Stop all'uscita dei Nuovi Uffizi, gli assessori Biagi e Siliani: "La questione non è chiusa. Presto un incontro ufficiale con Isozaki e il soprintendente Valentino"
"E' evidente che per noi la questione non è chiusa". Gli assessori all'ubanistica Gianni Biagi e alla cultura Simone Siliani intervengono così all'indomani dell'annuncio del blocco dei lavori per l'uscita dei Nuovi Uffizi da parte del soprintendente ai beni ambientali, architettonici, artistici e demoetnoantropologici Domenico Valentino. Uno stop al progetto di Arata Isozaki a causa dei reperti medievali, settecenteschi e ottocenteschi, rinvenuti dove dovrebbe sorgere l'opera. "Mi sembra poco corretto dal punto di vista istituzionale che il soprintendente Valentino scriva al progettista e non anche all'Amministrazione comunale che è cofinanziatrice dell'intervento oltre che proprietaria del terreno su cui si sta realizzando l'opera. Inoltre aggiungono gli assessori Biagi e Siliani il soprintendente Valentino non ha scritto neanche al soprintendente regionale Mario Lolli Ghetti e al soprintendente al polo museale Antonio Paolucci che sono i diretti fruitori dell'uscita dei Nuovi Uffizi".Da quanto è dato sapere (per adesso l'Amministrazione comunale non è in possesso di nessuna informazione ufficiale), le caratteristiche dei reperti rinvenuti sono abbastanza omogenee sia a quelli già demoliti sia a quelli trovati in piazza Castellani durante i lavori di sistemazione della piazza. "Per questi ultimi precisano gli assessori Biagi e Siliani c'è già il parere positivo alla demolizione della soprintendenza ai beni archeologici"."Chiederemo direttamente al ministro Giuliano Urbani e al comitato di settore presso il Ministero dei beni e attività culturali un pronunciamento in merito alla questione. L'Amministrazione comunale concludono gli assessori Biagi e Siliani convocherà lo studio di Arata Isozaki e il soprintendente Valentino per discutere della questione in sede ufficiale".Intanto dallo studio Isozaki è già arrivata una risposta al soprintendente Valentino. Si tratta della disponibilità a modificare il progetto dei vani interrati e delle fondazioni per evitare la demolizione dei reperti considerati intoccabili'. Proprio per valutare una soluzione, possibile viste le tecnologie disponibili, lo studio Isozaki ha chiesto alla soprintendenza maggiori informazioni sui reperti. (mf)