Il gruppo Ds in Palazzo Vecchio: "Siano rispettate le indagini dei magistrati napoletani, si indaghi su tutti i fatti violenti, sia confermata la fiducia nelle Forze dell'Ordine"
Il Gruppo Consiliare dei Democratici di Sinistra di Palazzo Vecchio, alla luce degli avvenimenti e delle dichiarazioni rese nelle ultime ore in seguito agli arresti domiciliari decisi dalla Procura di Napoli a carico di alcuni membri della Polizia di Stato, dichiara quanto segue.Un richiamo allo Stato di Diritto: appare utile, anche in questo caso, esprimere un forte richiamo alle regole e alle garanzie dello Stato di Diritto parti integranti della nostra Costituzione, che molti sembrano dimenticare in queste ore: gli imputati sono innocenti fino a condanna definitiva, la responsabilità penale è personale, contro i provvedimenti restrittivi della libertà personale è possibile attivare ricorso presso gli organi giurisdizionali, l'azione penale è obbligatoria.Siano rispettate le indagini della Procura di Napoli: dalle indagini sembrano emergere fatti e responsabilità di singoli membri della Polizia di Stato riferite, più che ai disordini avvenuti nelle strade di Napoli nel marzo 2001, a malversazioni e violenze (fisiche e morali) perpetrate successivamente all'interno di una caserma, secondo modalità che paiono avere inquietanti somiglianze con quanto avvenuto a Genova durante il vertice dei G8.Il Vicepresidente del Consiglio ha affermato che sarebbe grave se i provvedimenti assunti dalla Procura a carico dei poliziotti indagati non fossero suffragati da prove e riscontri certi (ma, intanto, sono stati convalidati dal GIP). Tuttavia sarebbe ancora più grave se venissero provati: verrebbe confermato l'atroce sospetto che tra le Forze dell'Ordine sono annidati oscuri picchiatori, che operano in spregio alla legge e al controllo di legalità.Ricordato che, in ogni caso, gli indagati possono attivare tutti gli strumenti di garanzia che la legge assicura contro i provvedimenti cautelari adottati dalla Procura, auspichiamo che questa indagine faccia il suo corso, fino in fondo: l'accertamento della verità e delle singole responsabilità è oltremodo necessario, data la qualifica degli imputati. Nello stesso interesse delle Forze dell'Ordine e dei tantissimi poliziotti, senza dubbio la stragrande maggioranza, che nulla hanno a che fare con le eventuali violenze oggetto delle indagini e che operano con correttezza ed equilibrio in tante situazioni difficili, tra cui quelle connesse con il mantenimento dell'ordine pubblico.Si indaghi in tutte le direzioni: è necessario, anche alla luce dei successivi ed inaccettabili fatti di Genova, che le indagini della Procura di Napoli e della Procura di Genova procedano speditamente, pur nella necessaria riservatezza, attorno ai fatti di piazza e alle responsabilità personali di volgari teppisti e black-block animati esclusivamente dalla volontà di compiere disordini e danneggiare scientificamente le città, e di membri delle Forze dell'Ordine che per ritorsione hanno commesso abusi e violenze da condannare ora e sempre. La violenza non è un metodo di azione politica accettabile e rischia di screditare i movimenti che si battono per correggere le distorsioni della globalizzazione; l'uso incontrollato e indiscriminato della violenza da parte di singoli poliziotti e carabinieri, fuori dalle regole ferree della Costituzione e delle leggi, rischia di generare un clima di repressione, autoritario, che getta discredito sullo Stato e sugli Organi della Repubblica chiamati invece a tutelare i cittadini e le Istituzioni democratiche.Chiediamo che si isolino i violenti, tenendoli fuori dai movimenti e dalle Forze dell'Ordine.Fiducia nelle Forze dell'Ordine: i fatti di Napoli, ma anche quelli di Genova, non possono far venire meno la necessaria fiducia nelle Forze dell'Ordine e nella Polizia di Stato in particolare. Le responsabilità penali sono individuali; durante le tante e partecipatissime manifestazioni di piazza organizzate nell'ultimo anno dopo il vertice dei G8 l'azione delle Forze dell'Ordine si è dimostrata corretta, attenta e rispettosa dello Stato di Diritto oltre che delle esigenze di sicurezza dei cittadini; l'azione della Procura di Napoli non può essere concepita come il frutto della contrapposizione tra Organi dello Stato.Corre l'obbligo, con l'occasione, di ringraziare quanti a Firenze si sono adoperati nell'ultimo anno per vigilare sull'ordine pubblico nel corso delle tante manifestazioni che hanno contrassegnato la vita della città: ad iniziare dalla Forze dell'Ordine, tutte le parti hanno consentito di mantenere un clima di tranquillità e di serena partecipazione, che colloca la nostra città nel novero di quelle dove la mobilitazione civile dei cittadini è alta e modestissimo il tasso di violenza ad essa associata. Fatto non scontato cui molti hanno dato un contributo, e che non può essere vanificato al fuoco di polemiche corporative, di parte, o di strumentalizzazioni politiche di bassa lega.Non è consentito strumentalizzare politicamente i fatti di Napoli: appaiono gravi le dichiarazioni di singoli esponenti politici della maggioranza, addirittura con incarichi di Governo, che avvallano l'idea sbagliata che gli arresti operati dalla Procura di Napoli siano il frutto di una contrapposizione tra Organi dello Stato; o che lasciano intravedere la pretesa di impunità a favore di singoli imputati o, peggio, di interi apparati dello Stato.Si stia ai fatti: alcuni magistrati, in ossequio ai doveri del loro ufficio, indagano da tempo su alcuni fatti criminosi e hanno proposto un provvedimento restrittivo della libertà personale a carico di alcuni poliziotti inquisiti, confermato dal GIP. Un fatto normale ed eccezionale allo stesso tempo, da trattare con attenzione e nel rispetto delle regole dello Stato di Diritto.Riteniamo grave che, per inseguire il facile consenso di questo o quel segmento dell'opinione pubblica o peggio di alcuni apparati dello Stato, si rilascino dichiarazioni bellicose contro la magistratura o contro alcuni magistrati, alimentando peraltro un negativo clima di tensione, a Napoli come nelle altre grandi città italiane. Si vuole forse generare l'idea che l'impunità di qualcuno costituisca un "via libera" utile per condizionare le prossime manifestazioni pubbliche ed eventi di grande presa sociale e civile? Si vuole forse comprimere il diritto democratico a manifestare le proprie idee per le strade del Paese? Si vuole forse condizionare l'azione a tutto campo della magistratura?La politica faccia un passo indietro: si lascino operare serenamente la magistratura e i diversi organi giurisdizionali, si mettano in condizione tutti - Procura, Giudici, indagati, Forze dell'Ordine - di fare il proprio dovere e di attivare le tante garanzie previste dalla legge.(seg-red)