Relazione del sindaco per il bilancio 2001. 2. Firenze solidale: il cuore di questo bilancio

Firenze solidale: il cuore della strategia di questo bilancioTutto ciò significa che non ci troviamo di fronte a un conto economico di emergenza, fatto di tagli smisurati, di "stangate", di tartassamento fiscale, ma di un bilancio che prevede il consolidamento e l'espansione di investimenti nel sociale, la razionalizzazione della spesa e delle risorse, l'assestamento delle spese, con il contributo attivo di tutta la città.Vorrei sottolineare questo aspetto: tutti i fiorentini, sia i cittadini residenti sia chi comunque opera e lavora in città (e, perciò, la "usa"), contribuiscono, ognuno per parte sua, a realizzare un progetto civico complessivo, fatto di nuovi servizi ai bambini, di assistenza agli anziani, di un'opportunità a chi viene a Firenze da lontano e vuole, onestamente, integrarsi e diventare cittadino.Di questo si tratta, non di "tappare i buchi" di una finanza comunale in crisi. E' una scelta, si può essere d'accordo o no, ma è una scelta.Certamente, però, non possiamo prescindere dalla situazione generale in cui versano la fiscalità e la finanza locale.Non siamo affatto l'unico comune italiano (purtroppo, vorrei dire) ad avere avuto difficoltà a chiudere il bilancio 2001. Questo è un problema generale e ritengo necessario che il Consiglio Comunale e tutti i consiglieri ne siano consapevoli.I problemi sono sia di natura congiunturale che strutturale.Abbiamo bisogno di entrate certe, come sottolineato anche dalla relazione dei sindaci revisori (positiva, in questo senso, la prospettiva della compartecipazione ad un grande tributo erariale – l'Irpef all'1% – dal 2002), altrimenti la finanza degli enti locali è destinata al collasso. Sta qui tutta l'importanza del "federalismo fiscale", la cui attuazione, tuttavia, non sarà né semplice né priva di difficoltà, nel quadro della più generale riforma costituzionale dell'ordinamento dello Stato, recentemente approvata.Sul piano congiunturale, il problema è che la Finanziaria 2001 segna soltanto una parziale inversione di tendenza, peraltro insufficiente, sul capitolo dei trasferimenti agli enti locali. Certamente, si tratta di una manovra importante, che riduce il carico fiscale sul paese e introduce non pochi benefici per le famiglie e le imprese (fra il 2000 e il 2001 si è redistribuito un "surplus" fiscale pari a circa 41mila mld). Ma si potevano fare scelte più coraggiose per avviare un nuovo ciclo di equilibrio della finanza locale, alla vigilia della riforma federalista. Si poteva evitare che, in un contesto caratterizzato da forti sgravi, gli enti locali fossero invece costretti ad aumentare l'imposizione per far fronte ai nuovi bisogni e alle nuove domande dei cittadini, nonché per affrontare le inedite problematiche del nostro tempo (immigrazione, aumento della popolazione anziana, sicurezza, investimenti in infrastrutture, ecc.).Ci troviamo di fronte a un paradosso: aumentano i compiti per il Comune ma diminuiscono le risorse certe.L'esenzione dell'Irpef per i redditi più bassi, sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi, e la progressiva rimodulazione degli scaglioni, vanno benissimo perché realizzano un effettivo alleggerimento. Ma si poteva redistribuire sugli enti locali, per esempio, il finanziamento (pari a circa 600-700 miliardi) della abolizione totale dell'Irpef sulla prima casa.Va comunque detto, con chiarezza, che le addizionali o l'aumento di alcune imposizioni a livello locale sono ben lontane dall'annullare gli effetti degli sgravi previsti dalla Finanziaria e che, in ogni caso, la pressione fiscale complessivamente diminuirà.Il problema è che, a livello locale, occorre assicurare, anzi aumentare i servizi offerti dai comuni, in un quadro di risorse incerte e in costante diminuzione.Presentare, quindi, le manovre fiscali locali come pura volontà vessatoria nei confronti dei cittadini, è semplicemente ridicolo e poco rispettoso del ruolo di governo di tutti i Comuni italiani.Nel nostro caso, l'addizionale Irpef allo 0,1%, cioè il minimo, vuol dire dalle 24 alle 30 mila lire l'anno (meno di cento lire al giorno) per una famiglia media. E ricordiamolo: vuol dire nessun aumento di tasse per i pensionati con un reddito minino, sotto i 12 milioni.Vorrei ricordare anche che un lavoratore che ha ventotto milioni di reddito, nel 1999 pagava tre milioni e mezzo di tasse l'anno; nel 2001 ne pagherà due milioni e 379mila. Ciò vuol dire che gli sgravi fiscali ottenuti in questi anni consentono un risparmio di ben un milione e 121mila.L'aumento del canone per il suolo pubblico (Cosap), con la rimodulazione definita nei giorni scorsi e, infine, la decisione di non aumentare tariffe e Ici, illustrano il tipo di manovra che abbiamo deciso.Certo, qualcuno ha storto il naso. Altri hanno addirittura gridato sotto questo palazzo (continuo a pensare che non si tratti di una maggioranza, bensì di una minoranza della città). L'esborso chiesto non solo è contenuto, ma è soprattutto un contributo spalmato in modo equilibrato sulla collettività, che finanzia l'espansione dei servizi sociali di questi ultimi due anni.Mi riferisco, per esempio, ai circa 15 miliardi in più spesi nel 2000 e previsti per il 2001 fra minori, anziani, asili nido e scuole.Due esempi valgono per tutti: abbiamo scelto di spendere qualcosa di più per le mense scolastiche, perché abbiamo preferito preparare noi i pasti (anche con cibo biologico), piuttosto che affidarci esclusivamente al mercato.Abbiamo inoltre una popolazione che invecchia sempre più. Per favorire l'assistenza, non solo abbiamo inaugurato due nuove residenze per gli anziani, ma abbiamo potenziato (quasi mezzo miliardo in più) l'assistenza domiciliare e i servizi alternativi al ricovero.O ancora: sono nati quasi mille bambini in più a Firenze. Abbiamo recentemente inaugurato un nuovo asilo e un altro sarà avviato a settembre. Sabato scorso sono stato in piazza Elia dalla Costa per tagliare il nastro del nuovo centro polivalente Il Porto. Una struttura che è costata 580 milioni. Queste sono le nostre spese. Per garantire questi servizi abbiamo incrementato gli impegni nel nostro bilancio.Naturalmente, è anche necessario verificare in maniera costante e continuativa la qualità e la quantità di questi servizi, evitando ogni forma di spreco, di duplicazione o di sovrapposizione ed è per questo che stiamo predisponendo un vero e proprio "piano dei servizi" del Comune. Ma si tratta di una operazione ben diversa da quella dei puri e semplici "tagli", effettuati sulla base di un mero calcolo contabile.Detto questo vorrei aggiungere alcune considerazioni.Qualcuno ci ha accusato di sentire un po' troppo i sindacati e troppo poco le categorie economiche. Qualche altro ha parlato di ritardi nelle privatizzazioni. Altri ancora di un Comune che colpisce sempre "i soliti".Partiamo dal primo punto. Noi abbiamo ascoltato e incontrato tutti. Abbiamo dialogato con i sindacati e i rappresentanti delle categorie. Abbiamo discusso dell'addizionale e ci siamo confrontati sul canone Cosap. Il dialogo ha dato dei risultati, solo chi pensava che concertare volesse dire impedire al Comune e alla giunta di decidere e di impostare le linee della città del futuro è rimasto deluso. Io credo che ci si debba sentire parte di un percorso, di un processo di trasformazione della nostra città.E poi, sulla propensione a tassare. Ci sono comuni, guidati da amministrazioni di colore diverso dalla nostra, che hanno l'addizionale allo 0,4% e più.Delle privatizzazioni parlerò dopo. Ma a chi dice che siamo in ritardo, un piccolo appunto: questa amministrazione ha impiegato meno di un anno ad avviare la dismissione della maggioranza delle quote dell'Afam. In altre realtà, se ne è discusso per anni e ancora non siamo alla conclusione.Infine, sul colpire sempre "i soliti". Non ho intenzione di aprire vecchie polemiche. La nostra città non può offrire servizi solo per i suoi 380 mila abitanti, ma deve coprire le esigenze imposte dalla presenza di migliaia di pendolari e di turisti.L'anno scorso ho proposto un contributo per i turisti. Ho lanciato l'idea di creare un fondo ad hoc per rendere Firenze più pulita e più curata. Continuo a non capire la reazione negativa che vi fu a quella idea. E francamente spero che si possa riparlarne.