Pieri (FI): «Verifica in Consiglio comunale del patto di gemellaggio con Tirana»
Una verifica del patto di gemellaggio con Tirana è stata chiesta dal consigliere di Forza Italia Massimo Pieri durante il convegno di oggi pomeriggio, in Palazzo Vecchio, "Albania: dal regime al sogno di libertà".«Il regolamento comunale parla chiaro - ha spiegato Pieri - il Consiglio comunale si riserva il diritto di revocare gemellaggi, patti di amicizia e fratellanza con quelle realtà territoriali nelle si verifichino gravi atti di violenza alla persona, con il conseguente disconoscimento dei diritti umani».«In Albania - ha aggiunto il consigliere di Forza Italia - questi diritti vengono negati con la vergognosa tratta dei clandestini. Il governo albanese ha fatto molti sforzi ma non basta. Il nostro movimento sostiene in tutte le sedi l'attuazione di una politica di cooperazione internazionale che prevede il sostegno a progetti di lavoro e di sviluppo nei paesi di origine, quale garanzia di una reale svolta politico-economica fondata sul rispetto dei principi democratici che caratterizzano le più evolute società civili. Il governo albanese deve fare di più per il rispetto dei diritti umani per questo chiediamo la verifica del patto di gemellaggio con Tirana».«All'iniziativa di oggi - ha proseguito Pieri - i cittadini albanesi che vivono a Firenze hanno raccontato le drammatiche esperienze sofferte durante il regime comunista: dalla persecuzione politica alla fuga, alla faticosa integrazione nel nostro Paese. Testimonianze simbolo, che ripropongono situazioni diffuse in Albania ma difficilmente conosciute fuori dai confini».Fra i relatori anche Dhimiter Kotorri, sindacalista di rilievo in Albania, oppositore del regime, vittima di persecuzioni che gli hanno consentito l'ottenimento dello status di rifugiato politico nel nostro Paese.«La forte volontà di integrazione di Kotorri e dei numerosi suoi connazionali - ha concluso Pieri - è passata attraverso molteplici e difficili esperienze, come il ricorso all'assistenza dei servizi sociali in mancanza di un lavoro e di una casa che consentissero una rapida indipendenza economica e pari dignità». (fn)