Giornata Onu per la libertà di informazione: una risoluzione di Caffaz, Barbaro e Bonsanti (Ds) "per un'informazione libera e pluralista"
In occasione della Giornata per la libertà di informazione indetta dall'Onu e alla vigilia dell'iniziativa nazionale dell'Ulivo «Piazze per la libertà» (4 maggio 2002), i Ugo Caffaz, Antongiulio Barbaro e Giorgio Bonsanti (rispettivamente capogruppo e consiglieri Ds) hanno depositato la risoluzione "per un'informazione libera e pluralista". La risoluzione prende spunto dalle recenti dichiarazioni rilasciate in Bulgaria dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, contro Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, sottolineando come siano «indice di un'erronea e illegittima percezione nutrita dal presidente del consiglio circa la potestà del governo su scelte redazionali e di palinsesto di esclusiva competenza, invece, dei giornalisti in questione e degli organi di gestione della Rai, prefigurando altresì una sinistra ingerenza dell'esecutivo». Il documento, inoltre, ricorda l'anomalia italiana che vede il presidente del consiglio «proprietario del più importante complesso informativo e pubblicitario privato italiano, condizione che lo pone in evidente conflitto con l'alto incarico di governo attualmente ricoperto, che non è minimamente attenuata dal consenso riscosso nelle elezioni politiche del 2001».Per questi motivi i tre consiglieri diessini esprimono «solidarietà nei confronti di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, nonché nei confronti di tutti i giornalisti della carta stampata e del sistema radiotelevisivo pubblico e privato»; si dichiarano preoccupati «per il clima intimidatorio che da mesi aleggia sul sistema informativo, ed in particolare sulla Rai»; invitano i presidenti dei due rami del parlamento e la commissione parlamentare di indirizzo e di vigilanza sul sistema radiotelevisivo «ad esercitare il controllo più attento sulla Rai affinché le scelte redazionali non siano influenzate dal governo e siano pienamente coerenti con i principi di libertà e di pluralismo tutelati dalla Costituzione»; ed infine invitano il parlamento «ad approvare quanto prima una legge che stabilisca in modo chiaro la separazione tra l'esercizio del potere esecutivo e la proprietà di mezzi di informazione di massa, e più in particolare l'incompatibilità tra incarichi pubblici e la proprietà di società esercenti di concessioni di servizi pubblici».Caffaz, Barbaro e Bonsanti, nell'ambito della mobilitazione nazionale «Piazze per la libertà», invitano infine i cittadini a partecipare all'iniziativa del 4 maggio 2002 indetta dal coordinamento provinciale di Firenze de L'Ulivo, ore 10.30 al Caffè Giubbe Rosse (piazza della Repubblica), dove si svolgerà il dibattito "Per la libertà' e il pluralismo dell'informazione: l'esperienza toscana", con la partecipazione di Ennio Remondino, Paolo Serventi Longhi, Giuseppe Giulietti, Vannino Chiti, Lapo Pistelli, Vincenzo Vita. (seg-red)Palazzo Vecchio, 3 maggio 2002In allegato il testo della risoluzioneIL CONSIGLIO COMUNALERIAFFERMATI SOLENNEMENTE i principi di libertà della Costituzione, tra cui quello "di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione", da cui discende la norma che stabilisce come "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure" (articolo 21);RITENUTA fuori dalla legittima potestà del Governo la possibilità di definire la linea editoriale, il contenuto informativo specifico, gli argomenti da trattare da parte degli organi di informazione, pubblici e privati, e tanto meno di indicare il novero dei commentatori e dei giornalisti "ammissibili";CONSIDERATO come queste elementari norme di libertà, parte integrante dello Stato di Diritto, siano pienamente vigenti anche per il sistema radiotelevisivo pubblico, per il quale è fondamentale garantire parità di accesso a tutte le opinioni e gli orientamenti politici, piuttosto che definire tendenziosi criteri di ammissibilità od esclusione nei confronti di giornalisti e commentatori politici;APPRESE con sgomento le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio nel corso di una recente visita in Bulgaria, con le quali ha indicato quali colpevoli di "atti criminosi" due noti e stimati giornalisti del sistema radiotelevisivo pubblico ed un comico, per il solo fatto di aver ospitato nelle trasmissioni da loro condotte opinioni, riassunto fatti e notizie concernenti le vicende imprenditoriali e giudiziarie che riguardano lo stesso Presidente del Consiglio, peraltro in un periodo sottratto alle limitazioni e alle regole della cosiddetta "par condicio", e ha per questi motivi considerato auspicabile e necessaria la loro esclusione dalle trasmissioni radiotelevisive del sistema pubblico;RITENENDO tali dichiarazioni indice di un'erronea e illegittima percezione nutrita dal Presidente del Consiglio circa la potestà del Governosu scelte redazionali e di palinsesto di esclusiva competenza, invece, dei giornalisti in questione e degli organi di gestione della RAI, prefigurando altresì una sinistra ingerenza dell'esecutivo che rischia di mettere in discussione i principi di libertà garantiti dalla Costituzione;RICORDANDO infine che il Presidente del Consiglio è tuttora il proprietario del più importante complesso informativo e pubblicitario privato italiano, per il tramite della società Mediaset, Mondadori e Publitalia, che controlla le tre più importanti emittenti televisive private oltre a quotidiani e periodici di grande tiratura, condizione che lo pone in evidente conflitto con l'alto incarico di governo attualmente ricoperto, e che non è minimamente attenuata dal consenso riscosso nelle elezioni politiche del 2001;ESPRIME PIENA SOLIDARIETA'nei confronti di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, oggetto delle inaccettabili dichiarazioni del Presidente del Consiglio, nonché nei confronti di tutti i giornalisti della carta stampata e del sistema radiotelevisivo pubblico e privato;DICHIARA ALLARME E PREOCCUPAZIONEper il clima intimidatorio che da mesi aleggia sul sistema informativo, ed in particolare sulla RAI, la cui indipendenza dal Governo il legislatore ha inteso garantire affidando ai Presidenti della Camera e del Senato la nomina del Consiglio di Amministrazione;INVITA I PRESIDENTI DEI DUE RAMI DEL PARLAMENTO E LA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INDIRIZZO E DI VIGILANZA SUL SISTEMA RADIOTELEVISIVOad esercitare il controllo più attento sulla RAI affinché le scelte redazionali non siano influenzate dal Governo e siano pienamente coerenti con i principi di libertà e di pluralismo tutelati dalla Costituzione;INVITA IL PARLAMENTOad approvare quanto prima una legge che stabilisca in modo chiaro la separazione tra l'esercizio del potere esecutivo e la proprietà di mezzi di informazione di massa, e più in particolare l'incompatibilità tra incarichi pubblici e la proprietà di società esercenti di concessioni di servizi pubblici.