Le precisazioni dell'assessorato alle politiche per la casa alle rivendicazioni del Movimento di lotta per la casa
In merito alle rivendicazioni del Movimento di lotta per la casa, l'assessorato alle politiche per la casa del Comune di Firenze, intende precisare quanto segue. Per quanto riguarda il caso dello sfratto di via Niccolò da Tolentino 64, effettuato questa mattina, è opportuno ricordare che la famiglia Scrobogna, composta da padre, madre e due figli di 22 e 20 anni, era occupante senza titolo, di un alloggio comunale dal 1992. L'appartamento si era reso libero a seguito del decesso della legittima assegnataria, non legata da vincoli di parentela con la famiglia suddetta. La prima ordinanza di rilascio dell'immobile risale al 15 febbraio 1994 e da allora era stato ripetutamente prorogata fino alla data di oggi. Esattamente si contano ben 13 proroghe e nel contempo il pretore ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia Scrobogna e successivamente anche il tribunale, non riconoscendo il titolo all'occupazione. Il Comune di Firenze aveva proposto alla famiglia per due volte contributi per accedere al mercato privato e, ancora, tramite gli alloggi delle Assicurazioni Generali, era stata offerta una casa in affitto, anche questa rifiutata. A seguito dell'ultima proroga (25 gennaio 2001) la famiglia Scrobogna si era impegnata a lasciare l'alloggio entro una settimana, in quanto si sarebbe sistemata presso l'abitazione della madre della signora, nel Comune di Scandicci. Fatto, questo, ancora una volta disatteso. Si segnala inoltre che la madre del signor Scrobogna, vive da sola in un alloggio comunale di quattro vani, sempre in via Niccolò da Tolentino, e che alla famiglia era stata proposta l'immissione nel nucleo familiare della suddetta, con conseguente subentro nell'assegnazione dell'alloggio.Relativamente al problema di un disabile per il quale sono state raccolte firme fra gli abitanti di Santa Croce, altro caso segnalato dal Movimento in un volantino, è opportuno ricordare che questa persona è attualmente assegnataria di un alloggio comunale, al primo piano e, consapevoli del problema di deambulazione, è stato predisposto un cambio di alloggio, accordandogli un appartamento in via Oriuolo di 56 metriquadri, a piano terreno senza barriere architettoniche e completamente ristrutturato, con le modifiche richieste dallo stesso disabile. Nonostante ciò l'assegnatario ha successivamente manifestato l'intenzione di ospitare presso il suo alloggio un altro disabile, residente e seguito dai servizi sociali del Comune di Signa e quindi senza alcun titolo. Visto però il caso umano, sono state comunque offerte altre soluzioni per poter soddisfare questa richiesta. Tutte le soluzioni sono state rifiutate con la motivazione di voler continuare a risiedere esclusivamente nel centro storico, dove, è notoria, la quasi impossibilità di reperire alloggi senza la presenza di barriere architettoniche.Altro caso segnalato dal Movimento è quello dei nuclei familiari, che non hanno alcun titolo per ottenere un alloggio pubblico, e si trovano ricoverati presso strutture ricettive. Per loro è stata disposta la cessazione del ricovero dal prossimo 1° aprile, ma l'assessorato precisa che i casi riguardano sfratti avvenuti in varie epoche per morosità o da occupazioni abusive di alloggi per i quali è sopravvenuto lo sgombero. Si tratta di tutti giovani adulti per i quali era stato anche proposta l'erogazione del contributo in conto-affitto. Il ricovero in albergo di più lunga durata risale al 23 aprile 1999 e il più recente al 27 novembre 2000. L'assessorato ritiene di aver concesso tempo sufficiente per trovare soluzioni autonome.A proposito degli sgomberi di immobili occupati, dall'ottobre 1999 ad oggi, sono stati risolti casi di 19 famiglie, tutte entrate in possesso di un alloggio: 14 con la procedura di Comune-Garante, una con assegnazione di alloggio ERP come giovane coppia, e 4 in alloggi del demanio quali casi sociali.(fd)