"Migliore qualità della vita nel rispetto delle regole". L'assessore Cioni chiude il convegno su "Progettare e governare per una città sicura"
"I reati stanno diminuendo ma cresce la paura e l'insicurezza dei cittadini. Se la repressione della criminalità è un compito specifico delle forze dell'ordine, gli enti locali devono prendersi cura del cittadino nel senso di migliorare la qualità della vita nelle nostre città". Con queste parole l'assessore alla vivibilità e sicurezza urbana Graziano Cioni è intervenuto alla tavola rotonda che ha chiuso il convegno "Progettare e governare per la città sicura". L'iniziativa organizzata dall'Ufficio città sicura del Comune di Firenze e da CityLab, Laboratorio interdisciplinare sulla vulnerabilità sociale e sulla sicurezza urbana dell'Università di Firenze. Obiettivo del convegno era fare il punto su questi temi chiamando per la prima volta in Italia a raccolta sociologi, urbanisti, architetti, scienziati e politici considerati tra i maggiori specialisti internazionali e gli esperti italiani. Ieri è stata la giornata dedicata alle relazioni degli studiosi, oggi invece il programma prevedeva gli interventi del responsabile del CityLab Giandomenico Amendola sullo studio effettuato sulla domanda di sicurezza della città di Firenze e di Bernardo Secchi dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. A seguire si è svolta la tavola rotonda presieduta dall'assessore Graziano Cioni e che ha visto la partecipazione di Palma Costa, assessore alla pianificazione e gestione del territorio del Comune di Modena, Guido Bonino, assessore alla Polizia Municipale del Comune di Torino e Guido Manca, assessore alla sicurezza del Comune di Milano. "Firenze non è una città con grandi problemi ha aggiunto ancora l'assessore Cioni ma è una città dai mille contrasti. Uno dei tempi caldi degli ultimi tempi è quello relativo alla presenza degli immigrati: penso che siano una ricchezza dal punto di vista culturale e da quello economico per la nostra città. Però a fronte dei tanti immigrati che lavorano nelle aziende e nei ristoranti ci sono alcuni che continuano a voler vendere merce contraffatta nonostante l'opportunità del Mercatino multietnico. Ovviamente la risposta a chi non rispetta la legge non può che essere la repressione. Ma ha aggiunto l'assessore Cioni la risposta alla domanda di sicurezza non è quella di blindare la città. Al contrario la città deve essere aperta ma con regole chiare e che tutti devono rispettare". L'assessore Cioni ha poi ribadito lo stretto legame tra la sicurezza e la prevenzione del disagio anche sociale e ricordato che dal primo giugno il progetto del vigile di quartiere entrerà nella fase operativa. "Ci saranno 250 agenti della Polizia Municipale adeguatamente addestrati in servizio sul territorio con il compito specifico di intercettare e ascoltare i problemi dei cittadini per poi dare modo all'Amministrazione comunale di rispondere rapidamente".Per quanto riguarda lo studio presentato durante il convegno, a cui erano presenti anche il prefetto Achille Serra e il questore Giuseppe De Donno, si tratta un'esperienza innovativa che punta a elaborare un quadro descrittivo del rischio di vittimizzazione e della domanda di sicurezza nella realtà fiorentina partendo dai reati e quindi dal pericolo concreto per poi andare ad analizzare la natura e sulle cause della crescente paura e sensazione di insicurezza dei cittadini: stati d'animo che non sempre solo legati alla reale situazione di pericolo e di rischio. Per questo lo studio ha cercato di leggere la città con gli occhi del cittadino cercando di capire quali elementi fanno scattare la molla dell'insicurezza: è stata elaborata una mappatura degli incidenti stradali nell'ipotesi che il rischio di rimanere coinvolti in un sinistro contribuisca ad aumentare il senso di insicurezza. E la stessa operazione è stata fatta per le cosiddette "incivilities", ovvero i comportamenti che pur rappresentando violazioni minori della legge o semplici casi di cattiva educazione e di mancanza di rispetto per gli altri, vengono percepiti dai cittadini come una rottura dell'ordine della convivenza e come segnali di assenza delle istituzioni. A volte basta un semplice cassonetto vandalizzato, una cabina telefonica rotta o un graffito su un muro perché una strada venga percepita come insicura quando in realtà veri pericoli non ce ne sono. Lo studio e gli atti del convegno saranno presto pubblicati. (mf)