Guerra in Medio Oriente, il Quartiere 1 approva documento: «confronto pubblico fra rappresentanti della comunità israeliana e di quella palestinese»
Un confronto pubblico con i rappresentanti della comunità israeliana e della comunità palestinese. E' una delle richieste contenute in ordine del giorno sulla guerra in Palestina approvato all'unanimità dal Consiglio del Quartiere 1.Il documento condanna anzitutto «ogni forma di offesa della dignità nazionale e di violenza aperta da parte di un governo straniero nei confronti di un altro popolo e la volontà, espressa da Sharon, di delegittimare ed esiliare il legittimo rappresentante del popolo palestinese» e «ogni forma di violenza terroristica che miri a colpire la popolazione civile, sia in Israele che in altre parti del mondo, giudicandola oltre che crudele ed ingiustificabile, nemica di qualsiasi processo di pace».Il Consiglio del Quartiere 1 invita il Sindaco affinché «siano messe in atto tutte le iniziative internazionali utili ad ottenere una cessazione incondizionata delle azioni di guerra e delle missioni terroristiche», perché «si adoperi, anche presso gli altri governi dell'Unione Europea, per la convocazione di una nuova Conferenza internazionale di pace» e promuova «un ampio coinvolgimento delle istituzioni locali, nazionali e della società civile con l'obiettivo di contribuire concretamente alla ripresa del processo di pace in Medio Oriente, ed a tal fine sostiene l'iniziativa di un confronto l'iniziativa di un confronto pubblico con i rappresentanti della comunità israeliana e della comunità palestinese». (fn)Questo il testo dell'ordine del giorno:Il Consiglio del Quartiere 1 - Centro Storico di FirenzeConstatata la sempre più tragica situazione in cui, quotidianamente, sono ormai costretti i popoli palestinese ed israeliano, in particolar modo quella fascia della popolazione palestinese imprigionata all'interno dei territori occupati dagli israeliani in cui, alle inumane condizioni di sopravvivenza, si aggiungono i rastrellamenti nell'ambito di un vero e proprio stato di guerra non dichiarata, nonché la popolazione civile israeliana colpita quotidianamente da attentati crudeli e sanguinari;Constatata inoltre l'incapacità di dare attuazione alle risoluzioni adottate dall'ONU in tutte quelle regioni ed in quelle circostanze che non rientrano nelle aree di interesse geo-strategico e nelle priorità politiche delle potenze internazionali, in primo luogo degli USA;Considerato che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (n. 1397) afferma con chiarezza "una visione della regione dove due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco", quindi devono avere confini sicuri e riconosciuti;Vista l'aperta campagna di guerra condotta ormai con obiettivi definitivi dal governo Sharon nei confronti della leadership palestinese ed in primo luogo contro Arafat, al fine di eliminare il riconosciuto rappresentante del popolo palestinese;Preso atto che larga parte della società civile israeliana, nonché un numero crescente di ufficiali e soldati israeliani riuniti nel "Consiglio per la pace e la sicurezza", chiedono al governo Sharon il ritiro immediato da Gaza e dalla Cisgiordania, la proclamazione di uno Stato Palestinese e l'evacuazione degli insediamenti dei coloni ebraici nei territori occupati;Ritenuto che la soluzione della questione palestinese rappresenti uno dei più importanti punti di partenza per la costruzione di un nuovo ordine mondiale ispirato ai principi della coesistenza e della convivenza pacifica fra i popoli e fra gli Stati;Ritieneproprio dovere civile e politico chiedere con forza che sia ricollocato al centro dell'agenda politica e diplomatica internazionale il problema del raggiungimento di un accordo stabile e paritario tra i rappresentanti di due popoli che, in nessun modo, possono pretendere di esercitare una forma di egemonia e di dominio dell'uno nei confronti dell'altro;Condanna- ogni forma di offesa della dignità nazionale e di violenza aperta da parte di un governo straniero nei confronti di un altro popolo e la volontà, espressa da Sharon, di delegittimare ed esiliare il legittimo rappresentante del popolo palestinese;- parimenti ogni forma di violenza terroristica che miri a colpire la popolazione civile, sia in Israele che in altre parti del mondo, giudicandola oltre che crudele ed ingiustificabile, nemica di qualsiasi processo di pace;Invita il Sindacoa farsi interprete presso il Governo Italiano affinché- siano messe in atto tutte le iniziative internazionali utili ad ottenere una cessazione incondizionata delle azioni di guerra e delle missioni terroristiche, allargando poi, quanto più possibile, la partecipazione internazionale alla soluzione della questione palestinese, per giungere al più presto al rispetto degli Accordi di Oslo del 1993 ed all'invio in Medio Oriente di Osservatori dell'ONU e, se necessario, di una forza internazionale di interposizione e di pace per arrestare i massacri, la violenza ed il terrorismo e garantire il rispetto degli accordi;- si adoperi, anche presso gli altri Governi dell'UE, per la convocazione di una nuova Conferenza internazionale di pace che veda coinvolti in prima persona l'ONU, l'UE e le altre potenze mondiali, con il fine di raggiungere un accordo fra Israele e Autorità Nazionale Palestinese, fondato sul rispetto delle risoluzioni dell'ONU, che veda riconosciuto e rapidamente attuato, fermo restando il diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, il diritto del popolo palestinese ad un proprio Stato indipendente e sovrano;Invita inoltre il Sindacoa promuovere un ampio coinvolgimento delle Istituzioni locali, nazionali e della società civile con l'obiettivo di contribuire concretamente alla ripresa del processo di pace in Medio Oriente, ed a tal fine sostiene l'iniziativa di un confronto pubblico con i rappresentanti della Comunità israeliana e della Comunità palestinese;Decideinfine di inviare il presente documento al Presidente del Consiglio Comunale di Firenze quale contributo per i lavori della seduta straordinaria convocata per il giorno 4 aprile 2002, agli organi di informazione.Firenze, 3 aprile 2002