di complesso a destinazione produttiva" presentata da Lorenzo Giudici e la società immobiliare Quarto;Venuti altresì a conoscenza che in questa zona sono state aperte diverse pratiche a cura di L. Giudici e che spesso sono state oggetto di variante in corso d'opera o di successivo cambio di destinazione (Infogroup, pratica 1382/1988, n° 295/1992..);Considerato che nella pratica di cui oggetto della presente interrogazione si afferma impropriamente che il complesso esistente è in stato di abbandono mentre vi si svolgono le attività del Centro Sociale Ex Emerson;Considerato altresì che comunque l'area è classificata sottozona D1 "artigianali ed industriali esistenti, di completamento, di ristrutturazione" e che nel progetto presentato si riscontra una prevalenza di locali adibiti ad uffici quando nelle zone D1 e D2 tali attività non sono previste, mentre "attività amministrative e terziarie" sono ammesse nelle sottozone D3 e D4;Preso atto infine che a partire dalla prevalenza nel progetto presentato di destinazioni di locali ad uso ufficio, ossia a destinazione terziaria, nella relazione del progettista non si evince il tipo di attività produttive che si insedieranno in detti locali in quanto la relazione del progettista risulta troppo generica quando a supporto del non cambiamento di destinazione afferma "si tratta di un edificio a destinazione produttiva, dotato di flessibilità d'uso così da poter essere ugualmente impiegato per attività artigianali e industriali…";Considerato inoltre, in riferimento alla genericità della descrizione del tipo di attività produttive, che l'azienda sanitaria locale di Firenze, G.O.N.I.P., prot. 2011/2000 esprime parere favorevole al progetto condizionato a che "le attività che si insedieranno nei locali dell'edificio non siano ricompresse fra le industrie insalubri di prima classe di cui al D.M. 5/7/94 e non diano luogo ad emissioni di rumore o di inquinanti incompatibili con le attività residenziali circostanti"INTERROGA1) Se l'Amministrazione è a conoscenza del tipo di attività che si insedieranno in detti locali anche ai fini della tutela della salute per le attività residenziali circostanti;2) Quali garanzie l'Amministrazione ha preso a fronte di una demolizione totale e ricostruzione al fine di garantire il rispetto della destinazione di uso ammesse dal P.R.G. vigente: ;3) Se, a fronte di interventi così rilevanti che prevedono la demolizione totale e ricostruzione, quali accertamenti e controlli l'Amministrazione ha messo in atto al fine di garantire che in città non si affermi la pratica di presentare progetti di trasformazione urbanistica come se fossero semplici progetti edilizi, ossia la pratica delle varianti in corso d'opera, che cambiano impropriamente il segno del Piano Regolatore e soprattutto avvallano politiche di rivalutazione fondiaria e speculativa delle aree;4) Dal punto di vista dell'iter amministrativo cosa manca alla sua conclusione e se vi sono ostacoli;5) Se l'Amministrazione è consapevole che la conclusione dell'iter amministrativo creerebbe le condizioni per lo sgombero del Centro Sociale Ex Emerson e se ha preso iniziative al fine di evitare una soluzione di ordine pubblico nei confronti di un centro sociale che rappresenta una esperienza culturale e sociale importante per la città;MONICA SGHERRI