Dimissioni Terim e Antognoni, intervengono Mattei (DS) e Cigliana (FI)

«Quando una bandiera come Antognoni decide di andarsene vuol dire che la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno». E' quanto ha dichiarato il consigliere dei Ds Massimo Mattei.«Chi da trent'anni ha legato il proprio nome a questa maglia - ha aggiunto Mattei - non può e non deve confondersi con chi ha cercato, attraverso la Fiorentina, di portare in fondo in propri affari sia in campo economico che politico e così ha utilizzato una dei simboli della nostra città a suo uso e consumo e chi ha usato la squadra viola solo come trampolino di lancio verso platee se non più cariche di storia sicuramente più cariche di soldi».«A questo punto - ha concluso il consigliere diessino - va ripensato l'assetto societario e tutti i fiorentini che amano la squadra viola sono chiamati a rimboccarsi le maniche».Dal canto suo il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana ha rilevato come «la società viva in uno stato di crisi ormai da molti anni». «La debolezza economico-finanziaria della società risale a molto lontano - ha proseguito Cigliana - e va ben al di là delle situazioni propriamente sportive. Con questo presidente la Fiorentina è diventata gradualmente squadra ancella delle migliori società italiane, i giocatori più significativi vengono ceduti sulla base di accordi extrasportivi e la società cerca nel proprio patrimonio di giocatori le occasioni per pareggi di bilancio».«L'incapacità di gestire allenatori e campioni è ormai sotto gli occhi di tutti - ha concluso il capogruppo di Forza Italia - meglio sarebbe per il senatore Cecchi Gori abbandonare il campo a chi può rilanciare al meglio la società e la sua immagine. Calcio e Parlamento possono benissimo fare a meno del cittadino Cecchi Gori: il cinema può richiedere una nuova maggiore attenzione anche per rispetto al grande progetto realizzato dal padre». (fn)