Un convegno sui reati e sulla percezione di sicurezza dei cittadini. L'assessore Cioni: "Lavoriamo per la serenità dei fiorentini"
I reati diminuiscono ma la percezione della insicurezza da parte dei cittadini aumenta e spesso a causare questo stato d'animo sono elementi non direttamente legati alla criminalità o comunque a pericoli effettivi. E' questa la fotografia di Firenze emersa dallo studio portato avanti dall'Osservatorio sulla vulnerabilità urbana e sui fenomeni di disagio sociale e sulla criminalità promosso dall'Ufficio città sicura del Comune e realizzato da CityLab, il laboratorio interdisciplinare dell'Università di Firenze. I risultati della ricerca saranno al centro del convegno "Progettare e governare per una città sicura" in programma venerdì 17 maggio (dalle 9.30 alle 18 all'Aula Magna del Rettorato dell'Università in piazza San Marco) e sabato 18 maggio (dalle 9 alle 13 nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio)e che vedrà la partecipazione di sociologi, urbanisti, architetti e amministratori locali. A fare gli onori di casa sarà l'assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni che presiederà anche la tavola rotonda degli amministratori delle città di Milano, Torino e Modena. "Questo convegno e soprattutto lo studio sono importanti ha spiegato l'assessore Cioni perché forniscono all'Amministrazione comunale gli strumenti per individuare gli obiettivi del suo intervento. Un intervento che non può e non deve occuparsi di sicurezza, compito che spetta alle forze dell'ordine, ma deve lavorare per la serenità dei cittadini. Il vigile di Quartiere che partirà a giugno sarà una prima importante risposta alle esigenze dei cittadini".Per quanto riguarda lo studio, coordinato da Giandomenico Amendola, professore di sociologia urbana alla Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze, si tratta di un'esperienza innovativa che punta a elaborare un quadro descrittivo del rischio di vittimizzazione e della domanda di sicurezza nella realtà fiorentina partendo dai reati commessi in città negli anni 1999 e 2000. Il territorio è stato suddiviso in undici zone: centro storico, Stazione-Cascine, Oltrarno, Isolotto-Legnaia, Galluzzo, Gavinana, Rovezzano-Settignano, Campo di Marte, Rifredi, Castello, Peretola. Firenze conferma la tendenza nazionale di una riduzione dei reati, tendenza che viene addirittura amplificata: da segnalare la diminuzione significativa nelle zone in riva sinistra a cui si aggiungono il centro storico, l'area di Rovezzano-Settignano e quella di Campo di Marte. In crescita invece il dato relativo all'area intorno alla stazione di Santa Maria Novella-Cascine e, con aumenti meno rilevanti, le zone a nord-ovest come Rifredi, Peretola e Castello.Sulla base di questa distribuzione territoriale dei reati, è stato elaborato un indice per misurare la vulnerabilità personale (costruito tenendo conto di scippi, borseggi e furti in appartamento, reati che provocano una maggiore ansia nei cittadini) e patrimoniale (furti di e su auto, in negozi e di altro genere) rispetto agli eventi criminosi. Anche in questo caso non mancano sorprese. L'area sensibile rispetto al primo indice è quella della stazione di Santa Maria Novella-Cascine, quasi dimezzato il valore registrato del centro storico mentre nelle altre zone della città i numeri si mantengono abbastanza bassi. Diverso l'andamento del secondo indice: rimane significato l'indice dell'area stazione Santa Maria Novella-Cascine, dimezzato invece quello relativo a Peretola e Campo di Marte, più basso l'indice per l'Oltrarno e centro storico che si riduce ancora nelle altre zone delle città.La seconda fase della ricerca si concentra invece sulla natura e sulle cause della crescente paura e sensazione di insicurezza dei cittadini: stati d'animo che non sempre solo legati alla reale situazione di pericolo e di rischio. Per questo lo studio ha cercato di leggere la città con gli occhi del cittadino cercando di capire quali elementi fanno scattare la molla dell'insicurezza: è stata elaborata una mappatura degli incidenti stradali nell'ipotesi che il rischio di rimanere coinvolti in un sinistro contribuisca ad aumentare il senso di insicurezza. E la stessa operazione è stata fatta per le cosiddette "incivilities", ovvero i comportamenti che pur rappresentando violazioni minori della legge o semplici casi di cattiva educazione e di mancanza di rispetto per gli altri, vengono percepiti dai cittadini come una rottura dell'ordine della convivenza e come segnali di assenza delle istituzioni. A volte basta un semplice cassonetto vandalizzato, una cabina telefonica rotta o un graffito su un muro perché una strada venga percepita come insicura quando in realtà veri pericoli non ce ne sono. "L'azione dell'Amministrazione comunale per rassicurare i cittadini ha aggiunto l'assessore Cioni passa per un intervento multidisciplinare che va dall'azione di prevenzione del vigile di quartiere ai progetti dei servizi sociali sulla marginalità". (mf)