Toccafondi (ApF) e Conti (Margherita): «Sia difesa l'autonomia delle fondazioni bancarie»
Sia difesa l'autonomia delle fondazioni bancarie. Lo chiedono, in una mozione, il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi e il capogruppo de "La Margherita-PPI" Gianni Conti.«Questo documento - hanno spiegato Toccafondi e Conti - verrà proposto, per la firma, a tutti i consiglieri comunali e sarà all'ordine del giorno della prossima assemblea di Palazzo Vecchio. Verrà poi inviato a tutti i Consigli dei comuni della Provincia, nonché a Provincia e Regione»«Con la riforma proposta dal Ministro Giulio Tremonti - si legge nella mozione - si va verso la consegna delle fondazioni a soggetti "atipici". La proposta prevede che il 70% dei membri degli organi societari dovranno essere indicati dagli enti locali: Comuni, Province, Regioni. Gli enti pubblici si troveranno a dover decidere di ingenti somme e che la riforma stabilisce anche di vincolare il 10% delle erogazioni ad opere pubbliche, inoltre il 75% del reddito dovrà essere impiegato in tre settori rilevanti scelti tra quelli previsti dalla legge. Le decisioni delle fondazioni, dovranno comunque passare al vaglio dell'Autorità di vigilanza, ovvero il ministero dell'Economia».«Le 89 fondazioni ex bancarie in Italia - osservano Toccafondi e Conti - sono gli enti che gestiscono un patrimonio di circa 38 miliardi di euro, accumulato negli anni dalle collettività locali. Nel 2001 hanno erogato in beneficenza circa 770 milioni di euro: la riforma indebolirebbe solo la società civile offendendo la stessa idea che ha fatto nascere le fondazioni. Senza dimenticare che la Corte di Cassazione, il 9 maggio scorso, ha riconosciuto l'utilità sociale delle fondazioni.Secondo i due consiglieri «con il "prevalente" ruolo degli enti locali si rischia che i fondi che prima erano destinati per opere di interesse pubblico possano adesso coprire in qualche modo il deficit delle amministrazioni comunali».«Esponenti della coalizione di centrosinistra in Regione Toscana - prosegue la mozione - sono intervenuti non criticando nel merito la proposta di riforma, ma criticandola solo nel metodo, avallando così di fatto la filosofia di fondo ovvero che le fondazioni devono essere controllate dagli enti pubblici locali. Lo stesso Sindaco di Firenze, anche e soprattutto nella sua veste di Presidente nazionale dei sindaci d'Italia, per il momento non è intervenuto nel merito».La mozione impegna l'amministrazione «a riferire a Parlamento e Governo la contrarietà del Consiglio Comunale di Firenze alla riforma delle fondazioni bancarie proposta dal Ministro Tremonti» e «a chiedere che eventuali riforme tutelino sempre l'autonomia delle fondazioni». (fn)Palazzo Vecchio, 25 maggio 2002DATA: 21 maggio 2002TIPOLOGIA: MozioneSOGGETTI: Gabriele Toccafondi - Gianni ContiOGGETTO: Per riferire la contrarietà del Consiglio Comunale di Firenze alla riforma delle fondazioni bancarie proposta dal Governo.- La fisionomia delle Fondazioni bancarie è stata definita dalla Legge n. 218 del 1990 e dal successivo DL 256 del 20 novembre dello stesso anno in funzione della trasformazione istituzionale di alcune tipologie di banche di cui si è voluto incentivare il passaggio alla forma di SpA.- Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 10.8.99 dell'atto di indirizzo del Ministero del Tesoro, è entrata in vigore a tutti gli effetti l'ultimo atto normativo che disciplina la trasformazione delle Fondazioni bancarie in persone giuridiche di diritto privato, attraverso l'adozione di nuovi Statuti entro il 6 febbraio 2000 e la loro approvazione da parte del Ministero del Tesoro, in qualità di Autorità Vigilante.- Dato che attraverso la riforma proposta da Giulio Tremonti con l'emendamento da lui presentato all'art. 11 della legge finanziaria, si va verso la consegna delle fondazioni a soggetti "atipici" della società. La proposta prevede che il 70% dei membri facenti parte degli organi societari, dovranno essere indicati dagli enti locali: Comuni, Province, Regioni- Dato che gli enti pubblici si troveranno a dover decidere di ingenti somme e che la riforma stabilisce anche di vincolare il10% delle erogazioni ad opere pubbliche, inoltre il 75% del reddito dovrà essere impiegato in tre settori rilevanti scelti tra quelli previsti dalla legge. Dato che le decisioni delle fondazioni, dovranno comunque passare al vaglio dell'Autorità di vigilanza (il ministero dell'Economia).- Considerato che le 89 fondazioni ex bancarie in Italia sono gli enti che gestiscono un patrimonio di circa 38 miliardi di euro, accumulato negli anni dalle collettività locali. Nel 2001 hanno erogato in beneficenza circa 770 milioni di euro.- Considerato che la riforma, indebolirebbe solo la società civile offendendo la stessa idea che ha fatto nascere le fondazioni.- Considerato che dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 9.5.02, le funzioni bancarie sono assimilabili agli istituti che svolgono attività di assistenza sociale e di beneficenza, riconoscendo così anche normativamente l'utilità sociale delle fondazioni.- Dato che queste realtà rappresentano la società civile costituita dalle università, dalle camere di commercio, dalle associazioni imprenditoriali, dalle associazioni culturali. Considerato altresì che queste realtà rappresentano una parte importante dalla società italiana, che non a caso con la precedente legge poteva concorrere alle nomine nelle fondazioni. Considerato che con il "prevalente" ruolo degli enti pubblici si rischia che i fondi che prima erano destinati per opere di interesse pubblico possano adesso coprire in qualche modo il deficit delle amministrazioni comunali permettendo che gli enti locali entrino in possesso di nuovi finanziamenti.- Dato che occorre combattere una certa visione dello Stato: lo Stato che toglie spazi alla società, che vuol gestire, che vuol sostituirsi all'iniziativa libera delle persone.- Considerato come negli Stati Uniti, dove le fondazioni sono nate, queste sono espressione della società civile e religiosa e non sono certo emanazione del partito Repubblicano o Democratico, casomai di grandi imprese che il legislatore permette possono finanziare scopi benefici. Ma non si è mai visto un sindaco di New York che faccia lo spoil system o entri nel merito della Fondazione Ford.- Considerato che le fondazioni sono enti privati, e quindi fuori dalla politica, sono espressione del pluralismo e della società civile. Non si può dirigere centralmente una fondazione, che nasce dal basso. Ecco quello che si rischia di fare con la proposta di Tremonti.- Appreso che esponenti politici della coalizione di centro sinistra in Regione Toscana sono intervenuti non criticando nel merito la proposta di riforma, ma criticandola solo nel metodo, avallando così di fatto la filosofia di fondo ovvero che le fondazioni devono essere controllate dagli enti pubblici locali.- Dato che il Sindaco di Firenze, anche e soprattutto nella sua veste di Presidente nazionale dei sindaci d'Italia, per il momento non è intervenuto nel merito.IMPEGNA IL SINDACO- A riferire a Parlamento e Governo la contrarietà del Consiglio Comunale di Firenze alla riforma delle fondazioni bancarie proposta dal Ministro Tremonti;- A chiedere che eventuali riforme tutelino sempre l'autonomia delle fondazioni.Gabriele Toccafondi Gianni Conti