Nuovo Pignone, mozione di Rifondazione, Ds e Comunisti Italiani

La situazione occupazione della Nuovo Pignone deve essere discussa in Consiglio comunale. E' quanto chiede una mozione sulla storica azienda fiorentina presentata dalla capogruppo di Rifondazione comunista Monica Sgherri e dal consigliere Enrico Falqui, dal capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro e dai consiglieri Lorenzo Marzullo e Luca Pettini e dai consiglieri dei DS Valdemaro Nutini e Gregorio Malavolti.«Completato il piano industriale - si sottolinea nel documento - alla Nuovo Pignone è iniziata la riduzione occupazionale di operai e impiegati, soprattutto, con l'espulsione dal ciclo produttivo dei lavoratori più anziani e più sindacalizzati, mentre è aumentato contemporaneamente il numero dei quadri e dei dirigenti.Da questo momento è iniziata la drastica ristrutturazione del gruppo con massicci ricorsi agli ammortizzatori sociali e la vendita di stabilimenti periferici di Roma e di Schio».«La strategia della General Electric - prosegue la mozione - è quella di regionalizzare la Nuovo Pignone con conseguenti drastici ridimensionamenti occupazionali nelle sedi periferiche, ridefinendo il ruolo dell'azienda fiorentina e delle sue gemelle in Toscana, con il rischio di una perdita complessiva di leadership sui mercati internazionali».I consiglieri chiedono che vengano «presi con urgenza i necessari contatti con il Ministero del Lavoro e con il sottosegretario competente, in modo da riferire al Consiglio comunale sulla situazione occupazionale nello stabilimento fiorentino, sia riguardo al numero totale dei lavoratori posti in cassa integrazione, a seguito dell'accordo 16 Marzo 1999, sia riguardo al numero totale posti in mobilità dopo tale accordo, sia riguardo ai 75 lavoratori posti in outplacement, al fine di verificare se l'azienda, che ha nel frattempo usufruito di ammortizzatori sociali, abbia rispettato gli impegni precedentemente assunti».In secondo luogo la moezione impegna l'amministrazione «a costituire un tavolo istituzionale presso la Presidenza del Consiglio Comunale, con la partecipazione di rappresentanze aziendali, dei lavoratori e dei sindacati per verificare il rispetto degli impegni assunti dal management della Nuova Pignone, con particolare riferimento ai finanziamenti pubblici ottenuti per incrementare il numero degli occupati in azienda e nell'indotto». (fn)Questo il testo della mozione:Soggetto proponente Enrico Falqui, Monica Sgherri, Nicola Rotondaro, Lorenzo Marzullo, Luca Pettini, Valdemaro Nutini, Gregorio MalavoltiOggetto Crisi occupazionale alla Nuova PignoneConsiderato che:in data 27/4/2000 fu approvata in Consiglio comunale la mozione n. 95 e che il contenuto di tale mozione non sembra aver avuto alcuna concreta attuazione.Con delibera della Giunta regionale n. 00167 del 24/02/1997 è stato approvato un accordo di programma al fine di realizzare contestualmente un ampliamento delle attività produttive della Nuova Pignone con positivi effetti economici e occupazionali.Completato il piano industriale, inizia la riduzione occupazionale di operai e impiegati, soprattutto, con l'espulsione dal ciclo produttivo dei lavoratori più anziani e più sindacalizzati, mentre aumenta contemporaneamente il numero dei quadri e dei dirigenti.Da questo momento inizia la drastica ristrutturazione del gruppo con massicci ricorsi agli ammortizzatori sociali e la vendita di stabilimenti periferici di Roma e di Schio.Rilevato che:nel 1999 il gruppo aveva 4282 dipendenti così ripartiti: Massa 310, Bari 353, Vibo 264, Talamona 343, Firenze 3012 di cui 2133 impiegati/567 operai.Nel 2000 il gruppo aveva 4074 dipendenti così ripartiti: Massa 289, Bari 292, Vibo 182, Talamona 343, Firenze 2968 di cui 2051 impiegati/524 operai, avendo concordato la chiusura della fonderia di Firenze.In data 29/2/2001 sono state richieste ulteriori 94 unità lavorative in mobilità nell'area fiorentina.Dal 12/3/2001 sono state richieste 130 cassa integrazioni per lo stabilimento di Vibo Valenzia e che sono previste 70 unità lavorative in esubero per l'intero gruppo, compresa la sede di Firenze:Preso atto che:in data 27/9/2000 il Ministero del Lavoro ha emesso il decreto 28894 che annulla il precedente decreto 27419 del 29/11/1999 con il quale il Governo aveva approvato il programma biennale di ristrutturazione aziendale per la Nuova Pignone.Tale decreto 28894 limita il programma di ristrutturazione aziendale e la concessione della cassa integrazione a soli 12 mesi, cioè solo fino al 21 Marzo 2000, continuando fino a tale periodo ad anticipare l'assegno di cassa integrazione nonostante fosse in vigore il sopracitato decreto.Non risulta chiarito, al momento attuale l'effettivo numero di lavoratori posti in cassa integrazione e mobilità (corta e lunga) a seguito dell'accordo del 16 Marzo 1999 presso il Ministero del Lavoro, poiché con decreto 28896 del 27/9/2000 veniva diminuito il numero dei lavoratori posti in cassa integrazione a 219 unità (per il periodo dal 22 Marzo) e per 160 unità lavorative dal 22/9/1999 al 21/3/2000. Tantomeno è chiara la situazione dei lavoratori posti in outplacement, né quanti lavoratori siano stati ricollocati e se saranno reinseriti in azienda i lavoratori residui.Considerato che:si rileva una strategia della G.E. di regionalizzare la Nuova Pignone con conseguenti drastici ridimensionamenti occupazionali nelle sedi periferiche, ridefinendo il ruolo dell'azienda fiorentina e delle sue gemelle in Toscana, con il rischio di una perdita complessiva di leadership sui mercati internazionali da parte della Nuova Pignone.Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta:a) a prendere urgentemente i necessari contatti con il Ministero del Lavoro e con il sottosegretario competente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in modo da riferire al Consiglio comunale circa la situazione occupazionale nello stabilimento fiorentino, sia riguardo al numero totale dei lavoratori posti in cassa integrazione, a seguito dell'accordo 16 Marzo 1999, sia riguardo al numero totale posti in mobilità dopo tale accordo, sia riguardo ai 75 lavoratori posti in outplacement, al fine di verificare se l'azienda, che ha nel frattempo usufruito di ammortizzatori sociali, abbia rispettato gli impegni precedentemente assunti.b) a costituire un tavolo istituzionale presso la Presidenza del Consiglio Comunale, (come richiesto nella precedente mozione n: 95 del 27/4/2000 del C.C.) con la partecipazione di rappresentanze aziendali, dei lavoratori e dei sindacati per verificare il rispetto degli impegni assunti dal management della Nuova Pignone, con particolare riferimento ai finanziamenti pubblici ottenuti per incrementare il numero degli occupati in azienda e nell'indotto.