Uranio impoverito. A Palazzo Vecchio un convegno dell'associazione italiana dei giuristi contro le armi

Le guerre, - ha commentato l'assessore all'ambiente Vincenzo Bugliani nel corso del convegno "(Il)legalità dell'uso delle armi all'uranio impoverito" che si è svolto oggi nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio - dolorose in se per se potrebbero esserlo meno se si riuscissero a definire e rispettare i limiti postai all'uso della forza fra gli Stati.Dai gas della 1° guerra mondiale, ai massacri delle popolazioni civili nella 2°, alla bomba atomica di Hiroshima, alle armi batteriologiche e chimiche: è una lunga catena distruttiva non controllata e che ancora ci minaccia."Il convegno organizzato dall'associazione italiana dei giuristi contro le armi nucleari e aperto dall'assessore Bugliani, ha messo a fuoco la questione della legittimità / illegittimità dell'uso dell'uranio impoverito nel recente conflitto nel Kossovo, uso di cui si vedono oggi le conseguenze a lunga scadenza sulle persone e sull'ambiente. Conseguenze analoghe accertate , ma pressoché sconosciute ad oggi si verificarono nel 1991, durante la guerra del golfo preso le popolazioni irachene. "Da tempo – ha aggiunto l'assessore all'ambiente- il diritto internazionale cerca di elaborare norme di limitazione all'uso di determinate armi nei conflitti bellici, secondo l'antico principio "il re non deve avvelenare la lancia. Dalle comunicazioni fatte nel convegno, - ha precisato ancora Bugliani- pare certo che l'uso dell'uranio impoverito debba ricadere sotto la normativa internazionale che fa divieto dell'uso delle armi nucleari". (lb)Palazzo Vecchio, martedì 27 febbraio 2001