La storia della Chiesa di Santa Maria Novella

Il 20 novembre del 1221 i domenicani presero possesso dell'antica chiesa di Santa Maria Novella che era stata fino ad allora di patronato dei canonici del Duomo, come risulta dal più antico dei documenti che la riguardano e che risale al 983.Nel 1288 la Repubblica donò ai domenicani il terreno per aprire la nuova grande piazza, terminata presumibilmente verso il 1325, che ancora oggi è una delle maggiori della città.La sistemazione del campanile risale al 1330 quando sembra fossero già realizzati il coro antistante, la cappella maggiore ed il massiccio tramezzo o ponte a due piani che divideva la parte della chiesa, riservata ai frati, da quella destinata ai fedeli e che ospitava ben otto cappelle o altari, quattro sopra e quattro sotto.Nel 1350 la costruzione della prima grandiosa chiesa gotica di Firenze era certamente ultimata, comprese la cappella Rucellai e quella degli Strozzi, oltre le due testate del transetto, nonché la sagrestia, fatta edificare dai Cavalcanti. Poco dopo il 1364, con il compimento della cappella degli Ubriachi, tra il chiostro Verde e il chiostro Grande realizzati nel frattempo insieme a tutti gli altri edifici ad essi circostanti, ebbero fine anche i lavori nel convento.L'intero complesso, così, nel terzo venticinquennio del secolo raggiunse la sua massima estensione grazie alle innumerevoli e ricche donazioni di molte tra le più importanti famiglie fiorentine e all'opera dei due frati architetti domenicani Giovanni da Campi e Iacopo Talenti.La consacrazione della chiesa, però, risale al 1420 e fu fatta da Papa Martino V il 7 di settembre.I lavori per la sistemazione definitiva della facciata, cominciati nel 1456 a spese della famiglia Rucellai e su progetto di Leon Battista Alberti, furono conclusi nel 1470.Nel 1565 cominciò l'imponente ristrutturazione operata da Giorgio Vasari per volere di Cosimo de' Medici il quale dispose il riordino dell'edificio ecclesiale secondo quanto si stava stabilendo al Concilio di Trento, onde ottenere i favori del pontefice domenicano Pio V e con essi la corona granducale.Per prima cosa fu fatto un elenco della parti da rinnovare e fu deciso l'abbattimento del ponte, del coro e delle antiche cappelle per costruire i nuovi altari monumentali, uno per campata e due addossati alla controfacciata, allineati lungo le pareti delle navate e che sarebbero stati poi consacrati tra il 1577 e il 1578. Le finestre furono ridotte in altezza, allargate e incorniciate; le pareti imbiancate e gli affreschi antichi scialbati, distrutti o nascosti dietro i nuovi altari. Così fu nascosta anche la 'Trinità' di Masaccio ritornata soltanto da pochi decenni nel suo luogo originario e fatta per essere vista dalla porta di accesso alla chiesa, dalla parte del cimitero degli Avelli, anch'essa murata dal Vasari.Per fare un altro accesso alla chiesa dalla parte della navata orientale, nella parete della quarta arcata furono abbattuti due avelli ed aperta una porta nel cui vano, oggi richiuso, è venerata la statua della 'Madonna del Rosario'. Accanto si vede ancora l'acquasantiera che vi fu messa al tempo del Vasari e fatta fare da Bartolommeo Cederni.Ad opera di Ignazio Danti, frate domenicano e cosmografo granducale, sulla facciata furono collocati due strumenti astronomici: il quadrante di marmo, nel 1572, e l'armilla equinoziale, nel 1574.