Gli interventi del priore di Santa Maria Novella, padre Alessandro Cortesi, del presidente della CRF Aureliano Benedetti e del vice presidente dell'Ente Cassa di Risparmio Edoardo Speranza
Il Crocifisso e la Trinità: due opere ispirate da motivi teologici e spiritualiPer la comunità domenicana la ricollocazione del crocifisso di Giotto al centro della Chiesa di S. Maria Novella e la riapertura dell'affresco della Trinità di Masaccio sono un autentico dono di cui essere grati a tutti coloro che hanno lavorato al loro restauro e che hanno consentito il loro ritorno nel contesto in cui sono state concepite. Entrambe le opere sono due capolavori profondamente ispirati da motivi di teologia e di spiritualità.Il crocifisso di Giotto è leggibile come un mirabile testo che raffigura in modo iconografico la predicazione svolta dai frati domenicani in questa Chiesa. Questi ultimi erano giunti a Firenze agli inizi del Duecento portando la loro spiritualità aperta al nuovo che stava fiorendo in quell'epoca, nutrita di uno sguardo positivo per le realtà terrene in cui risplendeva la bellezza del creatore e per tutto ciò che è umano, che Cristo nella sua incarnazione aveva preso con sé.Per questo i domenicani insistevano sull'importanza dell'umanità di Gesù, sul suo essere veramente nato da donna' in contrasto con visioni che deprezzavano l'umano e la corporeità stessa. E nello stesso tempo ogni realtà terrena non veniva esaltata o separata da Dio, ma era vista come da Lui proveniente, a Lui orientata, costitutivamente aperta ad una dimensione trascendente senza venir per questo privata della sua autonomia e bellezza. La tavola dipinta di Giotto, superando la stilizzazione bizantina, esprime chiaramente in modo scultoreo la corporeità di Cristo in croce. Essa è profondamente connotata dalla dimensione naturale del crocifisso: presenta Gesù nella sua reale umanità, proprio nel momento drammatico della morte. Giotto dipinge Cristo sulla croce con il suo corpo abbandonato come colui che nella morte è datore di vita . Gesù è ritratto con il capo reclinato, con le mani trafitte dai chiodi con i pollici in prospettiva. Ha il costato squarciato, segno della sua morte già avvenuta; ma dalla ferita sgorga un fiotto rosso vivido di sangue, simbolo del dono di vita che proprio dalla sua morte scende su tutta la terra. Gli occhi sono socchiusi, a indicare che, nel momento stesso della morte, è il vivente, è colui che nel morire dona lo spirito'. Un Cristo che, secondo l'espressione giovannea, è l'agnello ferito, ma nello stesso tempo ritto in piedi, il risorto che dona la salvezza nella sua morte e vincendo la stessa morte. La tavola dipinta da Giotto è una mirabile raffigurazione del mistero della Pasqua: mistero di morte e di vita, di dolore e di speranza. Nel volto di Gesù sulla croce che soffre come uomo, ogni sofferenza umana può riconoscersi e nel suo volto reclinato possiamo riconoscere ogni volto umano ferito.Anche nella Trinità di Masaccio al centro c'è Gesù sulla croce. E' il crocifisso situato nel mezzo dell'arco trionfale raffigurato secondo le linee prospettiche suggerite da Brunelleschi al giovane artista discepolo di Masolino. L'affresco dipinto da Masaccio è ancora una mirabile opera di teologia espressa nel linguaggio dell'arte pittorica. Cristo è qui il secondo Adamo. E' colui che porta a compimento il progetto concepito dalla Trinità stessa nell'atto creativo del primo Adamo. L'Adamo soggetto alla morte: figura di ogni uomo (delineato nel profilo dello scheletro alla base dell'affresco) chiamato ad una vita nuova in Cristo. Gesù sulla croce è il Figlio che comunica il volto del Padre, nella forza dello Spirito all'interno della storia umana: la sua morte è comunicazione d'amore della Trinità che salva. Il mistero trinitario, la vita nell'amore che lega il Padre, il Figlio e lo Spirito si è fatta vicina all'umanità nelle parole e nei gesti di Gesù e soprattutto nella sua morte di croce. E' una comunicazione che si prolunga nella vicenda umana nel coinvolgere tutti coloro che Gesù raduna: Maria e il discepolo amato, simbolo della prima chiesa, i committenti in ginocchio, ed anche coloro che osservano ai piedi dell'affresco, che entrano nel gioco prospettico ad essere protagonisti viventi nella raffigurazione, partecipi di una comunione che unisce la terra al cielo. La Trinità di Masaccio è così espressione iconografica della comunicazione di amore che sin dalla creazione Dio ha offerto all'umanità ed ha avuto compimento nella Pasqua di Gesù, il Figlio fatto uomo. Un messaggio di speranza: la morte non è l'ultima parola, ma la nostra vita è chiamata a partecipare della resurrezione di Gesù.Per questi motivi la comunità domenicana, che è custode di questi beni e di questa Chiesa, è grata per questo dono: due capolavori da trasmettere alle future generazioni quali messaggi di speranza, riconsegnati a S. Maria Novella e a tutto il mondo proprio alla vigilia del triduo pasquale, il mistero della fede che essi raffigurano.Testo a cura di Alessandro Cortesi op - priore del Convento di S. Maria NovellaBANCA CR FIRENZE: UN CONTRIBUTO DECISIVOAL RECUPERO DELLA TRINITA' DI MASACCIOLa partecipazione della Cassa di Risparmio di Firenze al progetto di recupero conservativo del prezioso affresco raffigurante la "Trinità", eseguito da Masaccio nella Basilica di Santa Maria Novella, segue a breve distanza di tempo la conclusione dell'analogo intervento, interamente finanziato dalla Cassa di Risparmio, a favore della statua del Perseo di Benvenuto Cellini.Dalla sua fondazione ad oggi la Cassa di Risparmio di Firenze ha contribuito alla salvaguardia del patrimonio artistico del proprio territorio di riferimento.In passato il perseguimento di questo obiettivo oltre a rispondere alla vocazione filantropica delle Casse di Risparmio, fissata anche a livello statutario, era accentuato dall'origine della banca e dal suo legame con una città dove cultura ed economia erano sempre andate di pari passo.A seguito della Legge Amato del 1990 che ha disposto la separazione fra attività bancaria e attività solidaristica, l'azione della Banca in questo settore si è improntata ad una logica d'impresa e i fini di interesse pubblico sono divenuti compito istituzionale dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.Tuttavia anche l'azienda bancaria ha continuato a finanziare interventi di utilità sociale, richiamandosi ai criteri generali di sostegno al territorio che ne ispirarono la fondazione, oltre naturalmente a quegli obiettivi di comunicazione e di sostegno alla propria immagine di azienda moderna e dinamica che opera in stretta connessione al mercato.Come già l'intervento a favore del "Perseo" di Cellini anche il restauro della "Trinità" di Masaccio viene finanziato dalla Cassa di Risparmio di Firenze attraverso una convenzione stipulata con gli organismi istituzionali preposti alla tutela del patrimonio artistico."Con questa iniziativa sottolinea il Presidente Aureliano Benedetti - la Cassa di Risparmio di Firenze lega ancora una volta il suo nome ad un'operazione culturale di fondamentale importanza per Firenze, restituendo alla città un bene storico di primaria importanza. "L'Ente Cassa di Risparmio di Firenze finanzia la ricollocazionedel Crocifisso di Giotto nella Basilica di Santa Maria NovellaCon la ricollocazione del Crocifisso di Giotto nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, si potrebbe affermare che l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha preso l'abitudine a frequentare un luogo come questo dove si concentrano tanti capolavori della storia dell'arte ma anche una parte notevole della pietas popolare fiorentina. Infatti, dopo il finanziamento dei restauri degli affreschi di Filippino Lippi nella Cappella Strozzi e di una parte di quelli che hanno interessato l'intero complesso in occasione del grande Giubileo del 2000, con il Crocifisso di Giotto l'Ente riprende a svolgere in Santa Maria Novella il proprio compito. Non quello di restaurare né tantomeno di sostituirsi a chi deve vigilare per la tutela dei nostri monumenti e neppure emulare lo specialista in traslochi, bensì vuole fornire un sostegno concreto, affinché certe iniziative che attengono alla civitas possano attuarsi, analogamente all'impegno assunto e felicemente compiuto per il ritorno a casa' di altri illustri capolavori: il Perseo di Benvenuto Cellini in Piazza della Signoria e il Crocifisso michelangiolesco in S. Spirito. Ciò fa parte delle finalità istituzionali dell'Ente. In definitiva l'atto di ricollocare' al suo posto un'opera d'arte, nell'ambiente per cui è stata concepita, non è meno importante dell'averla restituita al suo splendore originario attraverso un paziente lavoro di restauro. Se poi l'ennesimo ritorno' riguarda un'opera di Giotto, tanta attenzione e sollecitudine sono sicuramente ben ripagate.Il rapporto dell'Ente con Santa Maria Novella continuerà ancora, in particolare, per i lavori di restauro che dovranno presto essere effettuati in un altro scrigno' di questa chiesa dalle infinite sorprese: la Cappella Bardi di Vernio nel braccio laterale destro del transetto della Basilica.La missione' dell'Ente Cassa di Risparmio di FirenzeLa Cassa di Risparmio di Firenze fu costituita, quale società privata, il 30 marzo 1829 da 100 cittadini, nello spirito della cultura europea di progresso civile, con lo scopo di favorire il risparmio e la previdenza delle classi meno agiate, prevedendo la destinazione dei profitti esclusivamente a scopi di utilità sociale. Dopo il conferimento della funzione bancaria all'omonima società per azioni, avvenuto nel 1992, la Cassa assunse la denominazione «Ente Cassa di Risparmio di Firenze», persona giuridica a composizione associativa, con fini di sviluppo civile.L'Ente si riconosce nelle idealità costitutive e opera per rinnovarne lo spirito adeguando gli scopi sociali alle attuali condizioni ed esigenze. Esso è persona giuridica di diritto privato senza fini di lucro ed è regolato dal proprio Statuto nel quadro delle leggi vigenti. Nella continuità degli ideali e delle finalità civili della Cassa di Risparmio originaria, persegue esclusivamente scopi di utilità sociale attraverso la promozione della qualità della vita e dello sviluppo civile ed economico sostenibile, contribuendo alla rivalutazione dell'identità fiorentina e più in generale delle specificità storicamente acquisite dalle antiche comunità toscane e dell'Italia centrale. In tale ambito ideale l'Ente opera anche attraverso relazioni con l'estero per la valorizzazione e il restauro dei beni culturali, per la promozione, diffusione e conoscenza di attività d'arte e di cultura, per la ricerca scientifica e per le innovazioni tecnologiche, per la cura del paesaggio storico e dell'ambiente naturale, con prevalente riferimento alla città di Firenze ed ai territori tradizionali dell'istituzione.Volendo inoltre rispettare una tradizione ininterrotta di beneficenza, l'Ente opera a favore degli emarginati e in genere di coloro che hanno bisogno di solidarietà, riabilitazione, assistenza. Promuove la crescita civile e lo sviluppo della città di Firenze, dei territori di riferimento e della società in generale.Le realizzazioni dell'Ente possono attuarsi attraverso la struttura interna, o anche tramite persone giuridiche collegate, quali la Fondazione Parco Monumentale Bardini e Peyron, in materia ambientale e paesaggistica, o la Fondazione Progettare per Firenze, per iniziative e proposte riguardanti la città e il territorio, ovvero con affidamenti esterni opportunamente vagliati quanto a idoneità e affidabilità. L'Ente può altresì intervenire per iniziative concordate con Istituzioni Pubbliche o con privati, diventandone co-promotore. Può partecipare, pur senza esserne promotore, ad iniziative di particolare interesse assunte da Enti e Associazioni senza finalità di lucro nei settori relativi agli scopi sociali dell'Ente. In casi particolari e con adeguata motivazione può dare contributi per singole iniziative, esclusivamente in tali settori, promosse o curate da Enti Locali Territoriali o da Amministrazioni Statali.