Scuola dell'infanzia: 2.811 le iscrizioni nelle ex materne comunali L'assessore Lastri, se passa l'anticipo proposto dal Governo: non riusciremmo a dare risposta
Sono 2.811 i bambini iscritti nelle 32 Scuole dell'infanzia del Comune di Firenze per l'anno scolastico 2002/2003. Di questi 1.850 sono le conferme (ossia i bambini che già frequentavano le scuole ex materne nell'anno in corso), e 961 i nuovi iscritti.'Si tratta di cifre leggermente più alte rispetto allo scorso anno: i bambini che hanno frequentato le nostre scuole sono stati 2.757'', ha detto l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri. Rispetto alla ricettività prevista (2.743) sono state accettate 68 iscrizioni in più: per 22 bambini è già stata trovata una soluzione grazie all'apertura di una nuova sezione nella scuola S. Ambrogio, che porta il totale delle Scuole dell'infanzia comunali a 33.Per i 46 piccoli attualmente in lista di attesa' sono già state individuate le soluzioni che garantiranno il loro assorbimento fin dall'inizio dell'anno scolastico 2002/2003.'A questi numeri vanno poi aggiunti ha spiegato l'assessore Lastri 75 bambini residenti fuori zona', ossia che non abitano nelle zone di competenza delle scuole dove sono stati iscritti dai genitori''. Per la loro sistemazione sono in corso riunioni delle direzioni didattiche e di quelle statali con l'obiettivo di verificare l'eventuale doppia iscrizione', 'e ridurre così questo numero''.I bambini di nazionalità straniera iscritti sono, per il prossimo anno, 191 (6,8% del totale), 'ma nel corso dell'anno scolastico questa cifra è destinata come sempre ad aumentare: nel 2001/2002 le iscrizioni erano state 182 ha proseguito l'assessore mentre alla fine dell'anno i bambini accolti sono stati 226 (8% del totale)''.'Anche quest'anno l'Amministrazione ha dato le risposte attese dai genitori ha spiegato l'assessore Lastri ma non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni per il prossimo futuro. Preoccupazioni che derivano, in modo particolare, dalla possibile applicazione della nuova legge del Ministro Letizia Moratti. Se, infatti, da settembre dovessero entrare nelle scuole dell'infanzia i bambini di due anni e mezzo, certamente non riusciremmo dare risposta alla domanda''. Proprio per questo motivo, il Comune di Firenze, insieme ad altre Amministrazioni comunali, ha già presentato un documento alla Commissione Istruzione e Cultura del Senato nel quale è ribadita la contrarietà all'anticipo, sia nelle scuole dell'infanzia sia nelle elementari.'La nostra opposizione ha proseguito l'assessore nasce da tre considerazioni fondamentali: è sbagliato dal punto di vista psicopedagogico, da quello organizzativo e da quello economico''.'Il Ministro Moratti, che non riesce neppure a trovare i fondi per le pulizie nelle scuole ha concluso l'assessore Lastri, cerca di illudere le famiglie garantendo loro un ingresso anticipato nelle scuole senza aver trovato nessun fondo per realizzare questa sua idea''. Per non incrementare 'questa illusione, i Comuni non hanno nessuna intenzione di riaprire le iscrizioni nelle scuole di loro competenza''. (dm)ALLEGATI I DOCUMENTI DELL'ANCI E UNA SIMULAZIONE DELL'AUMENTO DEI COSTIRIFORMA SCUOLA: DOCUMENTO ANCI CONSEGNATO ALL'AUDIZIONE AL SENATOSi riporta di seguito il documento presentato dalla delegazione dell'ANCI presso la 7a Commissione, Istruzione e Cultura del Senato, nel corso della audizione sul DDL di riforma della scuola.DOCUMENTO ANCI PER L'AUDIZIONE AL SENATO SUL DISEGNO DI LEGGE-DELEGA RECANTE NORME GENERALI SULL'ISTRUZIONE E LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI IN MATERIA DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE PROFESSIONALEI Comuni, nel ringraziare il Presidente della Commissione e tutti gli onorevoli Senatori per l'audizione, intendono comunque rendere noto che non condividono la scelta operata dal Governo di procedere con lo strumento della legge-delega in una materia così delicata e di competenza di tutti i soggetti istituzionali Stato, Regioni, Enti Locali, come è l'istruzione.Una tale procedura appare inaccettabile poi a fronte della parificazione dei soggetti costituzionali, operata dalla riforma del Titolo V della Costituzione, con il quale la materia dell'istruzione è divenuta in parte di competenza concorrente, in altra esclusiva delle Regioni, con significativi punti di contatto funzionale con i compiti attribuiti agli Enti Locali.La equiordinazione dei diversi livelli costituzionali e l'affidamento agli Enti locali della generalità delle funzioni amministrative, pone alle competenze dei Comuni il solo limite dell'autonomia scolastica.Pertanto gli enti, titolari anche di una propria funzione normativa per l'organizzazione dei servizi, non possono essere limitati alla espressione di un parere su indirizzi da adottare su argomenti, che incidono in una consolidata normativa e su competenze esclusive, come quelle sul diritto allo studio.I Comuni hanno infatti da tempo numerose competenze in ordine all'istruzione e, contrariamente a quanto sostenuto nella relazione tecnica di accompagno del DDL, anche negli aspetti di contenuto, come l'estensore della relazione può approfondire meglio rivedendo le norme.In merito al testo, l'ANCI, sulla scorta di una solida esperienza di organizzazione e gestione delle scuole statali e comunali, encomiabilmente svolta negli ultimi 70 anni dai Comuni, ritiene opportuno evidenziare il parere contrario degli enti sulle seguenti parti dello schema di DDL, che peraltro evidenzia i ruoli dello Stato, delle Regioni delle scuole autonome, mentre lascia inespressi o comprime quelli dei Comuni:1) questione dell'anticipo delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia e alla scuola elementare di bambini che compiono 3 e 6 anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento: considerazioni di ordine a) psico-pedagogico, b) organizzativo c) economico.a) considerazioni di ordine psico-pedagogico:- la crescita dei bambini ha tempi che non sono comprimibili neppure dalla fretta delle famiglie o dalle loro esigenze lavorative, qualsiasi forzatura potrebbe essere dannosa per il benessere e la crescita equilibrata dei bambini, anticipando per i più piccoli metodologie adatte a fasce di età più elevata;- l'ingresso alla scuola materna di bimbi di due anni e 4 mesi, che si dovranno confrontare con bimbi più grandi di 16 mesi, ferme restando le attuali regole delle scuole dell'infanzia, può comportare lo stravolgimento del progetto pedagogico di nidi e materne, trasformandone la attuale valenza di servizi educativi in servizi assistenziali.b) considerazioni di ordine organizzativo:- è necessaria una prioritaria ridefinizione del panorama normativo complessivo, per evitare possibili collisioni con le norme che affidano alle Regioni, competenze sulla stessa fascia d'eta'.- Gli Enti Locali gestori di scuola dell'infanzia hanno necessità di: incrementare gli organici e formare adeguatamente il personale, per accogliere correttamente i bambini; adeguare i locali delle scuole dell'infanzia statali e comunali per rendere gli spazi non solo capienti ma funzionali e confortevoli, per un numero maggiore di bambini di età inferiore ai tre anni; di adeguare il servizio di mensa nelle scuole dell'infanzia ai parametri nutrizionali adatti all'età.c) - considerazioni di ordine economico:- i nuovi ingressi richiederanno una integrazione delle opere di edilizia scolastica, della formazione degli insegnanti con competenze ora proprie delle educatrici dei nidi, della refezione scolastica, del trasporto scolastico riservato, del sostegno ai disabili, del prescuola, del materiale didattico etc, tutti compiti cui sono obbligati dalle norme, senza che i Comuni possano disporre di finanziamenti aggiuntivi ed anzi in presenza di una legge finanziaria che impone agli enti un tetto di spesa.Per tali motivi l'ANCI ritiene che l'articolo 2 innescherà un conflitto tra famiglie ed enti locali, che risulteranno gli unici responsabili della mancata erogazione di un servizio cui le famiglie dovrebbero avere accesso.In sintesi, l'attuazione dell'anticipo dell'inserimento nelle scuole dell'Infanzia/materne, cui non si è pregiudizialmente contrari, richiede tempi e fondi ad hoc per:- la rielaborazione del progetto educativo, in relazione alle caratteristiche dello sviluppo psicofisiologico dei bambini più piccoli;- la ridefinizione del profilo professionale dei docenti;- la formazione del personale docente e non-docente;- la progettazione e la trasformazione ambientale degli spazi;- lo studio, la sperimentazione e l'attuazione di un diverso modello organizzativo.Per quanto sopra l'ANCI sottolinea l'assoluta impraticabilità di ipotesi di anticipo a partire già dal prossimo anno scolastico.2) Questione dell'offerta formativa (art. 2):- la affermazione secondo cui "i piani di studio contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l'identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle Regioni.." riduce secondo i Comuni la attuale collaborazione tra scuole ed Enti Locali stabilita nel dpr 275/98, che individua le procedure di definizione dell'offerta formativa da parte delle scuole, "sentiti gli enti locali", per rispondere ai bisogni culturali e socio economici provenienti dai territori ove operano le singole istituzioni scolastiche.3) Questione della continuità:- la scomparsa di ogni indicazione per la generalizzazione degli istituti comprensivi e l'eliminazione del biennio V elem-I media, della precedente stesura del DDL esprime la volontà di mantenere completamente separate la scuola elementare e la scuola media senza la messa in atto di forme di continuità e di orientamento.4) Questione della durata del tempo-scuola obbligatorio:- nel testo non è stata definita, né ipotizzata la durata oraria settimanale dell'istruzione obbligatoria e la sua articolazione giornaliera, cui si collega l'organizzazione dei servizi aggiuntivi di competenza dei Comuni, che invece, secondo l'ANCI, dovrebbe essere inserita tra le norme generali, in quanto relativa ai livelli essenziali delle prestazioni da erogare in modo omogeneo nel territorio nazionale e non lasciata alla definizione delle politiche regionali. una differente erogazione del tempo scuola potrebbe portare a disparità di opportunità e di trattamento, che invece la scuola dovrebbe, secondo quanto previsto nella nostra Costituzione, superare ove presenti nelle condizioni di partenza .- Che queste non siano solo previsioni dei Comuni è dimostrato dai tagli agli organici operati con la legge finanziaria che fanno ipotizzare una diminuzione di personale docente di circa 35.000 unità entro il 2004 e dalla mancata assegnazione di docenti per i nuovi tempi pieni che i Comuni denunciano già dal corrente anno scolastico.5) Questioni relative alla istruzione superiore:- la possibilità di passaggio all'interno del sistema dei licei sembra ipotesi concretamente complessa, mentre il salto dalla formazione professionale al sistema istruzione appare addirittura improbabile, stante la debolezza della forma di tutela degli studenti che intendono trasferirsi;- pesante sembra la «responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa» nella costruzione e realizzazione del ciclo formativo dai 15 ai 18 anni «sulla base di intese con le imprese e/o le rispettive associazioni di rappresentanza, enti pubblici e privati, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro»;- la scelta di uno dei due binari formativi subito dopo la terza media appare come rigida categorizzazione dei giovani che non sprona ad un'ampia crescita intellettuale ma limita in un percorso pericolosamente a senso unico.DOCUMENTO ASSESSORI PUBBLICA ISTRUZIONE DELL'ANCIISCRIZIONI ANTICIPATE: PERCHE' LA MORATTI CONTINUA AD ILLUDERE I CITTADINI?Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.Secondo noi il Ministro Moratti persevera nella politica degli annunci che non potranno essere realizzati, come già per la riforma cosiddetta Bertagna, ormai nel dimenticatoio, imbarazzante, inservibile, documento. Ma ciò non ha scoraggiato il Ministro che continua a suonare la tromba dell'anticipo delle iscrizioni.Gli Enti Locali hanno da tempo e in più sedi, ministeriali e parlamentari, precisato la loro posizione, non di contrapposizione partitica, ma di fattibilità della proposta, che, prescindendo dalle valutazioni di principio, è risultata inesistente almeno per questo primo anno scolastico, perché come tutti i componenti della Commissione Scuola hanno precisato, non ci sono i tempi, non ci sono le risorse, non ci sono le condizioni strutturali.La situazione è uguale sia nelle scuole materne statali che nelle scuole materne comunali, per entrambe le quali i comuni sono titolari unici delle stesse competenze tra cui: edilizia, arredi, trasporti e refezione scolastica, proprio le voci incise per qualità e quantità da eventuali nuovi arrivi, che dovrebbero scompaginare accordi e gare ormai definite, per la fornitura dei servizi necessari per l'avvio dell'anno scolastico prossimo, .Che senso ha mettere l'accento sulla riapertura delle iscrizioni anticipate?Forse a far sperare i genitori che non trovano posti ai nidi? Nella scuola materna infatti le liste d'attesa non sono tali da richiedere modifiche normative.Allora perché ostinarsi a stravolgere la composizione delle classi, introducendo bambini che hanno necessità di tempi e cure fisiologiche diverse dai bimbi di tre e quattro anni, mettersi contro il personale che giustamente vede come non propria la funzione di cambiare i pannolini, spendere, ove ci fosse, danaro pubblico per cambiare l'organizzazione delle classi di materna, che in Italia sono circa centomila, nel "sistema pubblico di istruzione"?.I Comuni non vogliono per ora sollevare questioni di legittimità di norme non approvate, ma non vogliono neppure che si alimentino speranze nei cittadini che non potranno essere realizzate, come non si è realizzata la concretizzazione dell'emendamento dell'Anci, che avrebbe aiutato seppur non risolto definitivamente, prima accolto dal Ministro Moratti e poi, senza spiegazioni, cancellato.Un modo per risolvere le problematiche dei posti negli asili nido lo si può forse trovare, ma con gli strumenti e i tempi del caso, senza stravolgere i servizi costruiti nel rispetto di leggi ancora vigenti e dei diritti dell'infanzia e nel rispetto delle competenze di ciascun soggetto istituzionale.Il Coordinamento degli Assessori alla scuola dei ComuniSimulazione economica e organizzativa che si verrebbe a creare per il Comune con l'ingresso anticipato nelle scuole dell'infanzia e nelle elementariSi sintetizzano di seguito i maggiori oneri a carico del Comune, che scaturirebbero dalla applicazione della "legge di riforma Moratti" che prevede l'anticipo dell'inserimento scolastico dei bambini sia nella scuola dell'Infanzia e nella scuola elementare. Scuola dell'InfanziaLa media dei bambini nati a Firenze nell'anno 1999 che si mantiene stabile anche nei primi mesi del 2000 è di n° 226 nati al mese.I maggiori oneri che potrebbero derivare a carico del Comune sarebbero conseguenti ad una più onerosa e diversa gestione della scuola dell'infanzia che, in applicazione della riforma, dovrebbe accogliere bambini di due anni e mezzo.In primo luogo i locali. L'attuale organizzazione prevede la presenza di bambini di 3 anni ormai autonomi soprattutto sotto il profilo dei bisogni fisici. Un bambino di 2 anni e mezzo ha ancora necessità di dormire ed occorrono quindi idonei locali da destinare a tale esigenza, occorreranno inoltre locali specifici per il cambio dei "pannolini", una diversa elaborazione dei menù scolastici e soprattutto un'assistenza ed un intervento educativo nell'arco dell'intera giornata adeguati ai tempi ed ai ritmi del bambino in relazione all'anticipata fascia d'età.Infatti nella fascia dei "piccoli" dovrebbero convivere bambini con una differenza di età anche di 16 mesi (dal gennaio dell'anno precedente all'aprile del successivo) e quindi con necessità di cura e assistenza da parte del personale docente e non docente in misura superiore rispetto agli attuali rapporti.Diventa pertanto improbabile, ad esempio, l'attuale parametro di un non docente ogni 50 bambini per turno di lavoro.Anche incrementando tale personale solo del 20% , circa 30 unità in più rispetto all'attuale organizzazione, si avrebbe una maggiore spesa annua di circa 520.000,00=. (oltre un miliardo di lire) senza contare l'eventuale maggiore spesa per personale educativo.Mentre la spesa per il personale riguarda soltanto i Comuni come Firenze che gestiscono scuole dell'infanzia comunali, il problema edilizio riguarda la generalità delle scuole dell'infanzia, anche a gestione statale.Infatti le attuali strutture di scuole dell'infanzia diventerebbero inadeguate alle diverse esigenze organizzative, con la conseguente necessità di realizzare alcune nuove strutture dovendo ridurre il numero delle sezioni presenti negli attuali edifici per destinare tali ambienti a locali di supporto per quanto sopra evidenziato.Inoltre sarà indispensabile ridurre, nella fascia dei 2-3 anni, il numero di bambini per sezione con la conseguente esigenza di reperire nuovi spazi/sezione nonché ulteriore personale insegnante.Il maggior onere che ne deriverà è quantificabile in un numero minimo di almeno 5 nuove strutture nell'ambito cittadino per un importo non inferiore a 5.200.000,00.= (circa 10 miliardi di lire).Inoltre una prima dotazione di attrezzature aggiuntive: fasciatoi, brandine, allestimento nuovi locali, non richiederà meno di 10.000,00.= a struttura (circa Lit. 20.000.000.=) per un totale di circa 800.000,00=. (circa Li.1.600.000.000.=)Tale valutazione non tiene conto dei maggiori oneri per la preparazione della mensa, che non potrà non valutare la minore età dei bambini. Scuola ElementareMentre per la scuola dell'infanzia il maggior onere deriverebbe soprattutto da una diversa e più costosa gestione del servizio, costante nel tempo, e da una più onerosa organizzazione, nella scuola elementare si assisterà ad un'"onda anomala" di iscrizioni che interesserà la scuola per un intero ciclo, al termine del quale si tornerà ai numeri consueti, in quanto l'"onda anomala" si sposterà alla scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) ed infine alla scuola secondaria di secondo grado.Prendendo a riferimento la media di 226 nati mensili sopra considerata e valutando che il 70% dei genitori (ma la percentuale potrebbe esser ancora più elevata) potrebbe aderire alla possibilità di anticipare il ciclo di studi, si avrebbe un incremento di circa 640 iscritti ( n° 226 bambini x 4 mesi x 70%) , pari ad almeno 30 nuove classi.In questo caso i maggiori oneri sono da individuare in:a)Arredi scolastici: si tratterà di arredare almeno le nuove classi 5.000,00.= (circa 10.000.000,00.=) a classe compresi gli arredi per i refettori per un totale di 150.000,00.=, ( circa Lit. 300.000.000.=)L'importo sarà da raddoppiare ulteriormente, allorquando l'onda anomala passerà dalle classi I° e II° alle classi successive, considerato che gli arredi hanno misure diverse in base all'età dei bambini, e da triplicare quando l'onda giungerà alla ex scuola media.b)Trasporti scolastici: considerando che non tutti i plessi scolastici saranno in grado di ospitare le ulteriori I° classi e che sarà improbabile la realizzazione entro breve di nuovi edifici scolastici, sarà assai verosimile l'esigenza di dover garantire un adeguato servizio di trasporto per trasferire gli alunni in strutture più capienti.Anche immaginando che solo per poco più di duecento alunni si presenti tale esigenza il costo sarebbe di circa 260.000,00.= (intorno a Lit. 500.000.000.= annue), oltre alla maggiore spesa per l'acquisto di nuovi scuolabus per un totale di 250.000,00.= pari a Lit. 500.000.000.=c) Refezione Scolastica / Pre e Post scuola: la maggior spesa per la Refezione Scolastica, pur decurtata della percentuale di copertura da tariffe sarebbe di ulteriori 150.000,00.= annui (circa Lit. 300.000.000.=) ed ulteriori 50.000,00.= per i servizi aggiuntivi di pre e post scuola per un totale di ulteriori complessive Lit. 400.000.000.= annue.d) Edilizia Scolastica: si tenderebbe ad escludere la realizzazione di nuovi plessi conseguenti la riforma in quanto, laddove la Legge trovasse attuazione nei termini ipotizzati, nell'arco di 6 anni l'onda anomala delle iscrizioni si esaurirebbe e, dalle recenti esperienze, salvo finanziamenti speciali, tale è il tempo fra reperimento fonti di finanziamento, progettazione, costruzione per la realizzazione completa di un plesso scolastico.La soluzione più realistica e meno onerosa per applicare questa riforma sembrerebbe quella di ridurre i locali destinati ad attività di laboratorio per attrezzarli ad aula.Sarà comunque necessario anche in questo caso eseguire una serie di interventi edilizi che potrebbero essere di non rilevante entità ipotizzando di non intervenire sui servizi igienici - ma che facilmente potrebbero superare 250/300.000,00.= (circa Lit. 500/600.000.000.=), essendo gli interventi necessariamente diffusi di moltissimi plessi scolastici.In conclusione, articolando i maggiori oneri fra spese correnti e spese di investimento a loro volta finanziabili a breve e medio periodo, si ha il seguente prospetto riassuntivo, elaborato valutando i costi con la legge di riforma a regime:Sulla base dei calcoli sopra illustrati le spese correnti della scuola dell'infanzia e sulla scuola elementare sono valutabili in circa in Euro 980.000,00 (pari a circa L.1.900.000.000 ) annui.Per quanto riguarda le spese di investimento da finanziare a breve periodo si ammonta a circa Euro 7.000.000,00 ( pari a circa L.14.000.000.000).Tutto questo dovrebbe avvenire senza nessun finanziamento da parte dello Stato sull'edilizia scolastica ( è la prima volta che questo avviene da quando è stata approvata la Legge 23 del 11 gennaio 1996 ). Ciò anche per dire che non si possono illudere le famiglie quando si propone di anticipare la scuola ai bambini di due anni e mezzo o ai bambini di cinque anni e mezzo. In sintesi il Governo pensa di attuare questo intervento senza mettere a disposizione le risorse economiche necessarie. (seg-red)