Piano strategico: la relazione del sindaco Domenici all'incontro del Comitato di coordinamento
Stamani in Palazzo Vecchio si è tenuta la riunione del Comitato di coordinamento del Piano strategico per Firenze: incontro che ha concluso la prima parte del percorso del Piano, con l'esame delle relazioni conclusive dei gruppi di lavoro.Il sindaco Leonardo Domenici, presidente del Comitato di coordinamento, ha svolto la relazione conclusiva. Eccola."1.Un progetto locale di sviluppoQuello che iniziamo a discutere oggi non è più soltanto il futuro di Firenze e della sua area metropolitana, ma un insieme di progetti specifici per cominciare a realizzarlo da subito.Non è una frase retorica, ma la realtà. Quando abbiamo iniziato il percorso di Progettare Firenze siamo partiti da un'esigenza: individuare un percorso di sviluppo e di trasformazione della nostra città in un'ottica concretamente metropolitana. Un percorso che fosse COMPLESSIVO, INTEGRATO E FATTIBILE, capace di legare risposte immediate e interventi che richiedono una prospettiva a medio e lungo termine.Le 32 proposte e le raccomandazioni danno gambe a tale progetto. Ci sono idee nuove e originali, ma anche una notevole capacità di legare il nuovo con molti progetti già delineati. E del resto questa è la funzione essenziale di un piano strategico: fare da catalizzatore-integratore-acceleratore di vari progetti e iniziative, in un quadro integrato e condiviso.I Gruppi che abbiamo costituito all'inizio dell'anno hanno fatto un buon lavoro, e per questo dobbiamo ringraziare i componenti e i coordinatori, insieme ai circa 270 rappresentanti delle istituzioni pubbliche, associazioni e organizzazioni private che hanno partecipato alla loro attività.Questa è una prima tappa. Adesso la discussione continuerà per mettere definitivamente a punto il piano e approvarlo. Ma quello che abbiamo di fronte a noi è un progetto complessivo che delinea le prospettive di crescita dell'area metropolitana.Abbiamo un progetto complessivo che risponde a 4 GRANDI REQUISITI: Una città che si muove e innova Una città che punta sulla vivibilità e la qualità urbana Una città che incentra sulla solidarietà e sulla riforma delle reti di solidarietà, di accoglienza e di inclusione il suo futuro Una città che è sempre più metropolitana e che vuole rafforzare forme di governo metropolitano2.No assemblaggio di progettiTrentadue progetti non sono il libro dei sogni.Tra di loro c'è una forte integrazione ed è proprio questo che conferisce alla prima fase il segno unitario del progetto di sviluppo complessivo, anche nel confronto con altre esperienze simili.SULLA CULTURA E L'INNOVAZIONE tutti i progetti convergono su 5 temi: la capacità di rafforzare il ruolo dell'area metropolitana fiorentina come centro di produzione e non solo di consumo di cultura; di farla diventare quindi un punto di riferimento internazionale nella sintesi tra potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e valorizzazione del grande patrimonio culturale: si pensi a progetti come la Città del restauro e il Centro per i nuovi media e le memorie digitali, Città degli studi la necessità di smuovere la città, di proiettarla dinamicamente all'interno del contesto nazionale e internazionale riqualificando anche le funzioni di consumo culturale: con i progetti Festival d'Autunno, Rete dei musei metropolitani, Museo della città, Mostre di qualità, la via della lana, la Biblioteca della città, l'Urban center (Firenze Metropoli) La necessità di superare la logica della Disneyland, per un turismo a minor impatto e più orientato e qualificato (che non vuol dire più d'élite): Turismo consapevole (progetto di orientamento dei visitatori dentro la città), con un centro di prenotazione unificato per l'area metropolitana (Prenota Firenze) Le potenzialità di internet e delle nuove tecnologie per lo sviluppo economico: con i progetti nuove reti e centro per i media. Senza dimenticare il progetto per Firenze nell'e-government, anch'esso con una forte proiezione metropolitana per migliorare i servizi alle imprese e alle persone Il rafforzamento dell'area come centro di produzione qualificato del made in Italy, attraverso un potenziamento della qualità della produzione con il progetto Nuove reti, con il sostegno al sistema moda, con il marketing territoriale adeguato a Firenze, e con il progetto pioneristico e innovativo Made in Florence: produzione e lavoro di qualità (un marchio che ceritifichi la qualità del saper fare, ma anche il rispetto dell'ambiente e la tutela del lavoro incorporato nei prodotti dell'area)SULLA QUALITÀ E LA VIVIBILITÀ URBANA i progetti presentati disegnano un piano di trasformazione della città indirizzato lungo 4 direttrici: il verde e il fiume come polmone di vita e di crescita della qualità locale: i progetti del piano, uniti a quelli che l'amministrazione ha in programma a Castello e nella piana evidenziano un disegno unitario che fa perno sui nostri polmoni verdi collegati attraverso l'asse dell'Arno in modo da creare nell'area metropolitana una cintura verde capace di innalzare il livello qualitativo della vivibilità urbana; ma anche di contribuire alla riqualificazione delle periferie e al ridisegno delle funzioni con il rafforzamento di nuovi poli metropolitani La qualità dell'aria come uno dei fattori cardine della qualità di vita. Il Progetto emissioni zero con gli interventi previsti per la solarizzazione e la metanizzazione si propone di coniugare sperimentazioni promettenti con interventi immediati. E' un progetto essenziale che merita attenzione e priorità anche nella fase di realizzazione del piano e di allocazione delle risorse finanziarie; e che si lega all'obiettivo del piano di promuovere un sistema dei trasporti non più incentrato sul sistema privato e a combustione. La vivibilità urbana come tutela e riqualificazione del centro storico fiorentino, ma insieme anche riqualificazione delle periferie e formazione di nuovi poli metropolitani . Per il centro storico vi sono progetti importanti per il loro impatto complessivo come quelli legati al riordino degli insediamenti universitari, alla ristrutturazione di S.Maria Nuova, alla tutela dell'Oltrarno, anche con il rafforzamento delle attività commerciali e artigianali, gli spazi verdi, la regolazione del traffico. E ancora: la rinascita delle piazze, con il recupero di Santa Maria Novella, quello di Piazza Brunelleschi, e di Santa Maria Nuova. Quello delle piazze è un tema che ritorna anche per le periferie, con il progetto Cinque piazze per cinque quartieri; un progetto già ben definito che mira alla concreta sperimentazione di forme di progettazione partecipata con gli abitanti dei quartieri.Naturalmente, questi interventi non esauriscono gli obiettivi più generali definiti in Progettare Firenze e andranno coniugati con altri interventi volti a evitare l'abbandono del centro da parte dei vecchi residenti, l'incremento dei residenti più giovani, la tutela delle attività commerciali e artigianali tradizionali (come nel progetto per l'Oltrarno).I progetti per l'INTEGRAZIONE SOCIALE E L'INNOVAZIONE NEL CAMPO DEI SERVIZI E DEL BENESSERE PER I CITTADINIGià in Progettare Firenze si indicava chiaramente come l'innovazione economica per essere veramente efficace debba essere strettamente integrata con la qualità sociale. Un merito, mi sembra, del piano fiorentino, anche nei confronti di altre esperienze, è di sviluppare concretamente questa esigenza. I progetti sulla qualità sociale disegnano anch'essi un quadro unitario, lungo alcune direttrici: l'inclusione dei soggetti più deboli, specie di anziani e immigrati (con i progetti La città dell'anziano, Una metropoli multietnica). Qui cominciano ad essere affrontati - legando attività già in corso e nuove iniziative - i nodi cruciali per la qualità sociale dell'area metropolitana nei prossimi anni: anziani e immigrati. Migliorare l'assistenza domiciliare degli anziani, evitare il ricovero e migliorare le forme con misure più efficaci per gli utenti. Per gli immigrati, sono previsti sia interventi di prima accoglienza (lingua, socializzazione al nostro sistema istituzionale) che interventi di formazione, in collaborazione con le categorie economiche, e inoltre azioni che riguardano gli asili, la scuola e la casa. La casa è naturalmente un problema più generale e particolarmente sentito. In questo settore è previsto un potenziamento e uno sviluppo di alcuni strumenti e iniziative sia per costruire nuove case da dare in affitto ai gruppi più disagiati che per affittare nuove case con la garanzia dei Comuni e con una specifica struttura dedicata. Nel progetto Una casa per tutti si sperimentano interessanti forme di collaborazione tra soggetti pubblici, imprese cooperative e imprese private. La solidarietà intergenerazionale. Sempre alla casa è legato un progetto innovativo (Nuda proprietà) che cerca di sviluppare forme di solidarietà intergenerazionale con l'aiuto di uno specifico soggetto senza fini di lucro (probabilmente una Fondazione). Infine sulla sanità e dell'innovazione dei servizi: il potenziamento e lo sviluppo di un progetto già preesistente per l'estensione metropolitana del sistema di prenotazione unificato di esami clinici e visite mediche (sanità metropolitana). E' evidente l'impatto e l'interesse di questa problematica per i cittadini dell'area.3.Avvio discorso metropolitanoUna attenzione particolare merita il tema dell'area metropolitana.Fino ad oggi ne abbiamo parlato in termini istituzionali, mentre la società dei fatti e della realtà era già metropolitana. Il sistema dei trasporti, il tema della casa, dei servizi, dell'assistenza sociale, dell'ambiente.Il piano strategico dà forma unitaria a un percorso della realtà. Rinforza gli elementi di cooperazione e di progettualità comune.Il piano, in questo senso, va vissuto come un primo avvio concreto di governo metropolitano, da ampliare, fortificare, intensificare, istituzionalizzare.Ne sono un esempio il sistema dei parchi, la rete dei musei, la rete delle scuole, i progetti relativi a ambiente, casa, sanità e servizi sociali in genere. Ma particolare interesse in questa chiave assumono ovviamente gli interventi sulla mobilità e accessibilità e quelli sui nuovi poli metropolitani.Il nodo della mobilità è sicuramente quello più avvertito. Qui il rapporto, in coerenza con le indicazioni approvate in Progettare Firenze, non entra nelle decisioni infrastrutturali già prese, auspicando una rapida realizzazione delle scelte fatte. Si concentra quindi su un'idea di ottimizzazione immediata delle risorse esistenti attraverso il progetto Mobilità metropolitana, che cerca di razionalizzare in chiave intermodale, la combinazione tra differenti mezzi di trasporto (treno, autobus, biciclette, ecc.).Di immediata realizzazione e di forte visibilità può inoltre essere il progetto Rifornimenti intelligenti, sulla logistica delle merci nel centro storico.Nuovi poli metropolitani è un progetto di servizio, nel senso che presenta in modo organico e sistematico una serie di interventi urbanistici e di localizzazione delle funzioni che si collegano strettamente al piano strutturale e alla problematica dei rapporti tra il piano strutturale di Firenze e quelli di altri Comuni dell'area. E' importante vedere come, attraverso le schede sul polo scientifico di Sesto, su Scandicci, su Pontassieve, ma anche sul polo della Fortezza, il problema della localizzazione delle funzioni viene affrontato in modo organico e con un disegno che si lega anche alla valorizzazione delle aree dismesse fiorentine.4.PartecipazioneUn capitolo a parte merita il tema della partecipazione.Attraverso i lavori per il piano abbiamo sperimentato un metodo partecipativo nuovo. I gruppi hanno stimolato la collaborazione tra diversi soggetti pubblici e privati per prendere decisioni complesse ad elevata interdipendenza. Non era semplice, tutti dovevano attrezzarsi ad un metodo di lavoro nuovo. Ma la partecipazione è stata ampia e non certo ristretta a pochi palazzi e poteri.Circa 170 soggetti tra pubblici, privati e mondo sociale e associativo che hanno preso parte ai lavori.Complessivamente 270 persone di associazioni di categoria, sindacati, e associazionismo di vario genere, hanno contribuito alla realizzazione dei primi 32 progetti.Dal mondo associativo sono giunti complessivamente circa 90 contributi, di cui 33 dal mondo ambientalista.Ma la partecipazione e il dialogo si sono estesi alla città e all'area metropolitana anche attraverso il sito del piano, con i nove forum. Con i numerosi contributi di singoli cittadini ai forum e con circa 22.000 accessi in cinque mesi.E' da ricordare che la partecipazione ai gruppi di progetto era libera, volontaria e sollecitata a tutti i soggetti interessati, con l'unico vincolo che rappresentassero interessi collettivi. Naturalmente, si può cercare di fare di più sia per migliorare il metodo di lavoro che per allargare la platea dei partecipanti. Ci sarà sempre posto per chi vuole partecipare, anche criticamente, ma con spirito costruttivo.A questo proposito, vorrei anche ricordare che la democrazia deliberativa, di cui spesso oggi si parla, ha il suo perno nel dialogo tra soggetti diversi, che sono sollecitati ad argomentare le loro posizioni dal punto di vista degli interessi collettivi. Tutto ciò richiede però che si creda nello strumento del piano e si abbia un orientamento favorevole al dialogo. Nessuno può pensare di imporre semplicemente la propria posizione e il proprio punto di vista agli altri. Per deliberare bisogna dialogare, e quindi anzitutto rispettare gli interlocutori e abbandonare i pregiudizi ideologici.D'altra parte, bisogna anche ricordare che la partecipazione al piano e le sue procedure non sono un'alternativa agli strumenti della democrazia rappresentativa, a partire dal ruolo dei Consigli comunali.Sono uno strumento per attrezzare meglio decisioni complesse e difficili che dipendono dalla cooperazione tra soggetti diversi. Le decisioni vincolanti restano però ovviamente ai soggetti che hanno le competenze e i poteri legittimi assegnati dalla legge. Per questo motivo, si avvierà subito una discussione nelle assemblee elettive dei comuni coinvolti e della provincia. Noi la avvieremo con il consiglio comunale di Firenze.In questa fase dovremo inoltre intensificare i contatti e i rapporti con la Regione, anche attraverso un apposito gruppo di lavoro che approfondirà i rapporti tra il piano strategico di Firenze e il nuovo piano di sviluppo regionale, e che è stato già avviato. Sarà anche fatta una valutazione congiunta delle possibilità di finanziamento attualmente disponibili sui fondi regionali e di quelle prevedibili. Per il momento si può aggiungere su questo che i primi contatti preliminari sono stati positivi e hanno fatto riscontrare l'interesse della Regione per la nostra iniziativa, anche alla luce del Protocollo d'intesa siglato tra Comune di Firenze, Provincia e Regione. E' anche da ricordare il recente stanziamento della Regione a favore del "miglioramento della qualità urbana della città Firenze" con una quota di finanziamento regionale pari a 10,32 mil. di euro. Queste risorse finanziarie potranno contribuire alla realizzazione dei primi progetti che il Comitato, in una seduta successiva alla definizione operativa del piano, vorrà definire. Sarà inoltre operata una ricognizione sistematica dei fondi settoriali per valutare le possibilità di finanziamento di progetti del piano strategico".Noi siamo per ora alla fine della prima fase, quella della definizione dei progetti, e stiamo per entrare nella seconda fase, quella del confronto sui progetti definiti per la loro definitiva messa a punto.Oggi dobbiamo quindi valutare, in prima battuta, la congruità del lavoro svolto in rapporto agli assi e al quadro definitivo in Progettare Firenze. E credo che non si possa non rilevare la congruità del lavoro svolto - delle idee-progetto presentate rispetto al compito che avevamo affidato ai gruppi di lavoroLa prossima fase dovrà essere quella di discussione e confronto nei vari organismi delle associazioni che fanno parte del comitato di coordinamento e di discussione in città, nei consigli comunali, nel consiglio provinciale, nei quartieri.La partecipazione nei quartieri potrà essere anche uno strumento concreto per allargare la platea dei partecipanti e per raccogliere osservazioni, suggerimenti e proposte, e naturalmente anche critiche, da parte di tutte le associazioni e gruppi che vorranno portare il loro contributo anche critico, ma costruttivo.Comuni e quartieri potranno organizzare le forme di partecipazione di soggetti della società civile secondo le procedure che riterranno più opportune.Nel prossimo periodo dovremo intensificare la presenza nell'area metropolitana a livello comunale e nei quartieri con specifiche iniziative di presentazione e discussione.Lo staff del piano fornirà il sostegno necessario, oltre che con la documentazione sui progetti, una newsletter, ma anche con strumenti come mostre e un video di presentazione. Potrà inoltre essere ulteriormente sviluppata l'attività di discussione sul sito del Piano.Da questo lavoro emergeranno dunque integrazioni e aggiustamenti dei progetti rispetto alla struttura complessiva che propongo oggi approvare. Tali aggiustamenti verranno presentati al Comitato di Coordinamento, che in collaborazione con il Coordinatore Scientifico e i Coordinatori dei Gruppi di Lavoro provvederanno a valutare la congruità delle proposte per poi arrivare, in sede tecnica,alla redazione del documento finale che costituirà il Piano Strategico. Documento che dovrà essere sottoscritto dalle varie parti e impegnerà per la realizzazione dei progetti.5. La città a una svoltaCredo si possa dire, senza eccessivi trionfalismi, che la città e l'area metropolitana sono oggi ad una svolta. Molto è da fare per lo sviluppo e la qualità sociale, ma un pezzo necessario del cammino è stato fatto.Una visione condivisa dello sviluppo è maturata e si è consolidata anche per mezzo del lavoro di progettazione del piano. Abbiamo ora anche individuato una serie di strumenti che non esauriscono certo gli obiettivi generali delle politiche, ma rappresentano dei buoni punti di partenza per cominciare. I progetti mostrano una buona combinazione di nuove idee e iniziative già in corso, di cose che si possono fare subito e di interventi più complessi e a più lungo termine.Abbiamo inoltre cominciato a sperimentare un metodo di lavoro nuovo che, nel rispetto delle differenze, può contribuire allo sviluppo e insieme alla qualità sociale della nostra area. Possiamo dunque contribuire a creare delle aspettative positive sul futuro di Firenze e dell'area metropolitana. E sappiamo quanto queste aspettative, e un'immagine positiva e dinamica, siano oggi influenti per il destino di un territorio.E' importante agire tutti insieme perché questo lavoro, che è un patrimonio dell'area nel suo complesso, sia preservato da divisioni e tensioni contingenti e possa proseguire speditamente nell'interesse di tutti.