Il Sistema dell'emergenza sanitaria territoriale 118 in Firenze, interviene il gruppo DS
Questo il testo dell'intervento del gruppo DS sul 118:«In riferimento a recenti posizioni di forze politiche regionali (CCD-AN) sul 118 e la sperimentazione dell'Automedica al quartiere 2, le riteniamo sbagliate e non rispondenti alla realtà.Negli ultimi anni il sistema dell'emergenza sanitaria nell'area fiorentina sta subendo un profondo cambiamento. In parte determinato da normative nazionali e regionali ed in parte per una più precisa definizione degli scopi del 118.Questo cambiamento va nella direzione di centrare il sistema dell'emergenza nell'intervento strettamente sanitario, in quelle condizioni cioè, dove la salute psicofisica del cittadino è messa per fatti acuti e improvvisi in grave rischio e la necessità quindi di un intervento rapido, competente, efficace e altamente integrato con il sistema dei pronto soccorso ospedalieri dell'area fiorentina.Il 118 così deve essere sempre più un articolazione del Dipartimento Interaziendale dell'Emergenza-Urgenza (DEU). Il Volontariato così prezioso, mantiene un ruolo insostituibile, sempre più però, professionalizzato.Il sistema prevede due livelli di risposta: una di base con ambulanza a partenza dalle sedi del volontariato con volontari formati e infermieri professionali e un'altra avanzata con automediche con medico e infermiere partenza dai pronto soccorsi ospedalieri e dai 118.Questo sistema per accordo tra ASL e volontariato si sta sperimentando nel quartiere 2. Ogni ulteriore estensione deve essere preceduta d una valutazione del funzionamento del sistema rispetto a quello precedente.La valutazione della Commissione tecnica conclusa recentemente dice chiaramente. "il 118 non ha diminuito la propria efficacia e la sperimentazione al Quartiere 2 è positiva". Evidenziando altresì una serie di difficoltà a cui sarà necessario mettere riparo.Due soprattutto: la messa in opera di un vero sistema informativo, attualmente mancante, che permetta una più approfondita valutazione e formare il personale nel segnalare e descrivere la diagnosi dei pazienti.Pensiamo comunque ad un sistema che possa orientarsi verso:1- Il 118 integrato con i presidi ospedalieri;2- I medici devono lavorare e dipendere dal DEU, per mantenere una costante formazione e preparazione. Quindi dovranno partire tendenzialmente dai presidi ospedalieri;3- Positiva la combinazione, volontari-infermieri a partenza nelle sedi del volontariato;4- Deve essere incrementata la cultura dell'emergenza, come modalità di primo intervento o per richiedere l'intervento più congruo, presso la popolazione e quei settori particolarmente presenti sul territorio (cc, ps, vvff, vvuu);5- I trasporti sanitari ordinari (disabili, dialisi, trasferimenti, diabete ecc) risolverli attraverso una centrale specificamente deputata, il tutto gestito dal volontariato attraverso un convenzionamento con l'ASL e il Comune;6- Pensare ad un vero e proprio 118 per le emergenze sociali, settore delicato e che attualmente non trova un soddisfacente coordinamento.Invitiamo il volontariato a proseguire sulla strada della collaborazione nell'ambito del protocollo d'intesa siglato con l'ASL 10».(fn)